mercoledì 26 luglio 2017

L'ONERE DELLA PROVA


Il 20 Luglio del 1969 Neil Armstrong appoggiò il piede sul suolo lunare ed in quel giorno avvenne qualcosa di memorabile per l’intera umanità. Per gli americani fu soprattutto la dimostrazione della superiorità tecnologica sull'Unione Sovietica, l’unica vera rivale nell'esplorazione spaziale. La cosa apparve già allora piuttosto sorprendente visto che fino a pochi anni prima la tecnologia a disposizione degli Stati Uniti era risultata alquanto inadeguata. Basterebbe ricordare che solamente un anno prima della missione Apollo 11, durante un test del modulo di atterraggio, Neil Armstrong si salvò miracolosamente espellendo il seggiolino un attimo prima dello schianto al suolo. Dopo l’entusiasmo iniziale per lo storico sbarco iniziarono però a sorgere i primi dubbi dall’analisi delle le fotografie pubblicate. Oggi sono sempre di più le persone convinte che si sia trattato solo di un gigantesco inganno e che nessun uomo sia mai veramente sceso sulla Luna. Ma è possibile che le missioni Apollo siano state solo una messa in scena? Per poter verificare l’autenticità degli sbarchi lunari la cosa più semplice sarebbe quella di utilizzare lo scetticismo razionale, ossia il criterio per cui ogni affermazione di tipo empirico , per essere creduta, necessiti di una verifica sperimentale. Con quale metodo scientifico si potrebbero dimostrare gli sbarchi sulla Luna? Ad esempio è significativo che la recente e modernissima Lunar Reconnaissance Orbiter ( LRO) ha potuto scattare solo delle immagini della Luna ad alta quota mentre per contro durante le missioni lunari riuscivano addirittura a trasmettere delle immagini televisive a colori degli astronauti realizzate con una telecamera analogica telecomandata da Houston. A distanza di 48 anni dal primo sbarco, pur disponendo di una tecnologia immensamente avanzata rispetto ad allora, la NASA non riesce a far allunare una sonda automatica dotata di una telecamera digitale miniaturizzata in grado di poter inviare immagini live dalla superficie del nostro satellite e magari anche della Terra vista da lassù. Perché non lo fanno? Nessuno sa dare una risposta e questo silenzio non fa che confermare il sospetto che le missioni sulla Luna siano state solo un gigantesco inganno. 




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martedì 25 luglio 2017

LA FIABA DI ANDARE SU MARTE


Che cos’è la missione Orion di cui si parla ormai da anni?


Orion è costituto da diverse parti e moduli, ma alla base il suo principio di funzionamento è simile a quello degli Apollo e delle Soyuz. Il modulo dell’equipaggio, cioè la capsula spaziale vera e propria, è a forma di tronco di cono ed è racchiusa in un involucro più grande per essere protetta durante il lancio: la sua base ha un diametro di 5 metri e l’altezza complessiva del modulo è di 3,3 metri per una massa totale intorno alle 8,5 tonnellate. Può ospitare fino a quattro astronauti, quindi uno in più rispetto al modulo utilizzato nelle missioni Apollo ed ha numerose strumentazioni per rendere più semplice e sicuro il suo controllo durante le fasi di volo.


La NASA sta verificando la possibilità di mettere degli astronauti a bordo della capsula Orion in maniera tale da poter andare oltre l’orbita bassa, a circa 5800 chilometri di distanza dalla Terra (cioè ad una distanza 15 volte maggiore di quella in cui c’è la stazione spaziale internazionale ISS  a soli 380 chilometri dalla Terra). Lo sviluppo della  missione Orion è iniziato nel 2004 e da allora sono già stati spesi oltre 10 miliardi di dollari a cui si dovranno aggiungere altri 7 nei prossimi cinque anni.
Apparentemente sembra una cosa straordinaria ed invece appare un misero traguardo se pensiamo che la Luna dista dalla Terra 400.000 chilometri e che tra il 1969 ed il 1972 ben sei missioni Apollo avrebbero consentito di mandare 12 astronauti a camminare sul nostro satellite.
E’ davvero divertente osservare gli artifizi dialettici con cui la Nasa presenta al pubblico questa missione.
Charles Bolden, amministratore della NASA, ha infatti affermato : “Sta proseguendo molto bene il nostro intento di portare gli astronauti a viaggiare nel Sistema Solare. Orion costituisce solo una piccola parte di un progetto che permetterà agli umani di approdare su Marte e noi abbiamo il dovere di fare tutto il possibile per far diventare questo sogno realtà. Potrebbe essere il secondo corpo celeste diverso dalla Terra su cui atterrerà un essere umano, dopo la Luna. Dal 2030 in poi l’attenzione si sposterà su Marte con l’obiettivo di portarvi il primo equipaggio entro il 2040."
Insomma la Nasa vuol farci credere che dopo aver conquistato la Luna nel 1969 l’America è ormai pronta per realizzare sogni ancora più grandi e straordinari.



