Dal lontano 1972 nessun uomo è più tornato sulla luna. Grazie al web tutte le perplessità riguardo al materiale fotografico scattato sul suolo lunare hanno posto seri dubbi sull’autenticità delle missioni Apollo e la scomparsa dei nastri originali non ha fatto che alimentare ulteriori sospetti.
Ieri
sera ero presente alla giornata di
apertura della mostra internazionale del cinema e con una certa curiosità ho assistito
alla proiezionedel nuovo film di Damien
Chazelle “Il primo Uomo”. L’idea di
poter ricostruire in maniera cinematografica le vicende del primo sbarco sulla
Luna a distanza di quasi 50 anni è una sfida alquanto difficile e non a caso fino ad ieri
sera nessuno ci aveva ancora provato. C’era infatti il rischio di cadere nel
tranello dell’esaltazione esagerata dell’impresa impossibile, del coraggio e
del patriottismo degli astronauti oppure di puntare troppo sull’aspetto spettacolare a tutti i costimagari enfatizzato da effetti scenici straordinari
accompagnati da colonne sonore strappalacrime, insomma un po’ com’era accaduto alcuni anni fa con il film “Apollo 13”.
Invece non è accaduto nulla di tutto questo e bisogna quindi riconoscere tutta la bravura del registache a soli 33 anni si sta affermando come il
nuovo Steven Spielbergnel panorama
cinematografico mondiale. Damien Chazelle sceglie infatti di privilegiare
gli aspetti umani della figura di
Neil Armstrong rispetto a tutto il contesto ed è in fondo questa la vera novità.
Reso omaggio alla sua bravura per le modalità di esecuzione delle scene e anche per la scelta di alcuni dei brani
musicali (non tutti però) bisogna però
anche dire che “il primo uomo” è un ottimo film ma non è un
capolavoro.A mio avviso è forse un po’
troppo lungo e alcune scene girate all’interno della navicella risultano eccessivamente
angoscianti e claustrofobiche anche perché accompagnate da una musica con
rumori esterni esagerati (sembrava fossero in un sottomarino stritolato dalla
pressione).
In
ogni caso non bisogna essere dei veggenti per anticipare che questo film avrà un
successo enorme perché è stato sapientemente accompagnato da una campagna
mediaticasenza precedenti che ha già
scatenato la frenetica attesa di poterlo vedere nelle sale il prossimo ottobre.
A
margine di tutto questo però vorrei aggiungere alcune considerazioni personali
riguardo la storia vera o presunta dello sbarco sulla Luna. Fa un po’
impressione vedere le bellissime scene finali del film con la discesa di Apollo
11 sulla superficie lunare. Fa impressione perché quelle immagini elaborate da sofisticati
programmi di computer grafica sembrano vere anche se noi sappiamo bene che non possono esserlo perché è solo un film.
Ma essendo un film tratto da una storia vera riesce a rendere vera e credibile anche
quella storia che vera non lo è mai stata (ok, sono un complottista e lo
ammetto).
Il
cinema in fondo è un’arte, è un modo per
poter ingannare lo spettatore producendo la magia di rendere credibile anche ciò che
non esiste. Allora penso a Stanley Kubrik e mi chiedo: Chi può escludere che
anche nel 1969 non sia accaduta la stessa identica magia?
Pochi
l’hanno notato ma nella parte in alto sul manifesto pubblicitario del film c’è questa
scritta:
”
SCOPRITE L’IMPOSSIBILE VIAGGIO SULLA
LUNA”.
Sembra quasi un messaggio subliminale, criptico, un po' come la scritta che era apparsa sul manifesto di Capricorn one : Vi sorprenderebbe scoprire che il più grande momento della nostra storia recente potrebbe non essere mai accaduto?
Che
al giorno d’oggi sia un viaggio impossibile ne sono assolutamente convinto anch’io
altrimenti ora sul nostro satellite ci sarebbe una base militare americana.
Tra
le innumerevoli cose poco credibili delle missioni Apollo c’è ne una in
particolare che a mio avviso non viene considerata abbastanza pur essendo
davvero clamorosa.
Di
che cosa si tratta? Ve lo spiego subito.
