martedì 29 dicembre 2015

QUARANT'ANNI DI BUGIE ?



Se qualcuno non è convinto di un risultato scientifico e ne mette in discussione la veridicità l'unica cosa da fare è ripetere l'esperimento. Nel nostro caso invece nessuno è più capace di allontanarsi dall'orbita terrestre bassa. Pertanto, per deduzione logica e razionale ci possono essere solo due possibili motivi per giustificare questa stranezza: 1) Gli sbarchi non sono mai avvenuti e ancora oggi nessuno è in grado di andare sulla Luna. 2) La civiltà americana ha raggiunto il suo apice nel 1972 e poi si è involuta al punto che dopo 50 anni non è iù capace di fare le cose che faceva prima. Altre ipotesi non ne vedo. La Luna si trova ad una distanza media dalla Terra di 384.400 km, circa 1000 volte maggiore rispetto la distanza dall’orbita terrestre bassa situata a soli 380 chilometri dalla Teerra. Durante un’intervista televisiva a fianco di Samantha Cristoforetti, il capitano della Stazione Spaziale Internazionale, Terry Virts, ha dichiarato che la NASA sta progettando di costruire un razzo SLS per carichi pesanti che sarà molto più grande di quelli esistenti oggi e questo sarà in grado di portare uomini a bordo anche al di là dell’orbita terrestre il punto oltre il quale attualmente non siamo in grado di andare. Considerato che l’orbita terrestre più alta arriva a 35.000 chilometri e che la Luna è distante 400.000 di fatto ha ammesso che l’uomo non è ancora in grado di poter andare sulla Luna. Come mai nessuno lo ha mai smentito?




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lunedì 21 dicembre 2015

IL GIOCO DI PRESTIGIO DELLE IMMAGINI TELEVISIVE


Tratto dal romanzo di Guido Travan
IL GIORNO DELLA VERITÀ
Febbraio 2017

«Secondo la NASA le prime immagini televisive dell’uomo sulla Luna vennero trasmesse a Terra da un “sistema televisivo non convenzionale”, cioè un sistema non compatibile con il normale sistema NTSC che viene tutt’ora usato in America. Fu quindi necessario, sempre secondo loro, riprendere con una seconda telecamera lo schermo televisivo sul quale apparivano le immagini nitidissime provenienti dalla Luna. Così facendo le immagini risultavano un po’ offuscate ma per contro quell’aspetto spettrale risultava anche molto affascinante. Con la tecnica della doppia ripresa di immagini pre-registrate la NASA sapeva che ne raddoppiava la durata e, cosa molto più importante, poteva ottenere quell’effetto al “rallentatore” che caratterizza tutti i filmati lunari e che noi siamo portati ad attribuire alla minor gravità presente sulla superficie lunare. Adesso però ti voglio far vedere una cosa piuttosto interessante.»
Digitò rapidamente sulla tastiera del computer e sullo schermo cominciò a scorrere un filmato in cui si vedeva Neil Armstrong che saltellava sulla Luna. Il filmato durava solo venti secondi ma subito dopo le stesse immagini cominciarono a scorrere ad una velocità maggiorata del 33% ed improvvisamente il “magico” effetto della leggerezza lunare di cui sembrava godere Armstrong era svanito. Harrison si accese una sigaretta e poi riprese il suo ragionamento dal punto in cui l’aveva interrotto.
«Sempre secondo la NASA quelle preziose immagini in arrivo dalla Luna vennero catturate su nastri magnetici e messe da parte a futura memoria. In quel periodo furono utilizzati i primi nastri magnetici da due pollici, in gergo chiamati “ampex”. Questi servivano per poter registrare le trasmissioni televisive che fino ad allora potevano essere mandate solo in diretta ma è proprio qui che la storia comincia a fare acqua da tutte le parti. Prima di tutto non si capisce bene perché la NASA abbia sentito la necessità di sviluppare un sistema televisivo apposito e stranamente “non compatibile” con le TV di tutto il mondo. Allora infatti c’erano già le riprese a 16 mm che potevano garantire delle immagini di buona qualità mentre per la diretta TV potevano essere facilmente distribuite le immagini a 525 linee che avrebbero comunque soddisfatto la platea mondiale risultando di qualità molto superiore rispetto a ciò che invece è stato mostrato in quella notte.»
«E allora come mai avrebbero fatto questa scelta?»
«La risposta a mio avviso è molto semplice. Con questo escamotage nessun altro osservatorio al mondo è stato in grado di ricevere un solo fotogramma di quelli provenienti dalla Luna e così facendo il gioco di prestigio è perfettamente riuscito perché tutto è nella mente di chi guarda. Interessante vero?»