Tutto molto bello e affascinante, vero?  
Bene e allora vediamo i formidabili risultati raggiunti fino ad ora.

L’unico successo raggiunto, a distanza di oltre 12 anni dall’avvio del progetto Orion, è stato l’invio nello spazio del razzo Delta IV (5/12/2014) senza alcun equipaggio a bordo fino a 5.800 chilometri di distanza dalla Terra. La missione è servita per testare le strumentazioni di Orion, verificare la loro affidabilità e la solidità del suo scudo termico per il rientro controllato sulla Terra, attraverso un rovente passaggio nell’atmosfera a oltre 2.200 °C.
Secondo i programmi attuali, il primo volo abitato di Orion e SLS dovrebbe essere la Exploration Mission-2 , che prevederebbe l’invio di quattro astronauti in una traiettoria di ritorno libero intorno alla Luna (ossia senza inserimento in orbita) La missione, di circa otto giorni, partirebbe non prima dell’agosto 2023 perché saranno necessarie alcune modifiche ed ulteriori test per renderlo adeguato agli standard di sicurezza previsti per un veicolo destinato a trasportare astronauti e sarà indispensabile dover aggiungere una protezione contro i micro-meteoriti.


Considerato che la Nasa ha iniziato a sviluppare il progetto Orion nel 2004 e afferma di non essere in grado  di mandare degli astronauti in orbita lunare prima del 2023 credo che certe domande dovrebbero sorgere spontanee.

1)  Non appare inverosimile pensare che in soli 3 anni (tra il 1969 ed il 1972)  ben sei missioni Apollo siano riuscite a far camminare 12 astronauti sulla Luna ed oggi nonostante l’enorme progresso tecnologico degli ultimi 50 anni siano necessari 17 anni di preparazione solo per poter ripercorrere la stessa traiettoria dell’Apollo 8 che era entrata nell'orbita lunare del dicembre 1968 senza però scendere sulla Luna?
2)    Come mai lo scudo spaziale necessario al rientro nell’atmosfera della navicella Orion non garantisce ancora oggi adeguati livelli di sicurezza per gli astronauti?
3)  Come mai la Nasa parla di missioni su Marte quando ancora oggi nessuna missione spaziale è in grado di mandare un equipaggio oltre la distanza di 400 chilometri da Terra?
4)   Come mai devono ancora essere studiate le fasce di van Allen per trovare le adeguate schermature per superare indenni l’orbita bassa, l’orbita media e quella alta?
5) Come mai nel 1969 queste radiazioni letali potevano essere superate senza alcuna difficoltà ed oggi rappresentano un problema insormontabile?
6)    Come mai oggi esiste un problema dei micro-meteoriti mentre nelle sei missioni lunari questo non era nemmeno un rischio da tenere in considerazione?
7)  Come mai la Nasa parla di Missioni su Marte senza prevedere prima una base di appoggio sulla Luna?
Sono tutte domande piuttosto imbarazzanti a cui la Nasa si guarda bene dal fornire risposte.
In compenso Charles Bolden, amministratore della NASA, ammette  che potrebbero esserci ritardi e complicazioni tali da rendere improbabile la possibilità di raggiungere Marte entro il 2040.
Bene, almeno su questo mi sento di poter concordare con la Nasa.

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martedì 11 luglio 2017

LA MAGIA DELLA TV



Hal Becker, cinico manager della Futures Group, nel 1981 scrisse queste parole: 

“Mettete qualsiasi cosa in televisione ed essa diventa realtà. E se il mondo esterno alla TV contraddice le immagini, la gente inizierà a modificare il mondo per adeguarlo alle immagini della TV”. 

La maggior parte dell’umanità è imprigionata, da quando esistono i mezzi di comunicazione di massa, in un set cinematografico angusto e asfissiante, in cui la complessità del mondo è ridotta ad una piatta rappresentazione solo per il profitto di altri. Quasi tutto ciò che crediamo di sapere sul mondo e sull’universo ci viene da immagini che altri hanno creato per noi e che noi abbiamo poi metabolizzato accettandole come vere. 


“Permettere a noi stessi di essere influenzati dalle sottili ma potenti illusioni presentate dalla televisione conduce ad una sorta di follia di massa che potrebbe avere implicazioni piuttosto spaventose per il futuro della nazione… Inizieremo a vedere cose che non esistono, daremo a qualcun altro il potere di creare per noi le nostre illusioni”.



