martedì 23 maggio 2017

IL CLAMOROSO IMBARAZZO DI BUZZ ALDRIN


Tratto dal romanzo
IL GIORNO DELLA VERITÀ
Pubblicato da YOUCANPRINT – febbraio 2017

Harrison inserì la chiavetta nel suo macbook e pochi istanti dopo sullo schermo comparvero delle immagini.
«Il giornalista che vedi si chiama Bart Sibrel e sta mostrando a Buzz Aldrin uno strano filmato girato all’interno della navicella Apollo 11 durante il viaggio tra la Terra e la Luna. Non si conoscono bene i retroscena e le modalità con cui questo video sia finito tra le mani del giornalista ma in ogni caso è piuttosto difficile affermare che sia un falso. Nel collegamento audio con il centro di controllo gli astronauti ricevono indicazioni precise sui commenti da inserire nel filmato che Houston intende trasmettere più tardi, ma la cosa più sconcertante è che dall’oblò si vede chiaramente la Terra come se la navicella fosse ancora nell’orbita terrestre. Invece in quel preciso istante l’Apollo 11 avrebbe dovuto trovarsi oltre 100.000 chilometri più lontano e precisamente sulla traiettoria rettilinea che l’avrebbe dovuta condurre nell’orbita lunare. Quando Bart Sibrel lo incalza dicendo che quel filmato è la prova schiacciante che l’Apollo 11 non è mai arrivato sulla Luna ma si è limitato a girare intorno alla Terra, Buzz Aldrin ha iniziato a reagire come un ladro quando viene colto sul fatto. Guarda tu stessa:
“Cosa vorrebbe dire che non siamo mai andati sulla Luna?” replica Aldrin all’accusa del reporter.
“Io, come si vede da questa registrazione, ho la certezza assoluta che non ci siete andati”.
L’ex astronauta si alza dalla sedia visibilmente alterato e mentre cerca di lasciare la stanza per interrompere l’intervista gli urla di spegnere la telecamera ed impreca contro Bart Sibrel definendo il suo lavoro come “giornalismo meschino”.
Il video termina con queste sue parole:
“Lei sta parlando con la persona sbagliata, perché non si rivolge al capo della NASA? Noi siamo passeggeri, siamo gente sbattuta su un volo”.
Per la NASA naturalmente quel video non risulta negli archivi e pertanto è solo un clamoroso falso.»
«Mio Dio, credo che tu abbia ragione, credo che ormai sia impossibile poter dimostrare la verità.»



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lunedì 22 maggio 2017

UNA STUPIDITÀ IMBARAZZANTE


Le missioni Apollo  sarebbero state  un’opportunità unica per poter immortalare la volta  celeste  in assenza di atmosfera e di pulviscolo e certamente quelle immagini non solo avrebbero documentato in maniera inconfutabile l’autenticità degli sbarchi lunari  ma sarebbero state utilissime per avere la mappatura più dettagliata e precisa delle costellazioni più lontane e misteriose. Invece non lo hanno mai fatto! La Nasa si difende affermando che gli astronauti avevano il compito di riprendere i paesaggi lunari e di conseguenza hanno scelto di impostare tempi e diaframmi per questo scopo. Ma se questa debolissima giustificazione potrebbe essere presa in considerazione per la prima missione dell’Apollo 11, non si comprende perché nelle successive cinque presunte missioni dell’Apollo 12-14-15-16-17, nessuno scienziato della Nasa abbia valutato la possibilità di inserire il treppiede tra le attrezzature degli astronauti. C’è da sorridere  al pensiero che nelle successive missioni Apollo gli astronauti si siano portati dietro le cose più inverosimili come ad esempio :
  1. una bibbia in miniatura (nel caso sulla Luna ci fosse qualcuno da convertire)
  2. una specie di disco metallico con inseriti dati e codici del linguaggio     provenienti dal pianeta terra
  3. una targa dorata in cui si precisava, a scanso di equivoci, che erano venuti in pace a nome di tutta l’umanità 
  4. una spilla d’oro
  5. una statuetta in memoria degli astronauti scomparsi
  6. una fotografia con la foto di famiglia  inserita in una busta di plastica (nonostante al sole la temperatura superasse i 100 gradi!),
  7. l’immancabile bandiera americana

