giovedì 30 agosto 2018

IL PRIMO UOMO


Ieri sera ero presente  alla giornata di apertura della mostra internazionale del cinema e con una certa curiosità ho assistito alla proiezione  del nuovo film di Damien Chazelle “Il primo Uomo”.  L’idea di poter ricostruire in maniera cinematografica le vicende del primo sbarco sulla Luna a distanza di quasi 50 anni è una sfida  alquanto difficile e non a caso fino ad ieri sera nessuno ci aveva ancora provato. C’era infatti il rischio di cadere nel tranello dell’esaltazione esagerata dell’impresa impossibile, del coraggio e del patriottismo degli astronauti oppure di puntare troppo  sull’aspetto spettacolare a tutti i costi  magari enfatizzato da effetti scenici straordinari accompagnati da colonne sonore strappalacrime, insomma un po’ com’era  accaduto alcuni anni fa con il film “Apollo 13”. Invece non è accaduto nulla di tutto questo e bisogna quindi riconoscere  tutta la bravura del regista  che a soli 33 anni si sta affermando come il nuovo Steven Spielberg  nel panorama cinematografico mondiale. Damien Chazelle sceglie infatti  di  privilegiare  gli aspetti umani della figura di Neil Armstrong rispetto a tutto il contesto ed è in fondo questa la vera novità. Reso omaggio alla sua bravura per le modalità di esecuzione delle scene  e anche per la scelta di alcuni dei brani musicali (non tutti però)  bisogna però anche dire che “il primo uomo” è un ottimo film ma non è un capolavoro.  A mio avviso è forse un po’ troppo lungo e alcune scene girate all’interno della navicella risultano eccessivamente angoscianti e claustrofobiche anche perché accompagnate da una musica con rumori esterni esagerati (sembrava fossero in un sottomarino stritolato dalla pressione).
In ogni caso non bisogna essere dei veggenti per anticipare che questo film avrà un successo enorme perché è stato sapientemente accompagnato da una campagna mediatica  senza precedenti che ha già scatenato la frenetica  attesa di  poterlo vedere nelle sale il prossimo ottobre.
A margine di tutto questo però vorrei aggiungere alcune considerazioni personali riguardo la storia vera o presunta dello sbarco sulla Luna. Fa un po’ impressione vedere le bellissime scene finali del film con la discesa di Apollo 11 sulla superficie lunare. Fa impressione perché quelle immagini elaborate da sofisticati programmi di computer grafica sembrano vere anche se noi sappiamo bene  che non possono esserlo perché è solo un film. Ma essendo un film tratto da una storia vera riesce a rendere vera e credibile anche quella storia che vera non lo è mai stata (ok, sono un complottista e lo ammetto).
Il cinema in fondo è un’arte, è  un modo per poter ingannare lo spettatore producendo  la magia di rendere credibile anche ciò che non esiste. Allora penso a Stanley Kubrik e mi chiedo: Chi può escludere che anche nel 1969  non sia accaduta  la stessa identica magia?
Pochi l’hanno notato ma nella parte in alto sul  manifesto pubblicitario del film c’è questa scritta:
” SCOPRITE L’IMPOSSIBILE  VIAGGIO SULLA LUNA”.
Sembra quasi un messaggio subliminale, criptico, un po' come la scritta che era apparsa sul manifesto di Capricorn one : Vi sorprenderebbe scoprire che il più grande momento della nostra storia recente  potrebbe non essere mai accaduto?
Che al giorno d’oggi sia un viaggio impossibile ne sono assolutamente convinto anch’io altrimenti ora sul nostro satellite ci sarebbe una base militare americana.


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martedì 28 agosto 2018

SI SONO DIMENTICATI DI FOTOGRAFARE LA TERRA?



