giovedì 31 marzo 2016

ERRORI IMBARAZZANTI


Un giorno qualcuno chiese al noto fotografo Oliviero Toscani un suo parere sulle fotografie scattate nella missione Apollo 11. Il suo commento fu lapidario , accompagnato da un sorriso imbarazzato : " Allora ero solo un bambino ma credo che sarei stato capace di farle  meglio". Osservando l'immagine qui sopra (archivio NASA AS11-40-5935) non è difficile crederlo considerato che hanno utilizzato due diverse fonti luminose.



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mercoledì 30 marzo 2016

HANNO RIMPICCIOLITO LA TERRA?


Qui sotto è riportata la fotografia AS17-134-20384  scattata durante l’ultima missione lunare  dell’Apollo 17  che nel dicembre 1972 sarebbe rimasta  per ben tre giorni sulla superficie del nostro satellite. L’immagine ritrae l’astronauta Eugene Cernan accanto alla bandiera a stelle e strisce e in cielo il globo terrestre.



Nella fotografia seguente c'è l'immagine scattata dalla sonda Galileo il 16 dicembre 1992 dove la Terra e la Luna appaiono visibili da una distanza di 6,2 milioni di km. Come si può osservare la Terra è davvero molto più imponente della Luna.


Qui sotto invece c’é l’immagine scattata il 26 agosto 2010 dalla Juno Cam a bordo della sonda Juno in rotta verso Giove. La Terra (a sinistra) e la Luna sono viste da 10 milioni di km di distanza. Colpisce quanto la Terra sia molto più visibile della Luna, sia per la brillantezza (maggiore albedo o capacità riflettente) che per le dimensioni.



Sono stati eseguiti dei calcoli per poter rappresentare la differenza in grandezza in base ai  pixel. Con il raggio si determinano con buona approssimazione  sia la  circonferenza che l’area.
Per la Luna:
r = 7 px
C = 43.982297150257 px
A = 153.9380400259 px 2
Per la Terra:
r = 17 px
C = 106.81415022205 px
A = 907.92027688745 px 2

Nonostante la fotografia risulti un po’ sfocata il risultato ottenuto conferma  che l’area della sezione teoricamente visibile della sfera terrestre è ben 6 volte quella lunare (~908 contro ~154 pixel quadrati) il tutto incrementato dalla maggiore luminosità terrestre causata dall’azzurro intenso degli oceani e dal biancore accecante delle nubi e delle calotte polari.Secondo le fotografie ottenute dalla superficie lunare durante le missioni Apollo, la Terra appare sorprendentemente piccola e lontana a confronto con altre fotografie scattate dall’orbita della Luna sia dalle stesse capsule Apollo sia da altre spedizioni. Contrastano anche contro il buon senso visto che la Terra vista dalla Luna in alcune foto dell’Apollo è grande circa come la Luna vista dalla Terra. La cosa è inverosimile  in quanto il nostro pianeta è quasi 4 volte più grande per diametro e circa 12 volte per area visibile, quindi da lassù dovrebbe stagliarsi enorme. 
Nelle immagini inviate dalla sonda giapponese Kaguya (Selene), lanciate il 13 settembre 2007 la Terra appare molto più simile in dimensioni a quella del film Moon diretto nel 2009 dal regista Duncan Jones. Il film è davvero stupendo e nelle scene in “esterni” sul suolo lunare colpisce la grandezza terrestre paragonata con le immagini scattate dai presunti astronauti sulla superficie lunare una quarantina d’anni prima. 


Questa Immagine è  tratta dal film Moon . Forse gli addetti agli effetti speciali che hanno lavorato alla pellicola non si sono fidati della NASA preferendo ispirarsi alle fotografie giapponesi o più semplicemente hanno usato un po’ di buon senso per calcolare le proporzioni.