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sabato 8 luglio 2017

L'INGANNO CONTINUA



Nel 2009 il presidente americano Barack Obama aveva annunciato e promesso  in un discorso ufficiale che gli americani presto sarebbero ritornati sulla Luna, forse già nel 2009. 
Ci sarebbe subito da obiettare che se davvero gli americani c'erano già stati  sei volte tra il 1969 ed il 1972 non ci sarebbe bisogno di attendere 10 anni per progettare e realizzare un ritorno sulla Luna, visto e considerato che nessun problema tecnico sarebbe stato insuperabile con la tecnologia progredita enormemente dopo 50 anni.
Ma di quella promessa ora sembra che nessuno si ricordi più. In effetti oggi le parole dell'ex presidente americano appaiono più che mai la promessa di un politico che allora aveva la necessità di mettere a tacere le polemiche relative alla notizia clamorosa della scomparsa dei nastri originali del primo presunto sbarco sulla Luna dell'Apollo 11.
Ma Barack Obama era un politico e sa a cosa servono le promesse a lunga scadenza. Lui sapeva esattamente cosa sarebbe successo:  il tempo passa e la gente dimentica. Questa è la regola aurea che in politica funziona sempre ed in America funziona ancor meglio. Basta leggere oggi le ultime dichiarazioni ufficiali sui programmi spaziali della Nasa per rendersene conto.

"No, ci dispiace, non torneremo più sulla Luna". Così Charles Bolden , ex astronauta e attuale amministratore della NASA, ha spento gli entusiasmi di chi, a gran voce, chiede da tempo un'altra missione lunare da parte dell’uomo, a 40 anni dall'ultimo astronauta che ha camminato sul satellite della Terra, quell'Eugene Cernan comandante dell'Apollo 17. "O meglio - ha precisato Bolden nel corso di un recente meeting a Washington - non accadrà mai sotto la mia amministrazione". E anzi avvisa i suoi successori: "Se qualcuno cambiasse idea e organizzasse una nuova missione lunare nessuno, probabilmente, vedrà mai un americano né sulla Luna, né su Marte, né su un asteroide. Non si può cambiare il corso dell'esplorazione umana". Come a dire: i soldi sono quelli che sono e la Luna è un libro ormai letto e messo da parte, meglio concentrarsi su nuovi obbiettivi.Le parole di Bolden, insomma, ricalcano quelle pronunciate esattamente tre anni fa dal presidente Barack Obama, che annunciò il programma per le "esplorazioni spaziali" nel 21° secolo con un discorso tenuto al John F. Kennedy Space Center: "Siamo già stati sulla Luna e c'è ancora tanto da esplorare e da conoscere. In quell'occasione Obama disse che il governo USA avrebbe stanziato, per i successivi cinque anni, 6 miliardi di dollari per permettere alla NASA di lavorare alle nuove missioni, tra cui quella, affascinante, di portare un uomo su un asteroide entro il 2025. Proprio in queste ore il giornalista americano Alan Boyle ha dichiarato di aver appreso - da un membro dell'amministrazione Obama - che 100 milioni di dollari sarebbero già pronti per il budget NASA del prossimo anno fiscale per lavorare a una nave spaziale-robot in grado di catturare un piccolo asteroide e trasportarlo nelle vicinanze della Luna entro il 2019, rendendolo facilmente esplorabile da parte di una squadra di esseri umani qualche anno dopo, probabilmente già nel 2021. Questa missione, sostiene la fonte di Boyle, sarebbe propedeutica a una futura esplorazione di Marte da parte dell'uomo. "Tutto ciò non esclude la partecipazione della NASA ad altre missione, organizzate da terzi, che intendano riportare l'uomo sulla Luna" ha spiegato Bolden. E qualcuno, come l'azienda privata Golden Spike, ci sta già lavorando su, con l'intento di offrire un viaggio spaziale verso il nostro satellite a prezzi non proprio modici : 580 milioni di euro a persona. Il "no" alla Luna di Charles Bolden, inoltre, ha scatenato i cospirazionisti che, da tempo, cercano di dimostrare - attraverso un'attenta analisi dei filmati e delle fotografie di 40 anni fa - che lo sbarco dell'uomo sulla superficie lunare sia un colossale falso realizzato a regola d'arte dalla NASA. "Non possiamo tornarci perché in realtà non ci siamo mai stati e non siamo in grado di arrivarci": questo, in sintesi, il commento di chi non ha mai creduto all'allunaggio dell'Apollo 11 (luglio 1969) e delle successive missioni. Per i sostenitori del complotto lunare il grande passo per l'umanità di Neil Armstrong, primo astronauta sulla Luna, non sarebbe stato mosso nello spazio bensì in uno studio cinematografico. Un’ipotesi, questa, cavalcata da un film del 1978 di Peter Hyams, Capricorn One, che racconta di una falsa missione su Marte organizzata dalla Nasa per non vedersi cancellati i finanziamenti del governo.
L'inganno continua...



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