martedì 29 dicembre 2015

QUARANT'ANNI DI BUGIE ?



Se qualcuno non è convinto di un risultato scientifico e ne mette in discussione la veridicità l'unica cosa da fare è ripetere l'esperimento. Nel nostro caso invece nessuno è più capace di allontanarsi dall'orbita terrestre bassa. Pertanto, per deduzione logica e razionale ci possono essere solo due possibili motivi per giustificare questa stranezza: 1) Gli sbarchi non sono mai avvenuti e ancora oggi nessuno è in grado di andare sulla Luna. 2) La civiltà americana ha raggiunto il suo apice nel 1972 e poi si è involuta al punto che dopo 50 anni non è iù capace di fare le cose che faceva prima. Altre ipotesi non ne vedo. La Luna si trova ad una distanza media dalla Terra di 384.400 km, circa 1000 volte maggiore rispetto la distanza dall’orbita terrestre bassa situata a soli 380 chilometri dalla Teerra. Durante un’intervista televisiva a fianco di Samantha Cristoforetti, il capitano della Stazione Spaziale Internazionale, Terry Virts, ha dichiarato che la NASA sta progettando di costruire un razzo SLS per carichi pesanti che sarà molto più grande di quelli esistenti oggi e questo sarà in grado di portare uomini a bordo anche al di là dell’orbita terrestre il punto oltre il quale attualmente non siamo in grado di andare. Considerato che l’orbita terrestre più alta arriva a 35.000 chilometri e che la Luna è distante 400.000 di fatto ha ammesso che l’uomo non è ancora in grado di poter andare sulla Luna. Come mai nessuno lo ha mai smentito?




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lunedì 21 dicembre 2015

IL GIOCO DI PRESTIGIO DELLE IMMAGINI TELEVISIVE


Tratto dal romanzo di Guido Travan
IL GIORNO DELLA VERITÀ
Febbraio 2017

«Secondo la NASA le prime immagini televisive dell’uomo sulla Luna vennero trasmesse a Terra da un “sistema televisivo non convenzionale”, cioè un sistema non compatibile con il normale sistema NTSC che viene tutt’ora usato in America. Fu quindi necessario, sempre secondo loro, riprendere con una seconda telecamera lo schermo televisivo sul quale apparivano le immagini nitidissime provenienti dalla Luna. Così facendo le immagini risultavano un po’ offuscate ma per contro quell’aspetto spettrale risultava anche molto affascinante. Con la tecnica della doppia ripresa di immagini pre-registrate la NASA sapeva che ne raddoppiava la durata e, cosa molto più importante, poteva ottenere quell’effetto al “rallentatore” che caratterizza tutti i filmati lunari e che noi siamo portati ad attribuire alla minor gravità presente sulla superficie lunare. Adesso però ti voglio far vedere una cosa piuttosto interessante.»
Digitò rapidamente sulla tastiera del computer e sullo schermo cominciò a scorrere un filmato in cui si vedeva Neil Armstrong che saltellava sulla Luna. Il filmato durava solo venti secondi ma subito dopo le stesse immagini cominciarono a scorrere ad una velocità maggiorata del 33% ed improvvisamente il “magico” effetto della leggerezza lunare di cui sembrava godere Armstrong era svanito. Harrison si accese una sigaretta e poi riprese il suo ragionamento dal punto in cui l’aveva interrotto.
«Sempre secondo la NASA quelle preziose immagini in arrivo dalla Luna vennero catturate su nastri magnetici e messe da parte a futura memoria. In quel periodo furono utilizzati i primi nastri magnetici da due pollici, in gergo chiamati “ampex”. Questi servivano per poter registrare le trasmissioni televisive che fino ad allora potevano essere mandate solo in diretta ma è proprio qui che la storia comincia a fare acqua da tutte le parti. Prima di tutto non si capisce bene perché la NASA abbia sentito la necessità di sviluppare un sistema televisivo apposito e stranamente “non compatibile” con le TV di tutto il mondo. Allora infatti c’erano già le riprese a 16 mm che potevano garantire delle immagini di buona qualità mentre per la diretta TV potevano essere facilmente distribuite le immagini a 525 linee che avrebbero comunque soddisfatto la platea mondiale risultando di qualità molto superiore rispetto a ciò che invece è stato mostrato in quella notte.»
«E allora come mai avrebbero fatto questa scelta?»
«La risposta a mio avviso è molto semplice. Con questo escamotage nessun altro osservatorio al mondo è stato in grado di ricevere un solo fotogramma di quelli provenienti dalla Luna e così facendo il gioco di prestigio è perfettamente riuscito perché tutto è nella mente di chi guarda. Interessante vero?»