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martedì 29 marzo 2016

I TRE MAGNIFICI IMBROGLIONI


Michael Melville, la donna astronauta morta nel disastro del Columbia,  riguardo le stelle viste dallo spazio disse : “sono talmente brillanti che sembra di toccare la faccia di Dio”.
 Adesso osserviamo invece cosa hanno detto  Neil Armstrong e Michael Collins durante la prima conferenza stampa dopo lo sbarco sulla luna .Era il 16 settembre 1969.
Domanda:
Può descriverci  come compare il cielo visto dalla Luna, il sole, la terra e le eventuali stelle ?
Risposta di Neil Armstrong :
Il cielo è di un nero profondo visto dalla Luna, come lo è quando è visto dallo spazio cislunare, cioè lo spazio tra la terra e la luna. La terra è l’unico oggetto visibile oltre il sole.
L’intervistatore insiste :
Ma avete potuto osservare le stelle dalla Luna?
Risposta di Neil Armstrong :
Non siamo mai riusciti a vedere le stelle dalla superficie lunare  o dalla parte illuminata della Luna ad occhio nudo  senza guardare con gli strumenti. Il cielo era completamente nero  dal quale non si vedeva nessuna stella.
Anche Michael Collins confermava :
Non ricordo di averne vista nessuna.
Eppure  Collins era l’astronauta che era rimasto da solo a bordo del modulo di comando Columbia e nella lunga attesa del rientro dei suoi compagni avrebbe avuto tutto il tempo di osservare le stelle dal finestrino.
Sembrano risposte assurde e inverosimili, ma forse  hanno solo detto la pura verità perché  in realtà negli hangar chiusi della zona militare denominata area 51   nel deserto del Nevada  le stelle non si potevano vedere davvero.




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sabato 26 marzo 2016

TRUCCHETTI DA ILLUSIONISTA


Ed ecco a voi l’esperimento scientifico del secolo, quello che avrebbe dovuto fugare ogni residuo dubbio  riguardo l’effettiva autenticità degli sbarchi sulla Luna dopo che qualcuno aveva cominciato a sollevare qualche dubbio in proposito. Nell’immagine che sarebbe stata scattata sulla Luna il 26 luglio 1971 si vede il momento preciso in cui l’astronauta americano David Scott  della missione Apollo 15 si accinge a rilasciare nel vuoto due oggetti di massa diversa così da poter dimostrare di fronte al mondo intero che per l’assenza dell’aria  essi cadono alla stessa velocità e nello stesso preciso istante indipendentemente dal loro peso. I due oggetti erano una piuma di falco ed un martello di acciaio. Nulla è stato lasciato al caso e con dovizia di particolari la Nasa ci ha spiegato che la piuma apparteneva al falco Baggin, cioè la mascotte ufficiale dell’aviazione Usa.  Un trucco semplice e sicuramente ad effetto per convincere la massa di persone che osservavano la scena davanti ai televisori di tutto il mondo. La gente non aveva più dubbi e tutto sembrava risolto. Peccato che nel 2005 il fotografo David Percy, autore del film documentario What Happened On the Moon ha spiegato come già nel 1998, nella celebre miniserie TV From the Earth to the Moon, sia stato riprodotto l’esperimento della caduta di un martello e di una finta piuma in metallo. Ovviamente sono caduti nello stesso istante, esattamente come nelle immagini dell’Apollo 15. Un trucco semplice ed efficace, soprattutto quando la gente è disposta a credere molto più volentieri a ciò che desidera credere. Se la Nasa avesse voluto davvero dimostrare l’autenticità degli sbarchi doveva semplicemente fare qualche fotografia delle stelle in assenza di atmosfera. Ma trattandosi di una missione ricreata negli hangar sulla Terra per la Nasa sarebbe stato impossibile  mappare con precisione  la posizione di tutte le stelle in modo da poter ricreare  lo spazio correttamente  e quindi per non incorrere in errori grossolani decisero di non riprenderle. Per giustificare  l’assenza di  fotografie delle stelle  tutti gli astronauti che erano sbarcati sulla Luna hanno descritto sempre la volta celeste come fosse un cielo di un nero assoluto e senza stelle, in totale contraddizione con quanto riferito da tutti gli astronauti delle missioni precedenti e successive a quelle dell’Apollo. Strano vero?



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venerdì 25 marzo 2016

VERY AMERICAN STYLE


Il consolidato binomio  NASA - HOLLYWOOD  non ha resistito alla tentazione di rendere ancora più spettacolari  tutti gli sbarchi  sulla Luna ed in ogni missione Apollo ha voluto strafare inserendo delle scene inverosimili in puro stile americano. Così ad esempio durante missione dell'Apollo 14, la terza missione lunare, abbiamo avuto il privilegio di vedere l’astronauta Alan Shepard mentre gioca a golf sulla Luna. Secondo la testimonianza dello stesso Shepard la prima pallina, dopo un breve tragitto, si arrestò vicino a un cratere. La seconda, a causa della forza di gravità ridotta, viaggiò "per molte miglia". Entrambe le palline, ci rassicura, sarebbero ancora sulla Luna. Strano che al famoso astronauta affetto da infantilismo acuto nessuno  avesse posto la seguente domanda : Caro Alan,  invece di perdere tempo a giocare  a golf  non avrebbe fatto meglio a portarsi dietro un semplice treppiede su cui fissare la macchina fotografica per utilizzare  tempi di esposizione più lunghi in grado  di  immortalare immagini stupefacenti delle stelle, dei satelliti, della Terra e di tutte le galassie e le costellazioni della volta celeste che viste dalla Luna dovevano apparire uno spettacolo meraviglioso, unico e straordinario? Questa peraltro sarebbe stata la prova  certa e inconfutabile dell'autenticità degli sbarchi e avrebbe spazzato via  per sempre ogni dubbio.  Sarebbe stato chiedere troppo? Non credo, ma in ogni caso avrebbe evitato a tutti di dover discutere  di complottismo e di falsi sbarchi ancora oggi, a distanza di 47 anni dall'Apollo 11.  A proposito di foto manipolate: nell'immagine in alto  si vede la Terra stranamente piccolissima ... Nulla di strano perchè la Nasa ha ammesso che è stata inserita dopo per renderla più scenografica. 