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mercoledì 16 dicembre 2015

ANDARE SULLA LUNA ? MISSIONE IMPOSSIBILE




Nel 1961, in un celebre discorso davanti al Congresso, il presidente John F. Kennedy affermò che gli Stati Uniti avrebbero dovuto "prendere l'impegno di raggiungere, prima della fine del decennio, l'obiettivo di far atterrare un uomo sulla Luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra". Non si trattava certo di una promessa da poco: 8 anni sembravano un lasso di tempo troppo breve. D'altro canto, c'era un fortissimo incentivo: l'Unione Sovietica, aveva preceduto gli Stati Uniti sia nella messa in orbita del primo satellite che nel mandare il primo uomo nello spazio. Il "grande nemico", che puntava anch'esso a raggiungere la Luna, andava battuto a qualsiasi costo. In effetti questa affermazione della Nasa è forse l’unica che corrisponde a verità, nel senso che raggiungere la Luna “a qualsiasi costo” comporta anche dover accettare l’idea di poterlo fare solo virtualmente, cioè realizzando un gigantesco inganno. Certamente il cosiddetto “piano B” è stato messo in atto dopo il tragico fallimento della missione Apollo 1 e la morte dei tre astronauti. L’opinione pubblica era in subbuglio e visti i risultati conseguiti appariva contraria allo sperpero di altro denaro pubblico per ulteriori missioni spaziali. Una volta compresa l’impossibilità di realizzare lo sbarco sulla Luna e vincere la sfida con l’Unione sovietica, è stato progettato il più straordinario inganno mai realizzato nella storia dell’umanità utilizzando la più potente arma di comunicazione di massa, cioè la televisione.


lunedì 14 dicembre 2015

CHE STRANO :L'UOMO NON TORNERA' PIU' SULLA LUNA !


"No, ci dispiace, non torneremo più sulla Luna". Così Charles Bolden , ex astronauta e attuale amministratore della NASA, ha spento gli entusiasmi di chi, a gran voce, chiede da tempo un'altra missione lunare da parte dell’uomo, a 40 anni dall'ultimo astronauta che ha camminato sul satellite della Terra, quell'Eugene Cernan comandante dell'Apollo 17. "O meglio - ha precisato Bolden nel corso di un recente meeting a Washington - non accadrà mai sotto la mia amministrazione". E anzi avvisa i suoi successori: "Se qualcuno cambiasse idea e organizzasse una nuova missione lunare nessuno, probabilmente, vedrà mai un americano né sulla Luna, né su Marte, né su un asteroide. Non si può cambiare il corso dell'esplorazione umana". Come a dire: i soldi sono quelli che sono e la Luna è un libro ormai letto e messo da parte, meglio concentrarsi su nuovi obbiettivi.Le parole di Bolden, insomma, ricalcano quelle pronunciate esattamente tre anni fa dal presidente Barack Obama, che annunciò il programma per le "esplorazioni spaziali" nel 21° secolo con un discorso tenuto al John F. Kennedy Space Center: "Siamo già stati sulla Luna e c'è ancora tanto da esplorare e da conoscere. In quell'occasione Obama disse che il governo USA avrebbe stanziato, per i successivi cinque anni, 6 miliardi di dollari per permettere alla NASA di lavorare alle nuove missioni, tra cui quella, affascinante, di portare un uomo su un asteroide entro il 2025. Proprio in queste ore il giornalista americano Alan Boyle ha dichiarato di aver appreso - da un membro dell'amministrazione Obama - che 100 milioni di dollari sarebbero già pronti per il budget NASA del prossimo anno fiscale per lavorare a una nave spaziale-robot in grado di catturare un piccolo asteroide e trasportarlo nelle vicinanze della Luna entro il 2019, rendendolo facilmente esplorabile da parte di una squadra di esseri umani qualche anno dopo, probabilmente già nel 2021. Questa missione, sostiene la fonte di Boyle, sarebbe propedeutica a una futura esplorazione di Marte da parte dell'uomo. "Tutto ciò non esclude la partecipazione della NASA ad altre missione, organizzate da terzi, che intendano riportare l'uomo sulla Luna" ha spiegato Bolden. E qualcuno, come l'azienda privata Golden Spike, ci sta già lavorando su, con l'intento di offrire un viaggio spaziale verso il nostro satellite a prezzi non proprio modici : 580 milioni di euro a persona. Il "no" alla Luna di Charles Bolden, inoltre, ha scatenato i cospirazionisti che, da tempo, cercano di dimostrare - attraverso un'attenta analisi dei filmati e delle fotografie di 40 anni fa - che lo sbarco dell'uomo sulla superficie lunare sia un colossale "falso" realizzato a regola d'arte dalla NASA. "Non possiamo tornarci perché in realtà non ci siamo mai stati e non siamo in grado di arrivarci": questo, in sintesi, il commento di chi non ha mai creduto all'allunaggio dell'Apollo 11 (luglio 1969) e delle successive missioni. Per i sostenitori del "complotto lunare" il "grande passo per l'umanità"di Neil Armstrong, primo astronauta sulla Luna, non sarebbe stato mosso nello spazio bensì in uno studio cinematografico. Un'ipotesi, questa, cavalcata da un film del 1978 di Peter Hyams, Capricorn One, che racconta di una falsa missione su Marte organizzata dalla Nasa per non vedersi cancellati i finanziamenti del governo. E da un popolare libro del fotografo francese Philippe Lheureux, pubblicato nel 2001, dal titolo Lumières sur la Lune.




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