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mercoledì 16 dicembre 2015

ANDARE SULLA LUNA ? MISSIONE IMPOSSIBILE




Nel 1961, in un celebre discorso davanti al Congresso, il presidente John F. Kennedy affermò che gli Stati Uniti avrebbero dovuto "prendere l'impegno di raggiungere, prima della fine del decennio, l'obiettivo di far atterrare un uomo sulla Luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra". Non si trattava certo di una promessa da poco: 8 anni sembravano un lasso di tempo troppo breve. D'altro canto, c'era un fortissimo incentivo: l'Unione Sovietica, aveva preceduto gli Stati Uniti sia nella messa in orbita del primo satellite che nel mandare il primo uomo nello spazio. Il "grande nemico", che puntava anch'esso a raggiungere la Luna, andava battuto a qualsiasi costo. In effetti questa affermazione della Nasa è forse l’unica che corrisponde a verità, nel senso che raggiungere la Luna “a qualsiasi costo” comporta anche dover accettare l’idea di poterlo fare solo virtualmente, cioè realizzando un gigantesco inganno. Certamente il cosiddetto “piano B” è stato messo in atto dopo il tragico fallimento della missione Apollo 1 e la morte dei tre astronauti. L’opinione pubblica era in subbuglio e visti i risultati conseguiti appariva contraria allo sperpero di altro denaro pubblico per ulteriori missioni spaziali. Una volta compresa l’impossibilità di realizzare lo sbarco sulla Luna e vincere la sfida con l’Unione sovietica, è stato progettato il più straordinario inganno mai realizzato nella storia dell’umanità utilizzando la più potente arma di comunicazione di massa, cioè la televisione.


lunedì 14 dicembre 2015

CHE STRANO :L'UOMO NON TORNERA' PIU' SULLA LUNA !


"No, ci dispiace, non torneremo più sulla Luna". Così Charles Bolden , ex astronauta e attuale amministratore della NASA, ha spento gli entusiasmi di chi, a gran voce, chiede da tempo un'altra missione lunare da parte dell’uomo, a 40 anni dall'ultimo astronauta che ha camminato sul satellite della Terra, quell'Eugene Cernan comandante dell'Apollo 17. "O meglio - ha precisato Bolden nel corso di un recente meeting a Washington - non accadrà mai sotto la mia amministrazione". E anzi avvisa i suoi successori: "Se qualcuno cambiasse idea e organizzasse una nuova missione lunare nessuno, probabilmente, vedrà mai un americano né sulla Luna, né su Marte, né su un asteroide. Non si può cambiare il corso dell'esplorazione umana". Come a dire: i soldi sono quelli che sono e la Luna è un libro ormai letto e messo da parte, meglio concentrarsi su nuovi obbiettivi.Le parole di Bolden, insomma, ricalcano quelle pronunciate esattamente tre anni fa dal presidente Barack Obama, che annunciò il programma per le "esplorazioni spaziali" nel 21° secolo con un discorso tenuto al John F. Kennedy Space Center: "Siamo già stati sulla Luna e c'è ancora tanto da esplorare e da conoscere. In quell'occasione Obama disse che il governo USA avrebbe stanziato, per i successivi cinque anni, 6 miliardi di dollari per permettere alla NASA di lavorare alle nuove missioni, tra cui quella, affascinante, di portare un uomo su un asteroide entro il 2025. Proprio in queste ore il giornalista americano Alan Boyle ha dichiarato di aver appreso - da un membro dell'amministrazione Obama - che 100 milioni di dollari sarebbero già pronti per il budget NASA del prossimo anno fiscale per lavorare a una nave spaziale-robot in grado di catturare un piccolo asteroide e trasportarlo nelle vicinanze della Luna entro il 2019, rendendolo facilmente esplorabile da parte di una squadra di esseri umani qualche anno dopo, probabilmente già nel 2021. Questa missione, sostiene la fonte di Boyle, sarebbe propedeutica a una futura esplorazione di Marte da parte dell'uomo. "Tutto ciò non esclude la partecipazione della NASA ad altre missione, organizzate da terzi, che intendano riportare l'uomo sulla Luna" ha spiegato Bolden. E qualcuno, come l'azienda privata Golden Spike, ci sta già lavorando su, con l'intento di offrire un viaggio spaziale verso il nostro satellite a prezzi non proprio modici : 580 milioni di euro a persona. Il "no" alla Luna di Charles Bolden, inoltre, ha scatenato i cospirazionisti che, da tempo, cercano di dimostrare - attraverso un'attenta analisi dei filmati e delle fotografie di 40 anni fa - che lo sbarco dell'uomo sulla superficie lunare sia un colossale "falso" realizzato a regola d'arte dalla NASA. "Non possiamo tornarci perché in realtà non ci siamo mai stati e non siamo in grado di arrivarci": questo, in sintesi, il commento di chi non ha mai creduto all'allunaggio dell'Apollo 11 (luglio 1969) e delle successive missioni. Per i sostenitori del "complotto lunare" il "grande passo per l'umanità"di Neil Armstrong, primo astronauta sulla Luna, non sarebbe stato mosso nello spazio bensì in uno studio cinematografico. Un'ipotesi, questa, cavalcata da un film del 1978 di Peter Hyams, Capricorn One, che racconta di una falsa missione su Marte organizzata dalla Nasa per non vedersi cancellati i finanziamenti del governo. E da un popolare libro del fotografo francese Philippe Lheureux, pubblicato nel 2001, dal titolo Lumières sur la Lune.