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mercoledì 23 marzo 2016

LA TEMPERATURA SULLA LUNA


Da sempre noi siamo abituati erroneamente a considerare lo spazio cosmico come un “vuoto” assoluto sebbene nella realtà questo spazio sia attraversato costantemente da poderose radiazioni solari che risultano milioni di volte più violente di quelle che noi riceviamo sulla Terra. Invece sulla Luna, non essendoci l’atmosfera che trattiene il calore, gli oggetti si scaldano solo per irradiazione o per riflessione ma comunque mai per diffusione. Questo fatto determina che sulla Luna lo scarto di temperatura fra le zone illuminate e quelle in ombra sia molto più forte che non sulla Terra. Le temperature  sulla Luna possono così raggiungere i 100° al sole mentre nelle zone all’ombra  si raggiungono facilmente i 130° sotto zero. Se pensiamo a cosa si prova d’estate, uscendo dall'acqua bagnati, nel passare dal sole all’ombra (dove lo scarto sarà al massimo di 10-15° centigradi), diventa difficile immaginare come abbiano fatto gli astronauti sulla Luna a transitare continuamente dal sole all’ombra senza accusare nessun problema nonostante uno scarto di irradiazione termica di oltre 200 gradi.  La NASA ci racconta che all’interno le tute sarebbero state appositamente refrigerate, ma se le tute fossero state davvero refrigerate, non appena gli astronauti passavano all’ombra sarebbero dovuti rimanere immediatamente congelati perché ancora oggi non si conosce nessuna tecnologia in grado di raffreddare l'interno di una tuta, chiusa ermeticamente, senza un qualunque compressore e decompressore che possa trasformare e dissipare il calore nel vuoto atmosferico. Contrariamente a ciò che la gente comune può pensare, gli oggetti che sono riscaldati non si possono raffreddare nello spazio. Infatti caldo e freddo non esistono nel vuoto dello spazio e quindi sulla Luna tutti gli oggetti che sono all’ombra non si raffreddano perché lo spazio è freddo ma solo  perché le molecole dell’oggetto rallentano a causa della resistenza che deriva dalla collisione con altre molecole e questo succede continuamente finché  viene trovato un punto di equilibrio che si raggiunge solo a condizione che l’oggetto sia al riparo della radiazione diretta o indiretta del sole. Il vuoto dello spazio costituisce quindi per tutti gli oggetti un isolante perfetto ma essi impiegano comunque molto tempo per potersi raffreddare dopo che sono stati tolti dall’esposizione alla luce irradiata dal sole. La luce proveniente dalla superficie della Luna è in buona parte costituita dalla luce solare riflessa che ha la stessa composizione della luce solare ma con un’intensità leggermente accentuata determinata dalle lunghezze d’onda più lunghe. La Luna assorbe la maggior parte della luce solare incidente poiché ne viene riflesso solo il 7% (l’albedo visuale 0,07). La temperatura della superficie lunare, causa l’assenza di atmosfera e la bassissima conduttività termica del suolo lunare, ha oscillazioni di circa 270ºC nell’arco di un giorno lunare e raggiunge i 130 ºC, quando è esposta al Sole mentre precipita fino -140 ºC all’ombra. Per la Luna compiere una rotazione intorno al proprio asse e una rivoluzione intorno alla Terra, richiede lo stesso intervallo di tempo (ovvero un mese). Ogni punto della sua superficie, quindi, resta illuminato per 14,5 giorni, raggiungendo in media una temperatura superficiale di 100 gradi, mentre nella lunga notte Lunare essa scende, sempre in media, fino a -130 gradi. L'atmosfera, sulla Luna, è praticamente assente e non può quindi uniformare la temperatura come accade sulla Terra. La temperatura di un corpo non è costante e quindi anche per la Luna non è possibile stabilire un unico valore come misura della temperatura. Questo avviene innanzitutto perché la temperatura varia da zona a zona poiché la superficie della Luna non è liscia ne uniforme ed è quindi  esposta in modo diverso alla luce solare. In secondo luogo perché la temperatura anche nello stesso punto oscilla nel tempo. E’ per questo che, in genere, si riportano erroneamente i valori della temperatura ottenuti facendo la media aritmetica di temperature ottenute in momenti e in zone diverse. Invece bisognerebbe sempre considerare che, al contrario di ciò che avviene sul nostro pianeta, la temperatura lunare al livello della superficie subisce grandi variazioni tra le zone illuminate dal Sole e le zone in ombra e questi notevoli sbalzi termici sono in gran parte dovuti alla totale assenza di un’atmosfera che impedisce l’irradiazione del calore in prossimità della superficie e impedisce quindi la mitigazione dei raggi solari. Per questi motivi la temperatura sulla Luna subisce drastici cali nel passaggio dalle zone che ricevono la luce del Sole alle zone buie, e viceversa. Riguardo al presunto sbarco lunare dell’Apollo 11 nessuno ha mai saputo spiegare perché durante il viaggio di andata e ritorno era stato studiato un sistema che consentisse alla navicella di ruotare su se stessa impedendo così  il surriscaldamento dovuto ai raggi solari mentre una volta sceso sulla superficie lunare il LEM era rimasto saldamente ancorato al suolo senza possibilità di sfuggire ai raggi solari per tutta la durata dello sbarco e cioè per ben 21 ore e 37 minuti. Se osserviamo le immagini di allora si può notare come il LEM fosse rivestito con una specie di carta stagnola simile alla carta da forno domopack ed era fissato con nastro adesivo. Sembra incredibile poter credere ad una simile eventualità eppure nell’immaginario collettivo la televisione di allora era riuscita nell’impresa di far sembrare vera la più inverosimile delle bugie e questa convinzione è talmente radicata nella memoria storica che resiste e sfugge ad ogni dimostrazione logica.