Nella varie missioni gli astronauti di turno si sono prodigati ad eseguire memorabili esperimenti scientifici come ad esempio quello della piuma e del martello  per dimostrare al mondo che cadevano nel medesimo istante ( bastava utilizzare una piuma di metallo per eseguire il gioco di prestigio)  Poi non si sono fatti mancare niente e invece di portarsi sulla Luna un piccolo treppiede per eseguire delle fotografie meravigliose delle varie costellazioni cosa hanno pensato bene di fare? Si sono portati dietro una mazza da golf per far vedere al mondo che la pallina colpita poteva fare molte miglia. La cosa più incredibile di tutte è che ancora oggi molte persone sono convinte che gli americani siano andati veramente sulla Luna!  



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lunedì 15 maggio 2017

ABUSO DELLA CREDULITÀ POPOLARE


Tratto dal romanzo storico
IL GIORNO DELLA VERITÀ
pubblicato su YOUCANPRINT 

Digitò ancora alcuni tasti sul suo portatile finché apparvero altre immagini registrate. Si vedeva Neil Armstrong camminare sul suolo lunare e raccogliere un po’ goffamente dei reperti di piccole rocce lunari con una specie di racchetta metallica. Da Houston partivano continuamente le indicazioni su cosa raccogliere e la voce in diretta si era sentita distintamente: “Prendi anche quella alla tua sinistra…”. Armstrong l’aveva raccolta immediatamente e senza esitazioni.
«È stato in quel preciso istante che ho avuto la conferma dei miei sospetti.»
Sara lo guardava pendendo dalle sue labbra in attesa che continuasse. Non aveva le sue conoscenze tecniche ma non aveva alcun dubbio che Harrison sapesse il fatto suo.
«Hanno messo in scena un inganno gigantesco ma inevitabilmente hanno anche commesso una serie di errori grossolani. In base ai calcoli eseguiti la voce che partiva da Houston arrivava sulla Luna con circa 2,6 secondi di ritardo. Loro lo sapevano ed infatti in tutte le altre sequenze hanno rispettato rigorosamente questi tempi. In quel caso però Neil Armstrong evidentemente si è distratto ed eseguendo gli ordini istintivamente si è tradito...»
«Però sembra che nessuno lo abbia notato, a parte te naturalmente…»
«Hai ragione, però se ci pensi bene è del tutto comprensibile. Nel 1969 la televisione era entrata solo da pochi anni nelle case della gente. C’erano ben pochi canali che trasmettevano le notizie ed erano tutti controllati dagli apparati governativi. In quel clima di straordinario orgoglio nazionale tutti erano entusiasti e felici di poter festeggiare la riuscita della più grande missione spaziale di tutti i tempi. Tutto il mondo allora ci ammirava ed è facile immaginare che in quel contesto nessuno avrebbe mai osato mettere in dubbio la veridicità di quella missione e comunque se qualcuno l’avesse fatto sarebbe rimasto inascoltato. In realtà la televisione di allora è stata un formidabile strumento di manipolazione dell’informazione perché la gente si fidava ciecamente di tutto ciò che veniva mostrato sullo schermo. Per confermare una qualsiasi notizia allora si diceva: “Non mi credi? Guarda che l’ha detto anche la TV!”. Figurati se qualcuno poteva insinuare il dubbio che quelle immagini provenienti dallo spazio erano un imbroglio!»
«Eppure ufficialmente nella prima misione Apollo 11 sono state girate quasi cinque ore di trasmissione televisiva e circa ottantasette minuti di riprese cinematografiche a colori della superficie lunare. Per non parlare delle trecentotrentanove fotografie… come possono essere riusciti a fare un imbroglio di queste proporzioni?»