Tra le innumerevoli cose poco credibili delle missioni Apollo c’è ne una in particolare che a mio avviso non viene considerata abbastanza pur essendo davvero clamorosa.
Di che cosa si tratta? Ve lo spiego subito.
Dunque io per un attimo mi sono immaginato di essere al vertice di comando della Nasa e di dover organizzare nei minimi dettagli le missioni Apollo. Poiché era evidente che la conquista della Luna da parte degli americani avrebbe provocato un interesse   mediatico planetario era  del tutto condivisibile l’idea di voler  immortalare l’impresa del secolo  con  decine di ore di filmati da trasmettere in TV assieme a migliaia di scatti fotografici in bianco e nero e a colori. Fin qui siamo tutti d’accordo ed infatti durante le sei trionfali missioni  dell’Apollo 11-12-14-15-16-17 sono state scattate complessivamente 13.887 immagini delle quali ben 5.771 eseguite durante le passeggiate lunari.
Tutto bene dunque? Invece no, proprio per niente perché in tutti questi meravigliosi scatti c’è qualcosa di stonato e di assurdo che sfugge ad una qualsiasi logica razionale.
Non lo avete immaginato? Beh, allora sarò più diretto e lo spiegherò in parole molto semplici.
Il fatto è che tra le 5.771 immagini che sarebbero state scattate sulla Luna gli astronauti hanno fotografato da ogni angolazione possibile la bandiera americana, la storica impronta sulla sabbia lunare, il LEM, gli specchi solari, i vari attrezzi per la misurazione del vento solare, il rover, le rocce, le colline lunari, i crateri, una bibbia in miniatura, un disco in metallo con incisi i messaggi di vari capi di stato e del Papa, una statuetta a ricordo degli astronauti morti, una fotografia della famiglia di un astronauta, perfino un astronauta mentre gioca a golf e molto altro ancora.
Hanno immortalato praticamente qualsiasi inezia ad esclusione delle due sole cose veramente importanti:  la Terra e le stelle! Eppure la volta celeste vista dalla Luna, completamente libera dall’atmosfera e dalle nubi, doveva apparire uno spettacolo di una bellezza straordinaria oltre a costituire la prova inoppugnabile dello sbarco.
Mi vengono allora in mente le parole di Bill Kaysing, che già nel lontano 1974 osò mettere clamorosamente in dubbio l’autenticità delle missioni Apollo con il suo libro (We never went to the moom - non siamo mai stati sulla Luna). Le sue parole furono: “È come se voi foste andati a visitare le cascate del Niagara ed invece di fotografarle avreste fatto solo la foto ricordo del panino che avevate mangiato”. 
Visto che non può ovviamente trattarsi di una dimenticanza (in tutte e 6 le missioni?) viene allora spontaneo domandarsi perché cavolo non lo hanno mai fatto.
La risposta c’è ed è molto semplice.  Dovendo falsificare gli sbarchi sulla Luna con immagini scattate a terra il problema più insormontabile era proprio quello di fotografare la Terra vista dalla Luna in maniera verosimile ed una volta compreso che quelle immagini non sarebbero risultate credibili hanno semplicemente deciso di non farle.
Immagino già la prima reazione del debunker di turno e cioè che però esiste un’immagine della Terra vista dalla Luna (classificata con la sigla AS17-134-20471) e sarebbe stata scattata durante l’ultima missione lunare  dell’Apollo 17  nel dicembre 1972. L’immagine in effetti ritrae l’astronauta Eugene Cernan e nel cielo nero dietro di lui si vede piuttosto bene la Terra. Peccato però che in questa immagine, analizzata al computer dagli esperti, la Terra risulti essere stata inserita con un grossolano fotomontaggio che poi la stessa Nasa era stata costretta a dover ammettere giustificandosi con il fatto che lo scopo era solo quello di  rendere  l’immagine più scenografica.


E allora qual'è la posizione ufficiale della Nasa  relativamente alla mancanza delle Terra nelle immagini delle missioni Apollo?  La spiegazione fornita dalla Nasa era che l’angolo di inclinazione della Terra rispetto al cielo lunare impediva di fatto agli astronauti di poterla inquadrare  così come ben schematizzato nell’immagine qui sotto.


Il ragionamento sembrerebbe condivisibile. Tutto a posto allora? 
Assolutamente no, perché è ridicolo pensare che per arrivare sulla Luna gli americani sarebbero stati capaci di risolvere una serie infinita di problemi insormontabili e di fronte all’ipotesi di dover inclinare di pochi gradi una macchina fotografica per poter riprendere la Terra si siano arresi subito e ci abbiano rinunciato. Ma se avevano pensato ad ogni più piccolo dettaglio  possibile che si siano dimenticati di fare proprio l’unica  cosa che uno dovrebbe fare  una volta messo piede sulla Luna, e cioè un bel ritratto della Terra in primo piano  e poi magari anche delle meravigliose costellazioni dopo aver perso qualche minuto  per posizionare la macchina fotografica su un piccolo cavalletto? Possibile che dopo aver scattato centinaia e centinaia  di inutili foto non abbiano sentito il bisogno di soddisfare il proprio inesauribile orgoglio patriottico fotografando anche la propria amata America?
No, io non lo credo possibile e allora se non lo hanno fatto era solo perché non potevano farlo. E se non lo potevano fare era solo perché non erano sulla Luna.
Semplice no?
Già, la risposta più semplice è quasi sempre quella giusta…



