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martedì 22 marzo 2016

DOVE SONO FINITI QUEI FILMATI?


La ricerca dei nastri scomparsi fino ad oggi non ha portato esiti concreti ma solo a false piste. Recentemente era trapelata la notizia che un team di scienziati avesse ritrovato uno scatolone al cui interno, al posto delle semplici informazioni telemetriche della missione Apollo 11,  ci sarebbero stati alcuni nastri con le immagini  del 20 luglio 1969. Secondo quanto riportato dal Washington Post uno dei tecnici che nel 1969 aveva lavorato all'Honeysuckle Creek e che aveva visto l’alta qualità del video originale dell’Apollo 11, trovò  un nastro a bobina da 14 pollici nel suo garage e ipotizzò che potesse  risultare proprio di quel periodo. Così decise di portarlo ad una riunione di veterani della missione e nell’anno successivo, cioé nel 2003, altri veterani portano alcuni ricordi dell’Apollo 11, compresa una foto di ottima qualità dell’atterraggio sulla Luna estrapolata dal video originale dell’Honeysuckle Creek. Convinti che quei nastri trovati nel 2002 potessero avere un enorme valore storico, decidono di rintracciare Richard Nafzger, uno dei pochi tecnici dell’Apollo 11 che ancora lavorava al Goddard Space Flight Center di Greenbelt, il luogo in cui sono stati trasferiti tutti i dati delle missioni Apollo. Nafzger riesce a inserire  le preziose bobine  in una di quelle vecchie macchine ormai superate ma ancora funzionanti e può analizzare il contenuto di quel filmato  scoprendo che  le immagini risultano provenire da una precedente missione Apollo. La delusione è grande e da allora la Nasa autorizza  una ricerca su vasta scala impegnando uomini e mezzi in tutti i centri di ricerca e presso tutti gli archivi sparsi sul territorio americano. La ricerca dura tre lunghi anni e risulta vana. Nel 2009 la notizia  dei nastri scomparsi è ormai è trapelata su tutti i giornali e l’ente spaziale inizialmente rilascia solo dichiarazioni vaghe e poco convincenti. Com’è possibile che 698 delle 700 scatole contenenti i nastri originali siano scomparsi dagli archivi?
Com’è stato possibile perdere le registrazioni dell’evento più significativo della storia dell’umanità? Dopo mesi di smentite e di generiche  rassicurazioni il 15 agosto 2009 la NASA  ha tolto definitivamente ogni residua speranza ai personaggi come Paolo Attivissimo ed ai suoi creduloni seguaci: i nastri originali non sono andati temporaneamente persi ma risultano cancellati per sempre. Così perlomeno a nessun altro altro ricercatore o storico potrà venire la stravagante idea di  poterli consultare. La NASA ha quindi ammesso, una volta per tutte, che dello sbarco sulla Luna rimangono solo le riprese  video sfocate e così scadenti da poter scongiurare il rischio di un’analisi accurata che potesse dimostrare la  falsità delle missioni Apollo. Ormai doveva apparire  evidente che se i video originali fossero stati analizzati, ogni dubbio residuo sarebbe crollato. Il comunicato ufficiale della Nasa ha suscitato un'inevitabile ondata di incredulità e allora Paolo Attivissimo si è dato immediatamente da fare per trovare una spiegazione plausibile a questa inverosimile vicenda ma non potendo indicare nulla di sensato alla fine  si è inventato questa giustificazione :  i nastri magnetici costavano tantissimo e quindi la NASA li avrebbe cancellati di proposito per poterli riutilizzare e risparmiare sui pesanti costi di gestione. Nel frattempo l'Ente spaziale americano ha tentato  di riguadagnare la propria credibilità perduta di fronte alla comunità scientifica internazionale affermando di aver affidato  alla società Lowry digital di Hollywood l’incarico di restaurare, digitalizzare e migliorare con le tecniche più avanzate e moderne i nastri nebulosi registrati direttamente dal video nella storica diretta televisiva. A questo punto sarebbe legito chiedersi quale sia la sottile differenza tra “migliorare” e “manipolare” le immagini, visto che ormai di "originale" non c’è rimasto proprio nulla. Tutta la la storia di questi filmati appare quanto mai interessante a vale la pena di ricordarla. Il 20 luglio 1969 il modulo lunare LM-5 atterra sulla superficie del nostro satellite. Sei ore e trentanove minuti dopo, Neil Armstrong, comandante della missione, esce dal modulo e scende la scaletta attivando la fotocamera che è all'interno del MESA (Modular Equipment Stowage Assembly). Poco dopo lo segue anche Buzz Aldrin, il pilota del LEM. Dopo le prime fasi della missione, Armstrong sgancia la fotocamera dal suo ancoraggio al MESA, fa una panoramica del luogo (Il mare della tranquillità) e la fissa su un treppiede a 12 metri dal modulo lunare, il punto da dove sono eseguite altre foto e riprese. Al rientro nel modulo il materiale lunare raccolto è sistemato con cura al suo interno e quindi , per  alleggerire il modulo lunare  prima del decollo, gettano via gli oggetti ritenuti ormai inutili come  le due fotocamere Hasselblad. Quelle immagini filmate, ricevute via etere sia al Goldstone (Goldstone Deep Space Communications Complex) in California, al Parkes Observatory in Australia e all'Honeysuckle Creek, sempre in Australia, vengono in breve trasmesse attraverso i circuiti televisivi internazionali dal radiotelescopio Parkes Observatory australiano e viste, praticamente quasi in diretta, da non meno di seicento milioni di umani. I dati sono registrati sui nastri magnetici e simultaneamente sono convertiti attraverso una serie di passaggi, in modo da essere funzionali alla radiodiffusione. L'apparecchiatura utilizzata per convertire il segnale purtroppo causa, ad ogni passaggio, una netta perdita in termini di qualità di immagine. Uno di questi passaggi prevede che quelle immagini, per poter trasmettere il più rapidamente possibile il segnale alle tv, vengano filmate e registrate da una videocamera con  nastri da 16mm direttamente dal monitor dove scorre il video. Quindi emerge che  solo un ristretto gruppo di tecnici della Nasa avrebbe avuto il privilegio di vedere, attraverso il segnale raccolto dall’osservatorio di Honeysuckle Creek e trasferito su nastri magnetici, quelle immagini così magnifiche e spettacolari inviate dall’Apollo 11. I nastri originali di alta qualità registrati su bobine della durata di soli 15 minuti, sarebbero stati quindi immagazzinati e presto dimenticati nei magazzini di Houston finché un gruppo di ex tecnici e di ricercatori indipendenti non ha presentato la richiesta di poterli visionare. Così la  Nasa, dopo le lunghe e inutili ricerche, il 15 agosto 2009 ha dovuto infine ammettere che quei filmati non esistono più. E' stato già un bel passo in avanti rispetto alle precedenti dichiarazioni evasive. Adesso non rimane che attendere l'annuncio più importante e cioé che quelle missioni non sono mai state fatte e che l'uomo non è mai sceso sulla Luna.



