Ieri
sera ero presente alla giornata di
apertura della mostra internazionale del cinema e con una certa curiosità ho assistito
alla proiezione del nuovo film di Damien
Chazelle “Il primo Uomo”. L’idea di
poter ricostruire in maniera cinematografica le vicende del primo sbarco sulla
Luna a distanza di quasi 50 anni è una sfida alquanto difficile e non a caso fino ad ieri
sera nessuno ci aveva ancora provato. C’era infatti il rischio di cadere nel
tranello dell’esaltazione esagerata dell’impresa impossibile, del coraggio e
del patriottismo degli astronauti oppure di puntare troppo sull’aspetto spettacolare a tutti i costi magari enfatizzato da effetti scenici straordinari
accompagnati da colonne sonore strappalacrime, insomma un po’ com’era accaduto alcuni anni fa con il film “Apollo 13”.
Invece non è accaduto nulla di tutto questo e bisogna quindi riconoscere tutta la bravura del regista che a soli 33 anni si sta affermando come il
nuovo Steven Spielberg nel panorama
cinematografico mondiale. Damien Chazelle sceglie infatti di privilegiare
gli aspetti umani della figura di
Neil Armstrong rispetto a tutto il contesto ed è in fondo questa la vera novità.
Reso omaggio alla sua bravura per le modalità di esecuzione delle scene e anche per la scelta di alcuni dei brani
musicali (non tutti però) bisogna però
anche dire che “il primo uomo” è un ottimo film ma non è un
capolavoro. A mio avviso è forse un po’
troppo lungo e alcune scene girate all’interno della navicella risultano eccessivamente
angoscianti e claustrofobiche anche perché accompagnate da una musica con
rumori esterni esagerati (sembrava fossero in un sottomarino stritolato dalla
pressione).
In
ogni caso non bisogna essere dei veggenti per anticipare che questo film avrà un
successo enorme perché è stato sapientemente accompagnato da una campagna
mediatica senza precedenti che ha già
scatenato la frenetica attesa di poterlo vedere nelle sale il prossimo ottobre.
A
margine di tutto questo però vorrei aggiungere alcune considerazioni personali
riguardo la storia vera o presunta dello sbarco sulla Luna. Fa un po’
impressione vedere le bellissime scene finali del film con la discesa di Apollo
11 sulla superficie lunare. Fa impressione perché quelle immagini elaborate da sofisticati
programmi di computer grafica sembrano vere anche se noi sappiamo bene che non possono esserlo perché è solo un film.
Ma essendo un film tratto da una storia vera riesce a rendere vera e credibile anche
quella storia che vera non lo è mai stata (ok, sono un complottista e lo
ammetto).
Il
cinema in fondo è un’arte, è un modo per
poter ingannare lo spettatore producendo la magia di rendere credibile anche ciò che
non esiste. Allora penso a Stanley Kubrik e mi chiedo: Chi può escludere che
anche nel 1969 non sia accaduta la stessa identica magia?
Pochi
l’hanno notato ma nella parte in alto sul manifesto pubblicitario del film c’è questa
scritta:
”
SCOPRITE L’IMPOSSIBILE VIAGGIO SULLA
LUNA”.
Sembra quasi un messaggio subliminale, criptico, un po' come la scritta che era apparsa sul manifesto di Capricorn one : Vi sorprenderebbe scoprire che il più grande momento della nostra storia recente potrebbe non essere mai accaduto?
Che
al giorno d’oggi sia un viaggio impossibile ne sono assolutamente convinto anch’io
altrimenti ora sul nostro satellite ci sarebbe una base militare americana.
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