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lunedì 27 agosto 2018

CHE PALLE QUESTI COMPLOTTISTI DEL CAZZO


Non appena si nomina la teoria del complotto lunare (moohoax), immancabilmente sul web si scatenano i debunkers, ossia quelli che sostengono l’autenticità degli sbarchi sulla Luna con le missioni Apollo tra il 1969 ed il 1972. Ecco che allora inizia la fase di discredito che avviene con modalità ben precise. Per prima cosa viene inserita tra le teorie del complotto anche la teoria della terra piatta. In questo modo si crea l'associazione inconscia che tutte le teorie del complotto siano per forza solo delle scemenze. Il passo successivo per screditare la teoria del complotto lunare consiste nell’affermare che se credi ad una qualsiasi delle teorie del complotto credi inevitabilmente anche alla terra piatta, ai rettiliani e alle scie chimiche. Insomma risulta quasi automatico accostare tutte le teorie che hanno un solido fondamento (complotto lunare, 11 settembre, assassinio di John Kennedy) a tutte le altre teorie strampalate e prive di ogni fondamento razionale (terra piatta, rettiliani, ufo). Si tratta di una vera e propria tecnica di comunicazione che fa presa facilmente su chi non ha molto tempo per documentarsi e accetta supinamente la verità ufficiale diffusa grazie alle televisioni o i giornali. E non è nemmeno una cosa sporadica o occasionale ma all’opposto, è decisamente una consuetudine consolidata.  L’ho potuto verificare di persona ogni volta che ho pubblicato un post o un commento relativamente allo sbarco sulla Luna e subito dopo mi ritrovo il commento dell’idiota di turno che più o meno è su questa falsariga:
“E quelli che credono alla terra piatta? e quelli che sono convinti che gli alieni sono in mezzo a noi per sorvegliarci? E quelli che L'11 settembre è solo un complotto ordito dal Mossad in combutta con la CIA? E quelli che le scie chimiche dei jet in realtà vogliono avvelenarci tutti? E i no-Vax che credono che i vaccini causano l’autismo?  E i rettiliani, gli uomini lucertola dagli occhi verdi che vogliono dominarci? E che palle questi complottisti del cazzo!”
Il vero problema non è quello di poter discutere e confrontarsi.  Il vero problema è che di fronte all’ignoranza e alla stupidità c’è ben poco da fare per cui mi rendo conto di quanto sia difficile riuscire a scardinare la falsità di quelle  missioni immaginarie che però sono  ormai parte della nostra memoria collettiva. Eppure basterebbe ragionare e  far comprendere che una qualsiasi teoria complottistica  è ridicola solo quando i suoi moventi sono altrettanto ridicoli. Se qualcuno sostiene che il governo americano ci tiene nascosta la notizia che la Terra è piatta è alquanto facile intuire come questa tesi non abbia alcun movente plausibile (a chi giova?) e quindi di rigettarla. Se invece si parla del complotto lunare i moventi dell’inganno sono molteplici e riguardano la necessità di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla guerra nel Vietnam, dall'opportunità di affermare la supremazia del sistema capitalistico americano sul comunismo sovietico e soprattutto sulla possibilità di ottenere un finanziamento da oltre 230 miliardi di dollari per le società aerospaziali private che tra l’altro hanno avuto modo di  sperimentare nuovi brevetti anche per un utilizzo militare. In questo caso si può dunque affermare che i moventi sono tutt'altro che ridicoli e pertanto la teoria del complotto acquista tutt'altra considerazione. Basterebbe ragionare, certo, ma è molto più semplice troncare ogni discussione dicendo “che palle questi complottisti del cazzo”.



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domenica 26 agosto 2018

QUELLI CHE...