Dunque
io per un attimo mi sono immaginato di essere al vertice di comando della Nasa
e di dover organizzare nei minimi dettagli le missioni Apollo. Poiché era
evidente che la conquista della Luna da parte degli americani avrebbe provocato
un interesse mediatico planetario era del tutto condivisibile l’idea di voler immortalare l’impresa del secolo con decine di ore di filmati da trasmettere in TV assieme
a migliaia di scatti fotografici in bianco e nero e a colori. Fin qui siamo
tutti d’accordo ed infatti durante le sei trionfali missioni dell’Apollo 11-12-14-15-16-17 sono state
scattate complessivamente 13.887 immagini delle quali ben 5.771 eseguite durante
le passeggiate lunari.
Tutto
bene dunque? Invece no, proprio per niente perché in tutti questi meravigliosi
scatti c’è qualcosa di stonato e di assurdo che sfugge ad una qualsiasi logica
razionale.
Non
lo avete immaginato? Beh, allora sarò più diretto e lo spiegherò in parole molto
semplici.
Il
fatto è che tra le 5.771 immagini che sarebbero state scattate sulla Luna gli
astronauti hanno fotografato da ogni angolazione possibile la bandiera
americana, la storica impronta sulla sabbia lunare, il LEM, gli specchi solari,
i vari attrezzi per la misurazione del vento solare, il rover, le rocce, le
colline lunari, i crateri, una bibbia in miniatura, un disco in metallo con
incisi i messaggi di vari capi di stato e del Papa, una statuetta a ricordo
degli astronauti morti, una fotografia della famiglia di un astronauta, perfino
un astronauta mentre gioca a golf e molto altro ancora.
Hanno
immortalato praticamente qualsiasi inezia ad esclusione delle due sole cose veramente
importanti: la Terra e le stelle! Eppure la
volta celeste vista dalla Luna, completamente libera dall’atmosfera e dalle
nubi, doveva apparire uno spettacolo di una bellezza straordinaria oltre a
costituire la prova inoppugnabile dello sbarco.
Mi
vengono allora in mente le parole di Bill Kaysing, che già nel lontano 1974 osò
mettere clamorosamente in dubbio l’autenticità delle missioni Apollo con il suo
libro (We never went to the moom - non
siamo mai stati sulla Luna). Le sue parole furono: “È come se voi foste andati a visitare le cascate del
Niagara ed invece di fotografarle avreste fatto solo la foto ricordo del panino
che avevate mangiato”.
Visto che
non può ovviamente trattarsi di una dimenticanza (in tutte e 6 le missioni?) viene
allora spontaneo domandarsi perché cavolo non lo hanno mai fatto.
La risposta c’è
ed è molto semplice. Dovendo falsificare
gli sbarchi sulla Luna con immagini scattate a terra il problema più insormontabile
era proprio quello di fotografare la Terra vista dalla Luna in maniera verosimile ed una volta compreso che quelle
immagini non sarebbero risultate credibili hanno semplicemente deciso di non farle.
Immagino già
la prima reazione del debunker di turno e cioè che però esiste un’immagine della
Terra vista dalla Luna (classificata con la sigla AS17-134-20471) e
sarebbe stata scattata durante l’ultima missione lunare dell’Apollo
17 nel dicembre 1972. L’immagine in effetti ritrae
l’astronauta Eugene Cernan e nel cielo nero dietro di lui si vede piuttosto
bene la Terra. Peccato però che in questa immagine, analizzata al computer dagli
esperti, la Terra risulti essere stata
inserita con un grossolano fotomontaggio che poi la stessa Nasa era stata
costretta a dover ammettere giustificandosi con il fatto che lo scopo era solo
quello di rendere l’immagine più scenografica.
E allora qual'è la posizione ufficiale della Nasa relativamente
alla mancanza delle Terra nelle immagini delle missioni Apollo? La spiegazione fornita dalla
Nasa era che l’angolo di inclinazione della Terra rispetto al cielo lunare
impediva di fatto agli astronauti di poterla inquadrare così come ben schematizzato nell’immagine
qui sotto.
Il
ragionamento sembrerebbe condivisibile. Tutto a posto allora?
Assolutamente
no, perché è ridicolo pensare che per arrivare sulla Luna gli americani
sarebbero stati capaci di risolvere una serie infinita di problemi
insormontabili e di fronte all’ipotesi di dover inclinare di pochi gradi una macchina
fotografica per poter riprendere la Terra si siano arresi subito e ci abbiano
rinunciato. Ma se avevano pensato ad ogni più piccolo dettaglio possibile che si siano dimenticati di fare
proprio l’unica cosa che uno dovrebbe
fare una volta messo piede sulla Luna, e cioè un bel ritratto della Terra
in primo piano e poi magari anche delle meravigliose
costellazioni dopo aver perso qualche minuto per posizionare la macchina fotografica su un piccolo cavalletto?