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lunedì 21 marzo 2016

A PROPOSITO DEI FILMATI SCOMPARSI


Dopo la clamorosa ammissione  che i filmati originali del primo sbarco sulla Luna sono scomparsi La Nasa afferma che le sequenze dell'allunaggio sono comunque  state salvate, seppure non più dall'originale, dalle riprese televisive trasmesse dai network di mezzo mondo.  In realtà sono state riprocessate e migliorate dagli specialisti di Hollywood della Lowry digital, la società nota per aver ripristinato digitalmente vecchi film tipo  Guerre stellari.  Nessuno alla Nasa sembra preoccuparsi  del fatto che l'incarico sia stato affidato proprio ad un'azienda di Hollywood, incarico che potrebbe alimentare ulteriori sospetti considerato che sempre più persone ritengono possibile che quelle immagini siano girate in un set cinematografico o in una base militare segreta. "Questa azienda restaura video storici", ha tagliato corto Nafzger nella conferenza stampa : "Alle teorie cospirativa crede chi ci vuole credere".
Insomma per la Nasa è una cosa normalissima "perdere" ( o cancellare volutamente?) i nastri originali e poi affidare alla sua ditta di fiducia il compito di migliorare e digitalizzare quelle di seconda mano, cioè quelle  che noi tutti avremmo visto dai televisori nella storica diretta del 1969. Queste immagini avevano 320 linee di risoluzione anzichè le solite 520 previste dalla standars televisivo americano NTSC. La qualità delle immagini era pertanto ridotta da 30 fotogrammi al secondo  a soli 10. Quindi  in sostanza oggi non solo non esistono più le immagini originali ad alta definizione ma persino quelle a bassa definizione  adesso saranno"migliorate", cioè in parole povere manipolate. Tutto normale  vero?


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domenica 20 marzo 2016

I FILMATI NON CI SONO PIU'