«In genere più la bugia è grande e più la gente tende a crederci. Anche per me all’inizio è stata una cosa difficile da accettare perché era un’ipotesi che inconsciamente rifiutavo di prendere in considerazione. Poi però ho iniziato a ricostruire il puzzle basandomi solo su dati certi, cioè sui dati verificabili in laboratorio. Ed è stato allora che ho aperto gli occhi...»
«Perché, che cos’hai scoperto?»
«Ho scoperto che la verità ufficiale era basata sul nulla. Nessuna certezza, nessuna prova, niente di niente. Avrei dovuto credere solo alle immagini che la NASA aveva trasmesso per la televisione e anche lì ci sarebbe parecchio da obiettare.»
«Spiegati meglio...»
«Secondo la NASA le prime immagini televisive dell’uomo sulla Luna vennero trasmesse a Terra da un “sistema televisivo non convenzionale”, cioè un sistema non compatibile con il normale sistema NTSC che viene tutt’ora usato in America. Fu quindi necessario, sempre secondo loro, riprendere con una seconda telecamera lo schermo televisivo sul quale apparivano le immagini nitidissime provenienti dalla Luna. Così facendo le immagini risultavano un po’ offuscate ma per contro quell’aspetto spettrale risultava anche molto affascinante. Con la tecnica della doppia ripresa di immagini pre-registrate la NASA sapeva che ne raddoppiava la durata e, cosa molto più importante, poteva ottenere quell’effetto al “rallentatore” che caratterizza tutti i filmati lunari e che noi siamo portati ad attribuire alla minor gravità presente sulla superficie lunare. Adesso però ti voglio far vedere una cosa piuttosto interessante.»
Digitò rapidamente sulla tastiera del computer e sullo schermo cominciò a scorrere un filmato in cui si vedeva Neil Armstrong che saltellava sulla Luna. Il filmato durava solo venti secondi ma subito dopo le stesse immagini cominciarono a scorrere ad una velocità maggiorata del 33% ed improvvisamente il “magico” effetto della leggerezza lunare di cui sembrava godere Armstrong era svanito. Harrison si accese una sigaretta e poi riprese il suo ragionamento dal punto in cui l’aveva interrotto.
«Sempre secondo la NASA quelle preziose immagini in arrivo dalla Luna vennero catturate su nastri magnetici e messe da parte a futura memoria. In quel periodo furono utilizzati i primi nastri magnetici da due pollici, in gergo chiamati “ampex”. Questi servivano per poter registrare le trasmissioni televisive che fino ad allora potevano essere mandate solo in diretta ma è proprio qui che la storia comincia a fare acqua da tutte le parti. Prima di tutto non si capisce bene perché la NASA abbia sentito la necessità di sviluppare un sistema televisivo apposito e stranamente “non compatibile” con le TV di tutto il mondo. Allora infatti c’erano già le riprese a 16 mm che potevano garantire delle immagini di buona qualità mentre per la diretta TV potevano essere facilmente distribuite le immagini a 525 linee che avrebbero comunque soddisfatto la platea mondiale risultando di qualità molto superiore rispetto a ciò che invece è stato mostrato in quella notte.»
«E allora come mai avrebbero fatto questa scelta?»
«La risposta a mio avviso è molto semplice. Con questo escamotage nessun altro osservatorio al mondo è stato in grado di ricevere un solo fotogramma di quelli provenienti dalla Luna e così facendo il gioco di prestigio è perfettamente riuscito perché tutto è nella mente di chi guarda. Interessante vero?»


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mercoledì 10 maggio 2017

LA CONFESSIONE DEL GIGANTESCO INGANNO



"La verità è tanto più difficile da raccontare quanto più a lungo essa viene taciuta."