Possibile che dopo aver scattato centinaia e centinaia di inutili foto
non abbiano sentito il bisogno di soddisfare il proprio inesauribile orgoglio
patriottico fotografando anche la propria amata America?
No, io non
lo credo possibile e allora se non lo hanno fatto era solo perché non potevano
farlo. E se non lo potevano fare era solo perché non erano sulla Luna.
Semplice no?
Già, la
risposta più semplice è quasi sempre quella giusta…
Non appena si
nomina la teoria del complotto lunare (moohoax), immancabilmente sul web si
scatenano i debunkers, ossia quelli che sostengono l’autenticità degli sbarchi
sulla Luna con le missioni Apollo tra il 1969 ed il 1972. Ecco che allora inizia la fase di discredito che avviene con
modalità ben precise. Per prima cosa viene inserita tra le teorie del complotto
anche la teoria della terra piatta.In questo modo si crea l'associazione inconscia che tutte le teorie del
complotto siano per forza solo delle scemenze.Il passo successivo per screditare la teoria del complotto lunare consiste
nell’affermare che se credi ad una qualsiasi delle teorie del complotto credi
inevitabilmente anche alla terra piatta, ai rettiliani e alle scie chimiche. Insomma
risulta quasi automatico accostare tutte le teorie che hanno un solido fondamento
(complotto lunare, 11 settembre, assassinio di John Kennedy) a tutte le altre teorie
strampalate e prive di ogni fondamento razionale (terra piatta, rettiliani,
ufo). Si tratta di una vera e propria tecnica di comunicazione che fa presa facilmente
su chi non ha molto tempo per documentarsi e accetta supinamente la verità
ufficiale diffusa grazie alle televisioni o i giornali. E non è nemmeno una
cosa sporadica o occasionale ma all’opposto, è decisamente una consuetudine
consolidata. L’ho potuto verificare di
persona ogni volta che ho pubblicato un post o un commento relativamente allo
sbarco sulla Luna e subito dopo mi ritrovo il commento dell’idiota di turno che
più o meno è su questa falsariga:
“E quelli che credono alla terra piatta? e
quelli che sono convinti che gli alieni sono in mezzo a noi per sorvegliarci? E
quelli che L'11 settembre è solo un complotto ordito dal Mossad in combutta con
la CIA? E quelli che le scie chimiche dei jet in realtà vogliono avvelenarci
tutti? E i no-Vax che credono che i vaccini causano l’autismo? E i rettiliani, gli uomini lucertola dagli
occhi verdi che vogliono dominarci? E che palle questi complottisti del cazzo!”
Il vero
problema non è quello di poter discutere e confrontarsi. Il vero problema è che di fronte all’ignoranza
e alla stupidità c’è ben poco da fare per cui mi rendo conto di quanto sia
difficile riuscire a scardinare la falsità di quelle missioni immaginarie che però sono ormai parte della nostra memoria collettiva. Eppure
basterebbe ragionare efar comprendere
che una qualsiasi teoria complottisticaè ridicola solo quando i suoi moventi sono altrettanto ridicoli. Se qualcuno
sostiene che il governo americano ci tiene nascosta la notizia che la Terra è
piatta è alquanto facile intuire come questa tesi non abbia alcun movente plausibile (a
chi giova?) e quindi di rigettarla. Se invece
si parla del complotto lunare i moventi dell’inganno sono molteplici e riguardano la necessità di distogliere
l’attenzione dell’opinione pubblica dalla guerra nel Vietnam, dall'opportunità di affermare la supremazia
del sistema capitalistico americano sul comunismo sovietico e soprattutto sulla possibilità di
ottenere un finanziamento da oltre 230 miliardi di dollari per le società
aerospaziali private che tra l’altro hanno avuto modo di sperimentare nuovi brevetti anche per un
utilizzo militare. In questo caso si può dunque affermare che i moventi sono
tutt'altro che ridicoli e pertanto la teoria del complotto acquista tutt'altra
considerazione. Basterebbe ragionare, certo, ma è molto più semplice troncare
ogni discussione dicendo “che palle
questi complottisti del cazzo”.