Con l’approssimarsi del 20 luglio 2009, cioè del 40° anniversario del primo sbarco sulla luna, molti ricercatori scientifici indipendenti avevano chiesto alla NASA di poter analizzare i  filmati originali di proprietà dell’Agenzia Spaziale americana. Però stranamente tutte le 45 cassette con le immagini originali del primo passo di Neil Armstrong sulla luna trasmesse dalla telecamera installata sull'Apollo 11, non esistono più perché la NASA li ha cancellati. "Nessuno lo ha fatto di proposito, è stata una terribile distrazione - ha osservato Nafzger - ma dopo tante ricerche sono ora convinto che queste cassette non esistano più, tante prove ed indizi ci hanno portato a questa conclusione per quanto difficile da accettare". Stanley Lebar e Dick Nafzger, responsabili  del Goddard Space Flight Central della Nasa e specialisti delle riprese televisive, hanno setacciato per tre lunghi anni (dal marzo 2006 fino all’agosto 2009) ogni possibile archivio e questa affannosa ricerca  in ogni angolo dei Centri dei programmi spaziali Usa, ha portato ad una sconcertante conclusione: la Nasa li ha cancellati per errore o per  distrazione. Così la prima diretta dalla luna con Neil Armstrong a Buzz Aldrin che fissavano la bandiera americana sulla superficie sabbiosa del Mare della Tranquillità non esiste più. La clamorosa notizia è stata confermata dalla Nasa con un comunicato uffuciale diffuso alla stampa solo il 16 agosto 2009,(http://www.nasa.gov/mission_pages/apollo/apollo_tapes.html)cioè un mese dopo le celebrazioni del 40° anniversario.  E' curioso notare che durante i tre lunghi anni di inutili ricerche sui giornali si sono susseguite molteplici e contrastanti  dichiarazioni da parte dei responsabili delle archiviazioni nei centri di ricerche dell’ente spaziale più famoso al mondo. Qui di seguito sono sintetizzate solo una piccola parte delle inveriosimili giustificazioni fornite, alcune delle quali appaiono come  delle vere perle di comicità. Giustificazione n.1“I nastri  con ogni probabilità stati stati cancellati, o qualcuno vi ha sovrapposto per errore i dati di altre missioni degli anni settanta. Non tutte le speranze sono perse perchè  le due stazioni di terra posizionate in Australia che ricevevano le immagini dallo spazio insieme a quella in California, dovrebbero avere nei loro archivi altri due nastri con le immagini "slow-scan" dello sbarco, anche se fino a ora non sono stati ritrovati.” (Nafzger )Giustificazione n.2“A differenza di quello convertito, il segnale diretto dalla Luna non era videoregistrabile usando apparecchi standard, per cui la NASA lo registrò su una traccia dei nastri di telemetria. E questo fu il grave errore: i nastri contenenti le immagini in massima qualità furono etichettati come normale telemetria e archiviati insieme a tutti gli altri. Per questo furono ritenuti perduti per anni immagini televisive.”Giustificazione n.3“La politica della NASA, al pari di tanti enti grandi e piccoli, prevedeva di cancellare e riusare le costose bobine di nastro magnetico delle telemetrie dopo che erano passati alcuni anni e il progetto che le aveva generate era terminato. Alla fine del progetto Apollo, la telemetria fu quindi mandata al riciclo, e con essa furono cancellate le immagini della diretta.”Giustificazione n.4
“Si sta facendo una ricerca tra i documenti come mai era stata fatta prima. I nastri potrebbero essere scoperti domani o si potrebbe arrivare ad un punto in cui dovremo dire di non potere andare oltre. Per ora, mi vedrei costretto ad affermare che il destino di quei filmati è un grande mistero".Giustificazione n.5