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giovedì 26 novembre 2015

COMPLOTTISTA A CHI?



















Recenti studi scientifici realizzati da psicologi e sociologi statunitensi e britannici hanno chiarito che, al contrario di quanto tradizionalmente affermato dagli stereotipi diffusi dai media, le persone etichettate come ‘teorici della cospirazione‘ siano più equilibrate rispetto a chi accetti supinamente le versioni ufficiali dei fatti contestati. Forse anche perché il loro parere ha smesso di essere espressione della  maggioranza, i commentatori anti-cospirazione tendono a tradire una forte rabbia ed ostilità:  “Lo studio ha dimostrato che i soggetti che supportano la versione ufficiale dei fatti relativi al primo sbarco sulla Luna  si esprimano generalmente in modo più ostile nel tentativo di persuadere chi la pensi in modo diverso da loro“. Si è inoltre appurato che gli avversatori delle teorie del complotto, oltre che fortemente ostili, sono anche più tendenti al fanatismo. I cosiddetti cospirazionisti, invece, non pretendono di avere una teoria del tutto esplicativa degli eventi: “Coloro che sostengono che gli sbarchi sulla Luna siano stati in realtà una cospirazione governativa, non mirano a promuovere una specifica teoria esaustiva, ma solo a smentire la versione ufficiale“. Il libro Conspiracy Theory in America , del politologo Lance DeHaven-Smith, pubblicato dalla University of Texas Press, spiega come mai la gente non gradisca essere definita complottista. L’espressione, infatti, venne ampiamente utilizzata e diffusa dalla CIA per diffamare tutti quelli che osavano sollevavare dubbi sulla versione ufficiale dell’assassinio di JFK, sullo sbarco sulla Luna e infine anche sulle Torri gemelle di New York.“La campagna della CIA per diffondere l’espressione ‘teoria del complotto‘ ebbe l’obiettivo di rendere oggetto di scherno e di ostilità  chi non credeva alle versioni ufficiali e si è rivelata una delle iniziative di propaganda di maggior successo di tutti i tempi”. Paradossalmente il termine “teoria del complotto” dovrebbe invece indicare  proprio   la reale cospirazione posta in essere dalla CIA. La psicologa Laurie Manwell della University of Guelph  in un articolo pubblicato sulla rivista America Behavioral Scientist (2010), asserisce che “le persone anti-complottiste non sono in grado di ragionare con lucidità su tali apparenti crimini contro la democrazia proprio per effetto della loro incapacità di elaborare informazioni che siano in conflitto con una linea di pensiero che è stata loro inculcata precedentemente“. Il professor Steven Hoffman dell’Università di Buffalo aggiunge che gli individui avversi alle teorie cospirative, piuttosto che prendere atto della realtà dei fatti, cercano informazioni che confermino le loro convinzioni preesistenti facendo ricorso a meccanismi irrazionali per evitare di confrontarsi con informazioni contrastanti. L’estrema irrazionalità di chi attacca le ‘teorie della cospirazione’ è stata abilmente esposta anche dai docenti di comunicazione della Boise State University Ginna Husting e Martin Orr. In un articolo del 2007 hanno scritto: “Se io ti definisco complottista, mi importa ben poco se tu stia effettivamente dibattendo di una cospirazione realmente esistente o se hai semplicemente sollevato una questione che preferisco non vedere. Attraverso questa etichetta ti sto strategicamente escludendo dalla sfera in cui i dibattiti possono generare dei conflitti”. Ma ora, grazie a internet, chi mette in dubbio le versioni ufficiali non è più escluso dal dibattito pubblico. Dopo 46 anni di dominio la campagna ordita dalla CIA per soffocare il dibattito pubblico con la scusa del complottismo non sembra più funzionare. Negli studi accademici, così come nei commenti postati sotto alle notizie, le voci che sostengono la possibilità del complotto sono ormai più numerose e più razionali di quelle che continuano a supportare le versioni ufficiali. Per cui c’è poco da meravigliarsi se i cosiddetti ‘anti-complottisti’ appaiano sempre di più come una setta di ostili, paranoici individui manovrabili.