Al mondo c’è una minoranza di persone a cui piace informarsi,
discutere, approfondire, conoscere. Queste persone non si limitano a leggere
solo i titoli dei giornali (siamo tutti di fretta no?) ma cercano di farsi
un’opinione al di fuori dei condizionamenti della televisione.
E poi , come cantava Enzo Jannacci, ci sono quelli che…
·quelli che credono sia
stato possibile quasi 50 anni fa andare
e tornare sulla Luna sei volte in tre anni con una capsula ridicola rivestita
da carta domopack e nastro adesivo
·quelli che non ha alcuna importanza se nel 1969 non
esistevano i satelliti GPS, le macchine fotografiche digitali, i personal
computer, i disegni in 3D e non avevano nemmeno inventato il fax perché tanto
quello che contava era la potenza dei razzi
·quelli che allora le
fasce di van Allen non erano un problema e che per gli astronauti era come
assorbire le radiazioni pari ad un paio di radiografie
·quelli che sono convinti
che gli americani non sono più ritornati sulla Luna perché costa troppo
·quelli che però sono
convinti che entro 5 anni l’uomo metterà piede su Marte
·quelli che se la Nasa non
riesce a mandare in orbita una navicella Orion con equipaggio a bordo nemmeno a
5.000 km di distanza è solo perché devono ancora sperimentare nuove misure di
sicurezza per gli astronauti
i
·quelli che credono che
Neil Armstrong riuscì a pilotare il modulo di discesa disattivando il
rudimentale computer di bordo e reimpostando in pochi secondi tutti i dati di
velocità, inclinazione, forza di gravità, rotazione, potenza dei retrorazzi e
distanza dalla Luna osservando il suolo dal minuscolo finestrino rotondo di 20
cm di diametro
·Quelli che credono
seriamente che Neil Armstrong abbia riacceso i motori di ripartenza dalla Luna
inserendo un pennarello nel pannello di controllo per sostituire la levetta
rotta
·quelli che non ha
importanza se l’enorme potenza dei retrorazzi non ha provocato nemmeno lo
spostamento di un sassolino sotto il LEM
·quelli che pensano sia
possibile scattare delle fotografie utilizzando una comune pellicola di
celluloide Kodak Ektachrome nonostante all’ombra la temperatura fosse di – 100 gradi
e al sole di +130 gradi
·quelli che tanto le
macchine fotografiche Hasselblad 500 EL avevano una schermatura appositamente
studiata per l’ambiente lunare
·quelli che pensano sia normale
abbandonare sulla superficie lunare tutte
le macchine fotografiche e le cineprese e che quindi è normale che nessuno
potrà mai verificare le meravigliose schermature adottate dalla Nasa
·quelli che pensano sia
normale fotografare la bandiera americana da ogni angolo possibile, le impronte
sulla sabbia lunare, gli spechi solari, il rover, il Lem, la statuetta in onore
degli astronauti americani morti, una bibbia in miniatura, un disco di metallo
con inciso il messaggio del Papa, una fotografia della famiglia di un
astronauta inserita in una bustina di
plastica trasparente posata al suolo
dove c’erano 130 gradi
·quelli che pensano sia
normale che in tutte e sei le missioni Apollo gli astronauti si siano
dimenticati di fotografare la Terra
·quelli che pensano sia
normale che in tutte le sei missioni Apollo gli astronauti si siano dimenticati
di portarsi dietro un treppiede per poter scattare delle fotografie con tempi
di esposizione più lunghi per immortalare le stelle e le galassie più lontane
in assenza di atmosfera
·quelli che pensano sia
normale che la Nasa abbia imposto un divieto di sorvolo di tutte e sei le zone
degli sbarchi perché i luoghi devono essere preservati da possibili
contaminazioni
·quelli che è un dettaglio
insignificante se la bandiera americana sventola in assenza di aria
·quelli che pensano sia
normale riuscire a trasmettere un segnale videoin diretta dal rover mentre la sua ridicola antenna parabolica
alimentata a batteria oscilla come un pendolo
·quelli che tanto se fosse
stato un inganno i russi lo avrebbero detto
·quelli che trovano
normale vedere l’astronauta Alan Shepard della missione Apollo 14 giocare a
golf e mandare una pallina lontanissimo perché gli astronauti devono pur
divertirsi
·quelli che l’esperimento
della piuma e del martello che cadono assieme al suolo durante la missione