Io credo che ormai da parecchi anni gli americani stiano  cercando di dircelo in maniera indolore ma poiché la Nasa  non può certo fare una confessione pubblica utilizzano sempre più spesso i mezzi alternativi della finzione cinematografica per far passare un po' meno brutalmente il concetto che le missioni Apollo erano solo un gigantesco inganno. 
Se proviamo a riflettere meno superficialmente si può intuire che in tutto questo c'è sicuramente una sottile forma di autoironia che deriva dal fatto di  dover ricorrere alla finzione cinematografica per poter rappresentare proprio la finzione stessa, ossia realizzare una storia di fantascienza per inserire all'interno la verità storica di una finzione perpetrata per quasi cinquant'anni e mai ancora confessata pubblicamente. Quasi una specie di outing in piena regola, realizzato come sempre in puro stile hollywoodiano e con scenografie stupefacenti.
Nella scena rappresentata c’è un dialogo davvero molto interessante che dovrebbe far riflettere soprattutto considerando tutto il valore e l’elevatissimo spessore culturale e scientifico del fisico teorico  Kip Thorne del prestigioso Caltech (California Institute of Technology ), che ha svolto il ruolo di consulente scientifico. 
Ecco la trascrizione del dialogo (da time 1:44)

«E’ un vecchio testo federale… li abbiamo rimpiazzati con le versioni corrette.»
«Corrette?»
«Sì, spiegano che le missioni Apollo erano finzioni per far fallire i sovietici.»
«Lei non crede che siamo andati sulla Luna?»
«Credo che sia stata una geniale propaganda e che i sovietici siano andati in bancarotta da soli investendo in razzi e in altre macchine inutili.»

IL FILM.
Interstellar è un film di fantascienza del 2014  diretto da Christopher Nolan. Il film racconta la storia di un gruppo di astronauti che viaggiano attraverso un wormhole in cerca di una nuova casa per l’umanità. Nolan ha scritto la sceneggiatura assieme a suo fratello Jonathan, mentre il  fisico teorico Kip Thorne  è il produttore esecutivo e ha lavorato al film come consulente scientifico. Interstellar ha vinto l’Oscar per i migliori effetti speciali nel 2015 ed ha ricevuto altre quattro candidature  per la migliore colonna sonora, per il miglior montaggio sonoro , il miglior sonoro ed infine per la migliore scenografia. Il film è costo 165 milioni di dollari e ne ha incassati 678.



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domenica 7 maggio 2017

UNA FORZA DI GRAVITÀ IMBARAZZANTE





Tratto dal romanzo di Guido Travan
IL GIORNO DELLA VERITÀ
Pubblicato da Youcanprint e da Streetlib nel 2017


