lunedì 6 agosto 2018

UN ALTRO INGANNO



Alle ore 10 del 23 gennaio 2018, la X Prize Foundation ha annunciato che "nessuna squadra sarebbe stata in grado di lanciare un tentativo di lancio per raggiungere la Luna entro il 31 marzo 2018 e che i 30 milioni di dollari offerti da Google Lunar XPRIZE non verranno assegnati".Il Google Lunar X Prize era una competizione spaziale organizzata dalla X Prize Foundation e sponsorizzata da Google. La competizione fu annunciata nel lontano 13 settembre 2007 e si è ufficialmente conclusa il 23 Gennaio 2018 senza nessun vincitore. La sfida, a cui potevano partecipare solo team di società private, consisteva nel lanciare e far atterrare e muovere sulla superficie lunare un robot che avrebbe dovuto inviare sulla Terra fotografie e immagini in diretta come prova dell'avvenuto allunaggio.La prima squadra che fosse riuscita nell'impresa avrebbe avuto diritto ad un premio in denaro di 20 milioni mentre la seconda squadra avrebbe ricevuto 5 milioni. Ulteriori premi in denaro erano inoltre previsti per il rover in grado di percorrere almeno 5 km sulla Luna, oppure che fosse riuscito a fotografare i resti del programma Apollo.
Inizialmente si erano iscritte 32 squadre di cui però solo 16 hanno partecipato attivamente a tutte le attività ma di queste  solo 5 squadre si erano attenute alla regola che prevedeva un contratto di lancio verificato entro il 31 dicembre 2016. 

Spaceil (Israele)
Moon Express (Stati Uniti)
Synergy Moon (internazionale)
Teamindus (India)
Hakuto (Giappone)




La Nasa era stata a guardare con una certa preoccupazione al punto che aveva convinto Google a modificare il bando di gara per “consigliare” e di fatto proibire non solo l’allunaggio delle sonde  sui luoghi  storici dei 6 presunti sbarchi ma addirittura istituendo il divieto di sorvolo su quei luoghi per un raggio di almeno 2 chilometri. A questo punto direi che due cose risultano piuttosto evidenti. La prima è che la Nasa avrebbe dovuto essere ben felice che una sonda di una società straniera  potesse inviare delle immagini ad alta definizione della bandiera americana piantata sui luoghi dei presunti sbarchi delle missioni Apollo perché in questo modo sarebbero stati per sempre fugati tutti i dubbi e le perplessità che ancora rimangono inalterate dal lontano 1969. Il fatto stesso che la Nasa abbia posto dei veti per impedirne la possibilità non fa che alimentare nuovi e ulteriori sospetti circa l'autenticità delle missioni Apollo. 
La seconda cosa che appare piuttosto evidente è che a distanza di quasi 50 anni dal primo presunto sbarco dell’Apollo 11 e nonostante una tecnologia che non ha confronti con quella del 1969, le migliori società aerospaziali del mondo non siano state in grado di mandare una sonda sulla Luna senza nemmeno l’equipaggio a bordo. Ognuno è libero di pensare ciò che vuole, perfino che la Nasa abbia corrisposto il premio di 30 milioni ad ognuna delle 5 società iscritte purché rinunciassero a raggiungere l’obiettivo indicato da Google. Nel frattempo, la Cina ha realizzato ciò che i team di X Prize non sono riusciti a fare, atterrando sulla Luna del 2013 con la navicella spaziale Chang'e3. Ma anche la Cina si è ben guardata dal far scendere la propria sonda nei luoghi delle precedenti missioni Apollo perché questo avrebbe significato di mettere a nudo la falsità degli sbarchi americani con gravi ripercussioni sui rapporti tra le due superpotenze mondiali. Meglio quindi allunare in posti più tranquilli. Così la Nasa può tirare un bel sospiro di sollievo perché l'inganno è salvo,  almeno per ora.


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1 commento:

  1. Nessun divieto Guido, solo raccomandazioni e leggi bene le distanze. Il documento ufficiale NASA per preservare i siti di allunaggio lo trovi qui:

    https://www.nasa.gov/pdf/617743main_NASA-USG_LUNAR_HISTORIC_SITES_RevA-508.pdf

    Dal documento linkato puoi leggere:

    A3-2 EXCLUSION ZONE – APOLLO 11 & 17 SITES
    RECOMMENDATION:
    It is recommended that the Apollo 11 and 17 sites be protected by ABs, and thus restricted from close inspection by visiting robotic systems. The visiting vehicle mobility exclusion boundary will encompass all artifacts (hardware, footprints, etc.) for these sites.
    A. For the Apollo 11 site, the exclusion zone extends 75 m from the lunar module descent stage to encompass all hardware and human activity (Figure 4).
    B. For the Apollo 17 site, the exclusion zone extends 225 meters from the lunar module descent stage (Figure 5)

    A3-3 EXCLUSION ZONE – APOLLO 12, 14-16 SITES
    RECOMMENDATION:
    A. More access should be provided to individual components/artifacts at the Apollo 12, 14-16 sites in order to allow for enhanced scientific and exploration-based assessments. The following exclusion zones have been identified by component/type:
    Descent stage – 3 meters buffer distance
    Lunar rover (LRV) – 1 meter buffer distance
    ALSEP experiments – 1 meter buffer distance
    Sampling sites – 1 meter buffer distance
    All other artifacts (flag, tools, storage bags, etc.) – 1 meter buffer distance
    No restrictions on footprints/LRV tracks outside the indentified exclusion zones.

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