Apollo 15 è una prova scientifica inoppugnabile
·quelli che le rocce lunari sono un’altra prova inconfutabile anche se in Antartide hanno
trovato dei meteoriti con le stesse identiche caratteristiche geologiche
·quelli che le immagini
trasmesse in diretta sono una prova inoppugnabile anche se in verità quelle
trasmissioni televisive erano registrate da una telecamera dallo schermo di
ricezione in Australia per essere convertite nel segnale standard americano
·quelli che se nelle
fotografie la luce del sole va in due direzioni diverse non vuol dire che le
foto sono false perché sulla Luna tutto è diverso
·quelli che se le immagini
della ripartenza dalla luna sembra fatta con un modellino è solo perché il LEM
non produce una fiamma visibile
·quelli che se dopo quasi
50 vengono smarriti i nastri originali dello sbarco sulla Luna è solo perché
sono cose che possono succedere
·quelli che è difficile
ritornare sulla Luna perché tutti i disegni ed i progetti delle missioni Apollo
sono stati distrutti in quanto la loro conservazione in ambienti adeguatamente
climatizzati costava troppo
·quelli che trovano
normale annullare l’incarico per una pubblicazione scientifica affidato allo
scienziato James Oberg per chiarire tutti i dubbi delle missioni Apollo
·quelli che trovano
normale che l’annullamento della pubblicazione fosse giustificato dal fatto che
l’opinione pubblica era insorta e non
avrebbe accettato che venissero sperperati ben 15.000 dollari di denaro
pubblico per una simile sciocchezza mentre il costo totale delle missioni
Apollo è stato di 230 miliardi di dollari
·quelli che la telefonata
del presidente Richard Nixon sulla Luna era proprio emozionante
·quelli che se gli
astronauti che cadevano al suolo si rialzavano magicamente non era perché
veniva azionato un cavo metallico e quel riflesso era solo un effetto di
conversione delle immagini
·quelli che se gli
astronauti parlano in cabina mentre i motori dei retrorazzi sono accesi è una
cosa normale nonostante sia presente un livello di rumorosità superiore a 140
dB
·quelli che quando gli
astronauti dicono che il cielo era di un nero assoluto pensano che sia una cosa
normale anche se in tutte le altre missioni gli astronauti hanno sempre
commentato con parole di meraviglia i colori delle stelle e delle galassie
·quelli che se il
comandante della stazione spaziale internazionale Terry Virts dice che
nell’orbita bassa a 380 km dalla Terra in cui stazionano lui e la Samantha Cristoforetti
è il luogo più lontano in cui l’uomo può sopravvivere nello spazio deve essere stato frainteso
·quelli che sono convinti
che le immagini fornite da una sonda
giapponese scattate sopra uno dei siti di allunaggio inviate da un’altezza d1
23 km di altezza sono una prova inoppugnabile anche se in realtà si può
intravvedere solo qualche puntino sgranato e non certo la sagoma del Lem
·quelli che se tutti e tre
gli astronauti dell’Apollo 11 si sono sempre rifiutati di giurare sulla bibbia
di essere andati sulla Luna è una cosa normalissima
·quelli che se l’impronta
dello scarpone sulla sabbia lunare non dovrebbe lasciare delle scanalature così
nitide in assenza di acqua e di umidita è solo un dettaglio insignificante
·quelli che non sanno spiegare
perché Neil Armstrong risponda immediatamente alla domanda che giunge da
Houston mentre invece il suono dovrebbe avere un ritardo di 2.5 secondi ma sono sicuri che sui nastri
originali smarriti questa anomalia non c’era
·quelli che trovano normalissimo
che tutte le immagini inviate dalla sonda inviata su Marte a 65 milioni di km dalla Terra sono a
colori e dettagliatissime mentre invece quelle inviate dalla Luna a soli 400 mila km sono in bianco e
nero e non si vede nulla
·quelli che se le tute
spaziali durante le escursioni lunari facevano le grinze anziché essere gonfie
a causa del vuoto assoluto non è un problema perché si vede che le avevano progettate in modo adeguato
·quelli che se la sabbia
sottile sollevata dai rover forma delle nuvolette sospese come se ci fosse un
ambiente con l’aria non si deve pensare male
·quelli che sono convinti
che l’onere della prova spetti ai complottisti e che la Nasa non deve
dimostrare niente