Al mondo c’è una minoranza di persone a cui piace informarsi, discutere, approfondire, conoscere. Queste persone non si limitano a leggere solo i titoli dei giornali (siamo tutti di fretta no?) ma cercano di farsi un’opinione al di fuori dei condizionamenti della televisione.
E poi , come cantava Enzo Jannacci, ci sono quelli che…


·        quelli che credono sia stato possibile  quasi 50 anni fa andare e tornare sulla Luna sei volte in tre anni con una capsula ridicola rivestita da carta domopack e nastro adesivo

·        quelli che  non ha alcuna importanza se nel 1969 non esistevano i satelliti GPS, le macchine fotografiche digitali, i personal computer, i disegni in 3D e non avevano nemmeno inventato il fax perché tanto quello che contava era la potenza dei razzi

·        quelli che allora le fasce di van Allen non erano un problema e che per gli astronauti era come assorbire le radiazioni pari ad un paio di radiografie

·        quelli che sono convinti che gli americani non sono più ritornati sulla Luna perché costa troppo

·        quelli che però sono convinti che entro 5 anni l’uomo metterà piede su Marte

·        quelli che se la Nasa non riesce a mandare in orbita una navicella Orion con equipaggio a bordo nemmeno a 5.000 km di distanza è solo perché devono ancora sperimentare nuove misure di sicurezza per gli astronauti
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·        quelli che credono che Neil Armstrong riuscì a pilotare il modulo di discesa disattivando il rudimentale computer di bordo e reimpostando in pochi secondi tutti i dati di velocità, inclinazione, forza di gravità, rotazione, potenza dei retrorazzi e distanza dalla Luna osservando il suolo dal minuscolo finestrino rotondo di 20 cm di diametro

·        Quelli che credono seriamente che Neil Armstrong abbia riacceso i motori di ripartenza dalla Luna inserendo un pennarello nel pannello di controllo per sostituire la levetta rotta

·        quelli che non ha importanza se l’enorme potenza dei retrorazzi non ha provocato nemmeno lo spostamento di un sassolino  sotto il LEM

·        quelli che pensano sia possibile scattare delle fotografie utilizzando una comune pellicola di celluloide Kodak Ektachrome nonostante all’ombra la temperatura fosse di – 100 gradi e al sole di +130 gradi

·        quelli che tanto le macchine fotografiche Hasselblad 500 EL avevano una schermatura appositamente studiata per l’ambiente lunare

·        quelli che pensano sia normale  abbandonare sulla superficie lunare tutte le macchine fotografiche e le cineprese e che quindi è normale che nessuno potrà mai verificare le meravigliose schermature adottate dalla Nasa

·        quelli che pensano sia normale fotografare la bandiera americana da ogni angolo possibile, le impronte sulla sabbia lunare, gli spechi solari, il rover, il Lem, la statuetta in onore degli astronauti americani morti, una bibbia in miniatura, un disco di metallo con inciso il messaggio del Papa, una fotografia della famiglia di un astronauta inserita in una  bustina di plastica trasparente posata al suolo  dove c’erano 130 gradi

·        quelli che pensano sia normale che in tutte e sei le missioni Apollo gli astronauti si siano dimenticati di fotografare la Terra

·        quelli che pensano sia normale che in tutte le sei missioni Apollo gli astronauti si siano dimenticati di portarsi dietro un treppiede per poter scattare delle fotografie con tempi di esposizione più lunghi per immortalare le stelle e le galassie più lontane in assenza di atmosfera

·        quelli che pensano sia normale che la Nasa abbia imposto un divieto di sorvolo di tutte e sei le zone degli sbarchi perché i luoghi devono essere preservati da possibili contaminazioni

·        quelli che è un dettaglio insignificante se la bandiera americana sventola in assenza di aria


·        quelli che pensano sia normale riuscire a trasmettere un segnale video  in diretta dal rover mentre la sua ridicola antenna parabolica alimentata a batteria oscilla come un pendolo

·        quelli che tanto se fosse stato un inganno i russi lo avrebbero detto

·        quelli che trovano normale vedere l’astronauta Alan Shepard della missione Apollo 14 giocare a golf e mandare una pallina lontanissimo perché gli astronauti devono pur divertirsi

·        quelli che l’esperimento della piuma e del martello che cadono assieme al suolo durante la missione Apollo 15 è una prova scientifica  inoppugnabile