«Lo so, ma ci sono tante altre cose inspiegabili... hai visto l’articolo sull’analisi tecnica dei video girati sulla Luna?»
«No, non ho fatto in tempo... è interessante?»
«Credo proprio di sì. Utilizzando le sequenze filmate fornite dalla NASA un certo Jim Collier ha fatto alcune considerazioni molto importanti. Come sai sulla Luna la forza di gravità è solo un sesto di quella presente sulla Terra mentre invece la massa rimane sempre identica ed invariata. Partendo da questi dati certi ha ritenuto giustamente che sulla Luna siano possibili dei movimenti che sulla Terra sarebbero invece proibitivi. Jim Collier riteneva che un astronauta inginocchiato sul suolo lunare sarebbe stato in grado di potersi rialzare facendo semplicemente leva con la massa dello zaino e del suo busto oppure di sollevarsi dalla tipica posizione per flessioni solo con una leggera spinta delle mani. Fin qui credo che si possa essere tutti d’accordo, giusto? Adesso però guarda bene queste immagini...»
Sullo schermo si vedeva un astronauta della missione Apollo 15 inginocchiato sul suolo lunare che tentava disperatamente di rimettersi in posizione verticale senza però riuscirci.
«Tieni sempre presente che a causa della ridotta forza gravitazionale gli astronauti sulla Luna pesavano solamente un sesto del loro peso sulla Terra. Considera che il peso di un astronauta è di circa 80 chilogrammi a cui se ne devono poi aggiungere altri 90 per l’equipaggiamento completo formato da tuta e zaino, anche se su questo aspetto ci sarebbe parecchio da dire...»
«Tu non ci credi?»
«90 chili sono un’enormità e poi che cosa doveva contenere lo zaino di così pesante? Per farti un’idea prova a pensare che un comune sacco di cemento ha più o meno lo stesso ingombro e pesa solo 25 chilogrammi.»
«Non capisco... insomma, perché avrebbero dovuto mentire anche sul peso dello zaino?»
«Te lo spiego dopo, adesso però lasciami finire il ragionamento. Dunque, sempre secondo tutti i dati ufficiali forniti dalla NASA, sulla Terra l’astronauta perfettamente equipaggiato poteva pesare complessivamente 170 chilogrammi mentre sulla Luna questo peso si riduceva a soli 28 chilogrammi. Perché dunque l’astronauta del filmato avrebbe dovuto fare tanta fatica per rialzarsi dopo una caduta?»
Fece nuovamente partire il filmato in cui si poteva vedere l’astronauta sollevarsi affannosamente solo al quarto tentativo e a quel punto Harrison fermò bruscamente l’immagine per farla ritornare indietro e rivederla in maniera rallentata. Una frazione di secondo prima che l’astronauta si ritrovasse in piedi era possibile intravvedere alle sue spalle un impercettibile riflesso luminoso.
«L’hai notato anche tu, vero? È come se qualcuno improvvisamente avesse tirato verso l’alto una sottile fune di acciaio per aiutare l’astronauta in difficoltà. Una cosa molto simile la puoi osservare anche nel filmato di ripartenza del LEM dal suolo lunare: in questo caso si nota che il binario sul quale scorre la navetta viene tradito dallo scintillio causato dalle polveri. Bene, adesso posso ritornare al discorso di prima riguardo al peso dello zaino. Devi sapere che nonostante sulla Luna la forza di gravità risulti solo un sesto di quella terrestre e gli astronauti completamente equipaggiati pesino solo 28 chilogrammi i loro salti non sono mai stati più alti di 60 centimetri. Questo fatto aveva destato qualche perplessità tra gli osservatori più attenti ma la stranezza sarebbe stata ancor più imbarazzante da spiegare se il peso dello zaino sulla Terra fosse stato di 60 chilogrammi invece dei 90 chilogrammi ufficialmente dichiarati. In questo caso infatti il peso dell’astronauta sulla Luna sarebbe risultato di soli 23 chilogrammi e quindi sarebbe stato lecito attendersi salti di altezze molto superiori a quelle che i filmati hanno mostrato.» 






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sabato 6 maggio 2017

SPECCHI SOLARI SULLA LUNA






Ancora oggi molti sono convinti che l’uomo sia andato sulla Luna sostenendo che la prova incontestabile dell’autenticità delle missioni Apollo sia rappresentata dal fatto che sulla Luna sono stati lasciati degli specchi solari. Questi specchi  vengono tutt’ora utilizzati dai ricercatori di tutto il mondo per calcolare, attraverso il tempo necessario che impiega  un raggio laser inviato da terra,  l’esatta distanza tra la Terra e la Luna. Ebbene tali specchi solari non possono essere considerati una prova dell’avvenuto sbarco degli astronauti americani perché anche i russi sono riusciti a posizionarli sul nostro satellite. Lunokhod 1 e 2 furono infatti due robot lanciati dall’URSS per l’esplorazione della Luna. Le missioni Lunokhod furono progettate principalmente per l’esplorazione della superficie lunare, la raccolta di immagini e lo studio delle aree lunari adatte per l’atterraggio e per la creazione di basi lunari. A bordo era previsto un radiofaro che doveva garantire le operazioni di allunaggio di eventuali veicoli con uomini a bordo. Lunokhod 1 fu portato sulla Luna dalla sonda Luna 17 e controllato a distanza ad atterrare sulla sua superficie. La navetta fu lanciata il 10 novembre 1970 alle 14:44:01, atterrò sulla Luna nel Mare Imbrium il 17 novembre alle 03:47.  Rimase attivo per 322 giorni percorrendo circa 10,5 km e trasmettendo oltre 20.000 immagini.