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sabato 21 novembre 2015

MATERIALMENTE INCREDIBILE , CIOE' NON CREDIBILE !


Sulla Luna Armstrong e Aldrin hanno lasciato la parte inferiore del Lem, zaini, soprascarpe, guanti, caschi, telecamere, due macchine fotografiche, un cassetto di strumenti e utensili vari, una antenna tv, il sismografo, il raccoglitore di campioni lunari, un telemetro a raggi laser, la bandiera americana, la targa- ricordo con le firme dei tre astronauti dell’Apollo 11 e del Presidente Nixon, una piccola scatola di alluminio contenente un dischetto di silicone di 3,75 centimetri di diametro: al suo interno erano stati miniaturizzati, sotto il titolo “messaggi di buona volontà” da tutto il mondo, i messaggi del Papa (una dedica in latino di Paolo VI e il Salmo ottavo della Bibbia), di 73 Capi di Stato (tra cui il Presidente della Repubblica italiana Giuseppe Saragat), una breve dichiarazione dei Presidenti americani che hanno approvato il programma spaziale (Eisenhower, Kennedy, Johnson e Nixon), i nomi dei deputati e senatori USA che hanno fatto parte delle commissioni parlamentari per lo spazio, i nomi di tutti i direttori e vicedirettori della NASA dalla sua fondazione.Secondo la NASA, le prime immagini televisive dell'uomo sulla Luna vennero trasmesse a terra da un "sistema televisivo non convenzionale", ovvero non compatibile con il normale sistema NTSC (che viene tutt'ora usato in America). Fu quindi necessario, ci dicono, riprendere con una seconda telecamera … lo schermo televisivo "speciale" sul quale apparivano - nitidissime, pare, per chi le vedeva - le immagini in arrivo dalla Luna.Ecco come noi avremmo finito per vedere quelle immagini offuscate e un po' "spettrali" - ma non per questo meno affascinanti - che tutti ricordiamo.(Il maligno qui può suggerire che ci sia invece un motivo tecnico molto preciso, per cui sarebbe stata scelta l'opzione della "doppia ripresa". Riprendendo delle immagini pre-registrate da un monitor de-interlacciato, se ne raddoppia la durata, e si ottiene quindi quell'effetto di "rallentatore" che caratterizza tutti i filmati "lunari", e che siamo invece istintivamente portati ad attribuire alla minore gravità del satellite. Basta infatti prendere un qualunque filmato lunare, e proiettarlo a doppia velocità, per veder scomparire quel "magico" effetto di leggerezza di cui sembrano godere tutti gli astronauti della NASA.)Naturalmente, sempre secondo la NASA, quelle preziose immagini in arrivo dalla Luna vennero comunque catturate su nastro magnetico, e messe da parte a futura memoria. In quel periodo in effetti si iniziavano ad usare i primi nastri magnetici da due pollici, detti "ampex", per registrare le trasmissioni televisive, che fino a quel giorno erano state solo in diretta.Ma è proprio qui che la storia comincia a fare acqua da più parti. Prima di tutto, non si capisce bene perché la NASA abbia voluto sviluppare addirittura un sistema televisivo apposito, "non compatibile" con le TV di tutto il mondo, quando, da una parte, c'erano già le riprese a 16 mm. a garantire le immagini "di qualità", mentre per la diretta TV una normalissima immagine a 525 linee avrebbe soddisfatto la platea mondiale molto di più di ciò che abbiamo visto tutti quella notte.(Sempre per il maligno, diventa invece facile suggerire come questo "escamotage" spieghi perché nessun altro osservatorio al mondo sia mai stato in grado di ricevere un solo fotogramma di quelli provenienti dalla Luna).Ma la cosa più clamorosa è la faccenda della "perdita" del nastro originale. Questo tipo di materiale infatti, per essere conservato nel tempo, va protetto e mantenuto in un ambiente sterile, a temperatura e umidità costanti, in modo da rallentarne al massimo il naturale processo di degrado. E' anche buona regola, nel caso di riprese di valore storico eccezionale come queste, farne un certo numero di copie, da conservare saggiamente in luoghi ben distanti l'uno dall'altro. Se un terremoto dovesse distruggere l’originale che sta nel Maryland, ad esempio, c'è sempre la copia che era conservata a Langley, o viceversa.Ma la cosa più saggia di tutte - obbligatoria, anzi, in questo caso - sarebbe stata quella di procedere appena possibile a digitalizzare il nastro, trasformando in permanenti tutte quelle informazioni che sono invece destinate al deperimento naturale, trattandosi di nastro analogico. E' un'operazione che si sarebbe potuta, e dovuta, fare in tutta tranquillità già da oltre dieci anni. Invece, nessuno pare ci abbia pensato.In ultimo, non avrebbe guastato usare all'umanità la cortesia di mostrarci, anche soltanto una volta, queste famose immagini lunari "di altissima qualità", la cui memoria invece pare destinata a scomparire insieme a quei pochissimi che sono ancora vivi fra quei pochi che le videro al momento degli allunaggi.
In altre parole, è scomparso il nastro più importante della storia umana, senza che nessuno lo abbia mai visto. E la cosa più paradossale è che una notizia del genere non faccia in realtà notizia! 