“La Nasa intorno al 1980 avviò un massiccio programma di riciclaggio di vecchie cassette. Decine di migliaia di scatoloni con nastri già usati vennero prelevati dagli scaffali polverosi, aperti e riutilizzati. Poichè i nastri magnetici costavano tantissimo la NASA li avrebbe deliberatamente cancellati per riutilizzarli e così risparmiare sui costi di gestione.” (Sembrerebbe una scusa credibile solo  a patto di ritenere la Nasa una società che vive di miseri espedienti e di cene alla mensa dei poveri e che prodigandosi come una parsimoniosa massaia decise saggiamente di riutilizzare i nastri magnetici per non pesare sui contribuenti.)Giustificazione n.6"Voglio chiarire subito che i nastri non sono andati smarriti, perché questo significherebbe che sono stati conservati malamente e ora non avremmo alcuna possibilità di ritrovarli. Il problema è solo che non sappiamo dove sono". (John Sarkissian, ricercatore presso l'Osservatorio radio di Parkes)
Giustificazione n.7"Siamo convinti che siano stati schedati e archiviati correttamente nel corso degli anni '70 e che siano conservati presso la Nasa, ma semplicemente non sappiamo dove".Giustificazione n.8"E' già da un po' che non le vediamo più. Le abbiamo cercate per più di un anno, ma non sono più saltate fuori".Giustificazione n.9“Li abbiamo cercati per oltre un anno e non li abbiamo trovati. Hai idea degli archivi che deve avere la NASA? Una svista è comprensibile”. ( Hautaloma.)Giustificazione n.10“I nastri non sono stati buttati via: sono in archivio, ma non si sa dove di preciso”.Giustificazione n.11"Abbiamo tutti capito l'importanza di questo evento per la storia, per i posteri, in ugual misura noi tutti avremmo dovuto fare in modo di mettere al sicuro quei nastri".Giustificazione n.12"Nessuno lo ha fatto di proposito, è stata una terribile distrazione, ma dopo tante ricerche sono ora convinto che queste cassette non esistano più, tante prove ed indizi ci hanno portato a questa conclusione per quanto difficile da accettare". Negli ultimi anni  molti avevano messo pesantemente in dubbio che lo sbarco sulla luna non fosse mai davvero avvenuto ipotizzando che si sia trattato di semplice una messinscena ed il fatto che le presunte prove televisive dell’allunaggio siano andate incredibilmente smarrite non può che alimentare altre legittimi sospetti. Diventa effettivamente difficile poter credere che la Nasa sia riuscita a mandare un uomo sulla Luna e poi abbia smarrito o cancellato  la principale testimonianza originale dell’avvenimento più importante del scorso secolo. La faccenda della perdita del nastro originale appare davvero clamorosa. Questo tipo di materiale infatti, per essere conservato nel tempo, doveva essere protetto e mantenuto in un ambiente sterile a temperatura e umidità costanti, in modo da rallentarne al massimo il naturale processo di degrado. Nel caso di riprese di straordinario valore storico sarebbe stata buona regola farne un certo numero di copie da conservare saggiamente in luoghi ben distanti l’uno dall'altro. Inoltre la cosa più saggia di tutte sarebbe stata quella di procedere appena possibile a digitalizzare il nastro, trasformando in permanenti tutte quelle informazioni che sono invece destinate al deperimento naturale, trattandosi di nastro analogico. E' un’operazione che si sarebbe potuta e dovuta fare in tutta tranquillità già da molti anni prima ma invece stranamente nessuno pare ci abbia mai pensato.Come ultima disperata giustificazione la Nasa afferma che non sarebbe proprio corretto dire che i nastri si sono persi ma che al momento è impossibile dire dove si trovino, lasciando immaginare una confusione imperdonabile nell’archiviazione della documentazione dell'ente nazionale fra i più importanti degli Stati Uniti. E’ un po' come se il direttore del Louvre ad un certo punto si scusasse dicendo: “Non è che abbiamo perso la Gioconda ma è che al momento non sapremmo dire dove si trovi. Avete presente quanto è grande il Louvre?”