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martedì 2 maggio 2017

L'ETICHETTA DI COMPLOTTISTA


Recenti studi scientifici realizzati da psicologi e sociologi statunitensi e britannici hanno chiarito che, al contrario di quanto tradizionalmente affermato dagli stereotipi diffusi dai media, le persone etichettate come teorici della cospirazione siano in realtà più equilibrate rispetto a chi accetti supinamente le versioni ufficiali dei fatti contestati. Forse anche perché il loro parere ha smesso di essere espressione della maggioranza, i commentatori anti-cospirazione tendono a tradire una forte rabbia ed ostilità: “Lo studio ha dimostrato che i soggetti che supportano la versione ufficiale dei fatti relativi al primo sbarco sulla Luna  si esprimano generalmente in modo più ostile nel tentativo di persuadere chi la pensi in modo diverso da loro“. 
Si è inoltre appurato che gli avversatori delle teorie del complotto, oltre che fortemente ostili, sono anche più tendenti al fanatismo. I cosiddetti cospirazionisti, invece, non pretendono di avere una teoria del tutto esplicativa degli eventi: “Coloro che sostengono che gli sbarchi sulla Luna siano stati in realtà una cospirazione governativa, non mirano a promuovere una specifica teoria esaustiva, ma solo a smentire la versione ufficiale“. 
Il libro Conspiracy Theory in America, del politologo Lance De Haven-Smith, pubblicato dalla University of Texas Press, spiega come mai la gente non gradisca essere definita complottista. L’espressione, infatti, venne ampiamente utilizzata e diffusa dalla CIA per diffamare tutti quelli che osavano sollevare dubbi sulla versione ufficiale dell’assassinio di JFK, sullo sbarco sulla Luna e infine anche sulle Torri gemelle di New York. “La campagna della CIA per diffondere l’espressione ‘teoria del complotto ebbe l’obiettivo di rendere oggetto di scherno e di ostilità chi non credeva alle versioni ufficiali e si è rivelata una delle iniziative di propaganda di maggior successo di tutti i tempi. Paradossalmente il termine “teoria del complotto dovrebbe invece indicare  proprio   la reale cospirazione posta in essere dalla CIA.”
La psicologa Laurie Manwell della University of Guelph  in un articolo pubblicato sulla rivista America Behavioral Scientist (2010), asserisce che “le persone anti-complottiste non sono in grado di ragionare con lucidità su tali apparenti crimini contro la democrazia proprio per effetto della loro incapacità di elaborare informazioni che siano in conflitto con una linea di pensiero che è stata loro inculcata precedentemente“. 
Il professor Steven Hoffman dell’Università di Buffalo aggiunge che gli individui avversi alle teorie cospirative, piuttosto che prendere atto della realtà dei fatti, cercano informazioni che confermino le loro convinzioni preesistenti facendo ricorso a meccanismi irrazionali per evitare di confrontarsi con informazioni contrastanti. L’estrema irrazionalità di chi attacca le teorie della cospirazione è stata abilmente esposta anche dai docenti di comunicazione della Boise State University Ginna Husting e Martin Orr. 
In un articolo del 2007 hanno scritto: “Se io ti definisco complottista, mi importa ben poco se tu stia effettivamente dibattendo di una cospirazione realmente esistente o se hai semplicemente sollevato una questione che preferisco non vedere. Attraverso questa etichetta ti sto strategicamente escludendo dalla sfera in cui i dibattiti possono generare dei conflitti”. 
Ma ora, grazie a internet, chi mette in dubbio le versioni ufficiali non è più escluso dal dibattito pubblico. Dopo 46 anni di dominio la campagna ordita dalla CIA per soffocare il dibattito pubblico con la scusa del complottismo non sembra più funzionare. Negli studi accademici, così come nei commenti postati sotto alle notizie, le voci che sostengono la possibilità del complotto sono ormai più numerose e più razionali di quelle che continuano a supportare le versioni ufficiali. 


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