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giovedì 19 novembre 2015

QUANTI CREDONO ALLO SBARCO SULLA LUNA?
































Il fatto che a distanza di 46 anni dal primo sbarco lunare non ci siano ancora prove certe inoppugnabili appare quanto mai evidente da alcuni recenti sondaggi. 
Ecco un estratto da pag.62 del libro di Paolo Attivissimo :  
“Luna? Sì, ci siamo andati!”. 

"Un sondaggio condotto nel 2006 dalla Dittmar Associates fra i giovani adulti americani ha indicato che il 27% di loro ha dubbi sulla realtà degli sbarchi e che il 10% del campione complessivo ritiene che sia “altamente improbabile”che ci siano stati realmente degli sbarchi lunari umani. Il già citato sondaggio Zogby ha sottolineato che la fascia d’età fra i 18 e i 29 anni è quella nella quale l’accettazione della realtà storica delle missioni lunari è meno diffusa.Nel Regno Unito, un sondaggio via Internet, svolto nel 2008 su un campione di 1000 persone in occasione del lancio del film X-Files: IWant to Believe, ha indicato che il 35% dei partecipanti ritiene che gli allunaggi Apollo furono una finta. Un altro rilevamento, effettuato nel 2009, ha invece stimato che i lunacomplottisti britannici sono il 25%. In Germania, Der Spiegel lanciò nel 2001 un sondaggio online che negli anni ha totalizzato più del 46% di voti in favore delle tesi di messinscena. Altri rilevamenti a partecipazione volontaria (basati quindi su campioni che non rispecchiano necessariamente la media della popolazione) danno percentuali variabili dal 45 al 62% fra i francofoni, del 40% in Svezia e del 49% in Russia. In genere chi crede alle teorie di complotto si adopera più della media per far conoscere le proprie idee, per cui queste cifre vanno prese con un pizzico di cautela, ma sono comunque degne di riflessione."




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lunedì 16 novembre 2015

CHIEDO TROPPO ?