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venerdì 18 marzo 2016

L'INGANNO DELLE IMMAGINI TELEVISIVE


Pochi sanno che tutte le comunicazioni in diretta tra l’Apollo 11 e la sala controllo di Houston nel Texas avvenivano solo durante i primi quindici minuti dopo il lancio dalla base di Cape Canaveral in Florida . Subito dopo veniva attivato un ponte radio che attraverso le grandi antenne di Goldstone in California, di Honeysuckle e di Parkes in Australia rimandava le comunicazioni alla sala di controllo. La ricezione della trasmissione televisiva dallo spazio risultava piuttosto complessa e macchinosa. La Luna infatti è distante circa 384.000 chilometri e poiché gli astronauti avrebbero avuto a disposizione solo un trasmettitore TV alimentato a batterie con una piccola antenna parabolica di un metro di diametro il segnale sarebbe arrivato sulla Terra debolissimo. Per riuscire a trasmettere le immagini la NASA aveva quindi deciso di utilizzare il bianco e nero al posto del colore e di trasmettere le immagini a 320 linee di risoluzione anziché le solite 520 previste dallo standard televisivo statunitense NTSC. In questo modo la qualità delle immagini si sarebbe ridotta da 30 fotogrammi al secondo a 10. Queste modifiche comportavano una serie di problemi tecnici perché sarebbe stato necessario convertire il segnale televisivo fuori standard con quello comunemente utilizzato e questo poteva avvenire solo riprendendo con una telecamera le immagini captate dalla Luna direttamente dal monitor presso le stazioni terrestri riceventi. Fatto questo, il segnale sarebbe stato pronto per la distribuzione via satellite ma solo per i Paesi che utilizzavano già lo standard NTSC, mentre per tutti gli altrisi doveva procedere con un’ulteriore conversione. Per questo motivo le immagini provenienti dalla Luna sarebbero giunte sugli schermi con una notevole perdita di qualità.Le immagini riprese dallo schermo televisivo con una seconda telecamera risultavano un po’ offuscate ma per contro quell’aspetto spettrale risultava anche molto affascinante e “reale”. Con la tecnica della doppia ripresa di immagini pre-registrate la NASA sapeva che ne poteva raddoppiare la durata e, cosa molto più importante, poteva ottenere quell’effetto al “rallentatore” che caratterizza tutti i filmati lunari e che noi siamo portati ad attribuire alla minor gravità presente sulla superficie lunare. Sempre secondo la NASA quelle preziose immagini in arrivo dalla Luna vennero catturate su nastri magnetici e messe da parte a futura memoria. In quel periodo furono utilizzati i primi nastri magnetici da due pollici, in gergo chiamati “ampex”. Questi servivano per poter registrare le trasmissioni televisive che fino ad allora potevano essere mandate solo in diretta ma è proprio qui che la storia comincia a fare acqua da tutte le parti. Prima di tutto non si capisce bene perché la NASA abbia sentito la necessità di sviluppare un sistema televisivo apposito e stranamente “non compatibile” con le TV di tutto il mondo. Allora infatti c’erano già le riprese a 16 mm che potevano garantire delle immagini di buona qualità mentre per la diretta TV potevano essere facilmente distribuite le immagini a 525 linee che avrebbero comunque soddisfatto la platea mondiale risultando di qualità molto superiore rispetto a ciò che invece è stato mostrato in quella notte. In realtà con questo escamotage nessun altro osservatorio al mondo è stato in grado di ricevere un solo fotogramma di quelli provenienti dalla Luna e così facendo il gioco di prestigio è perfettamente riuscito perché tutto è nella mente di chi guarda. Così le centinaia di persone che hanno applaudito entusiaste al touchdown lunare in realtà guardavano lo stesso nastro registrato che abbiamo visto tutti noi. Inoltre si deve  tener conto che durante quel periodo i vertici della NASA avevano il controllo totale su tutte le notizie che venivano divulgate dalle televisioni e dai giornali e che non c’era quindi nessuno che potesse mettere in dubbio la versione ufficiale.


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