·        quelli che le rocce  lunari sono un’altra  prova inconfutabile anche se in Antartide hanno trovato dei meteoriti con le stesse identiche caratteristiche geologiche

·        quelli che le immagini trasmesse in diretta sono una prova inoppugnabile anche se in verità quelle trasmissioni televisive erano registrate da una telecamera dallo schermo di ricezione in Australia per essere convertite nel segnale standard americano

·        quelli che se nelle fotografie la luce del sole va in due direzioni diverse non vuol dire che le foto sono false perché sulla Luna tutto è diverso

·        quelli che se le immagini della ripartenza dalla luna sembra fatta con un modellino è solo perché il LEM non produce una fiamma visibile

·        quelli che se dopo quasi 50 vengono smarriti i nastri originali dello sbarco sulla Luna è solo perché sono cose che possono succedere

·        quelli che è difficile ritornare sulla Luna perché tutti i disegni ed i progetti delle missioni Apollo sono stati distrutti in quanto la loro conservazione in ambienti adeguatamente climatizzati costava troppo

·        quelli che trovano normale annullare l’incarico per una pubblicazione scientifica affidato allo scienziato James Oberg per chiarire tutti i dubbi delle missioni Apollo


·        quelli che trovano normale che l’annullamento della pubblicazione fosse giustificato dal fatto che  l’opinione pubblica era insorta e non avrebbe accettato che venissero sperperati ben 15.000 dollari di denaro pubblico per una simile sciocchezza mentre il costo totale delle missioni Apollo è stato di 230 miliardi di dollari

·        quelli che la telefonata del presidente Richard Nixon sulla Luna era proprio emozionante

·        quelli che se gli astronauti che cadevano al suolo si rialzavano magicamente non era perché veniva azionato un cavo metallico e quel riflesso era solo un effetto di conversione delle immagini

·        quelli che se gli astronauti parlano in cabina mentre i motori dei retrorazzi sono accesi è una cosa normale nonostante sia presente un livello di rumorosità superiore a 140 dB

·        quelli che quando gli astronauti dicono che il cielo era di un nero assoluto pensano che sia una cosa normale anche se in tutte le altre missioni gli astronauti hanno sempre commentato con parole di meraviglia i colori delle stelle e delle galassie

·        quelli che se il comandante della stazione spaziale internazionale Terry Virts dice che nell’orbita bassa a 380 km dalla Terra in cui stazionano lui e la Samantha Cristoforetti è il luogo più lontano in cui l’uomo può sopravvivere nello spazio  deve essere stato frainteso

·        quelli che sono convinti che le immagini  fornite da una sonda giapponese scattate sopra uno dei siti di allunaggio inviate da un’altezza d1 23 km di altezza sono una prova inoppugnabile anche se in realtà si può intravvedere solo qualche puntino sgranato e non certo la sagoma del Lem


·        quelli che se tutti e tre gli astronauti dell’Apollo 11 si sono sempre rifiutati di giurare sulla bibbia di essere andati sulla Luna è una cosa normalissima

·        quelli che se l’impronta dello scarpone sulla sabbia lunare non dovrebbe lasciare delle scanalature così nitide in assenza di acqua e di umidita è solo un dettaglio insignificante

·        quelli che non sanno spiegare perché Neil Armstrong risponda immediatamente alla domanda che giunge da Houston mentre invece il suono dovrebbe avere un ritardo di  2.5 secondi ma sono sicuri che sui nastri originali smarriti questa anomalia non c’era

·        quelli che trovano normalissimo che tutte le immagini inviate dalla sonda inviata su  Marte a 65 milioni di km dalla Terra sono a colori e dettagliatissime mentre invece quelle inviate  dalla Luna a soli 400 mila km sono in bianco e nero e non si vede nulla

·        quelli che se le tute spaziali durante le escursioni lunari facevano le grinze anziché essere gonfie a causa del vuoto assoluto non è un problema perché si vede che le avevano  progettate in modo adeguato

·        quelli che se la sabbia sottile sollevata dai rover forma delle nuvolette sospese come se ci fosse un ambiente con l’aria non si deve pensare male

·        quelli che sono convinti che l’onere della prova spetti ai complottisti e che la Nasa non deve dimostrare niente


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