Un astronauta è un essere umano che viaggia nello spazio. I criteri per determinare il significato di "viaggio nello spazio" sono differenti nelle differenti culture dei singoli Paesi coinvolti. Negli Stati Uniti sono considerati astronauti coloro che superano un’altitudine di 50 miglia (circa 80 km) mentre in Russia per volo spaziale si intende una traiettoria orbitale (orbita geocentrica) che debba fare almeno un giro attorno alla Terra. Se consideriamo i dati ufficiali (aggiornati al 20 giugno 2011) secondo la definizione americana, sono andate nello spazio un totale di 529 persone e queste hanno complessivamente totalizzato oltre 30.000 giorni di permanenza (inclusi più di 100 giorni di passeggiate spaziali). Le persone che fino ad oggi hanno effettuato viaggi nello spazio provengono da 38 Paesi diversi. A vederla così sembrerebbe che lo spazio cosmico sia stato ormai conquistato dall’intraprendenza umana ma quasi tutti si dimenticano di sottolineare un aspetto importante. Sapete a che distanza dalla Terra sono volati gli Shuttle? Forse resterete delusi dal sapere che hanno volato in orbita terrestre bassa, cioè tra i 185 e i 643 km dalla Terra.  Sapete a che distanza massima dalla Terra è arrivata una navicella spaziale con equipaggi a bordo?  Il record appartiene alla navicella Gemini 11 che il 12/09/1966 raggiunse i 1.374 km di distanza dalla Terra. Adesso considerate pure che la Luna è distante dalla Terra 386.000 km. Gli Shuttle sono considerate le macchine spaziali più sofisticate mai realizzate nella storia dell’uomo . Tra il primo lancio avvenuto nel 12/4/1981 e l’ultimo del 21/02/2011 ci sono state ben 135 straordinarie missioni spaziali e tutte si sono concluse con successo ad esclusione delle due tragedie del Challenger (28/01/1986) e del Columbia (01/02/2003). In confronto ai modernissimi Shuttle le navicelle Apollo erano considerate macchine antidiluviane eppure nessuno degli Shutlle ha mai superato la quota di 643 Km di distanza dalla Terra. Stranamente  non solo gli Shuttle ma nessuna altra navicella al mondo, dopo il presunto sbarco sulla Luna,  si è mai avventurata oltre l’orbita terrestre bassa, quella che è compresa tra i 160 ed i 2000 km., che, guarda caso, è proprio il limite oltre il quale le fasce di van Allen diventano letali per la sopravvivenza dell’uomo. Non solo gli americani ed i russi, ma nessun altro astronauta si è mai avventurato oltre tale limite. Di studi sulle fasce di van Allen ce ne sono a centinaia con conclusioni di vario genere e spesso contrastanti tra loro. Quando però si vuole dimostrare qualcosa di scientifico, ove ci siano dubbi sui risultati, la cosa più saggia e risolutiva è quella di dimostrare i risultati asseriti ripetendo la prova. Invece, guarda caso, dal 1972 in poi nessun astronauta, di nessuna Nazionale al mondo, non solo non è mai mai tornato sulla Luna, ma non è nemmeno riuscito a superare quell’orbita terrestre bassa dove la nostra simpatica Samanta Cristoforetti ha trascorso sei mesi sulla Stazione orbitante internazionale (a soli 380 Km di distanza dalla Terra). Quindi vi chiedo una cortesia.  Voi siete assolutamente convinti che tra il 1969 ed il 1972 gli americani abbiano davvero mandato sei diverse missioni sulla Luna e che 12 astronauti ci abbiano camminato sopra saltellando allegramente passando da +130 gradi della zona al sole a -100 in quella all’ombra come se nulla fosse? Beh, io non lo sono per niente ma  non pretendo che ripetiate l’esperimento (tanto so già la risposta, cioè non si buttano via soldi per fare una cosa che si è già fatta, giusto?) ma mi basterebbbe che una missione con equipaggio a bordo arrivi almeno fino all’orbita terrestre alta dove ci sono le stazioni satellitari GPS posizionate a 35.790 km dalla Terra. In fondo questa è una distanza undici volte inferiore a quella della Luna ( 386.000 km) e non dovrebbe essere poi così difficile no?  Ecco, mi basterebbe questo, perché allora verrebbe finalmente dimostrato che l’uomo è in grado di superare indenni le fasce di Van Allen le cui radiazioni cosmiche  risultano particolarmente intense e letali tra i 14.500 km ed i 19.000 km dalla Terra. Se gli americani non vogliono farlo perché troppo impegnati a mandare sonde su Marte, mi accontento anche di una navicella russa, cinese, giapponese o indiana purchè abbia astronauti a bordo. Chiedo troppo? 



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