martedì 22 marzo 2016

DOVE SONO FINITI QUEI FILMATI?


La ricerca dei nastri scomparsi fino ad oggi non ha portato esiti concreti ma solo a false piste. Recentemente era trapelata la notizia che un team di scienziati avesse ritrovato uno scatolone al cui interno, al posto delle semplici informazioni telemetriche della missione Apollo 11,  ci sarebbero stati alcuni nastri con le immagini  del 20 luglio 1969. Secondo quanto riportato dal Washington Post uno dei tecnici che nel 1969 aveva lavorato all'Honeysuckle Creek e che aveva visto l’alta qualità del video originale dell’Apollo 11, trovò  un nastro a bobina da 14 pollici nel suo garage e ipotizzò che potesse  risultare proprio di quel periodo. Così decise di portarlo ad una riunione di veterani della missione e nell’anno successivo, cioé nel 2003, altri veterani portano alcuni ricordi dell’Apollo 11, compresa una foto di ottima qualità dell’atterraggio sulla Luna estrapolata dal video originale dell’Honeysuckle Creek. Convinti che quei nastri trovati nel 2002 potessero avere un enorme valore storico, decidono di rintracciare Richard Nafzger, uno dei pochi tecnici dell’Apollo 11 che ancora lavorava al Goddard Space Flight Center di Greenbelt, il luogo in cui sono stati trasferiti tutti i dati delle missioni Apollo. Nafzger riesce a inserire  le preziose bobine  in una di quelle vecchie macchine ormai superate ma ancora funzionanti e può analizzare il contenuto di quel filmato  scoprendo che  le immagini risultano provenire da una precedente missione Apollo. La delusione è grande e da allora la Nasa autorizza  una ricerca su vasta scala impegnando uomini e mezzi in tutti i centri di ricerca e presso tutti gli archivi sparsi sul territorio americano. La ricerca dura tre lunghi anni e risulta vana. Nel 2009 la notizia  dei nastri scomparsi è ormai è trapelata su tutti i giornali e l’ente spaziale inizialmente rilascia solo dichiarazioni vaghe e poco convincenti. Com’è possibile che 698 delle 700 scatole contenenti i nastri originali siano scomparsi dagli archivi?
Com’è stato possibile perdere le registrazioni dell’evento più significativo della storia dell’umanità? Dopo mesi di smentite e di generiche  rassicurazioni il 15 agosto 2009 la NASA  ha tolto definitivamente ogni residua speranza ai personaggi come Paolo Attivissimo ed ai suoi creduloni seguaci: i nastri originali non sono andati temporaneamente persi ma risultano cancellati per sempre. Così perlomeno a nessun altro altro ricercatore o storico potrà venire la stravagante idea di  poterli consultare. La NASA ha quindi ammesso, una volta per tutte, che dello sbarco sulla Luna rimangono solo le riprese  video sfocate e così scadenti da poter scongiurare il rischio di un’analisi accurata che potesse dimostrare la  falsità delle missioni Apollo. Ormai doveva apparire  evidente che se i video originali fossero stati analizzati, ogni dubbio residuo sarebbe crollato. Il comunicato ufficiale della Nasa ha suscitato un'inevitabile ondata di incredulità e allora Paolo Attivissimo si è dato immediatamente da fare per trovare una spiegazione plausibile a questa inverosimile vicenda ma non potendo indicare nulla di sensato alla fine  si è inventato questa giustificazione :  i nastri magnetici costavano tantissimo e quindi la NASA li avrebbe cancellati di proposito per poterli riutilizzare e risparmiare sui pesanti costi di gestione. Nel frattempo l'Ente spaziale americano ha tentato  di riguadagnare la propria credibilità perduta di fronte alla comunità scientifica internazionale affermando di aver affidato  alla società Lowry digital di Hollywood l’incarico di restaurare, digitalizzare e migliorare con le tecniche più avanzate e moderne i nastri nebulosi registrati direttamente dal video nella storica diretta televisiva. A questo punto sarebbe legito chiedersi quale sia la sottile differenza tra “migliorare” e “manipolare” le immagini, visto che ormai di "originale" non c’è rimasto proprio nulla. Tutta la la storia di questi filmati appare quanto mai interessante a vale la pena di ricordarla. Il 20 luglio 1969 il modulo lunare LM-5 atterra sulla superficie del nostro satellite. Sei ore e trentanove minuti dopo, Neil Armstrong, comandante della missione, esce dal modulo e scende la scaletta attivando la fotocamera che è all'interno del MESA (Modular Equipment Stowage Assembly). Poco dopo lo segue anche Buzz Aldrin, il pilota del LEM. Dopo le prime fasi della missione, Armstrong sgancia la fotocamera dal suo ancoraggio al MESA, fa una panoramica del luogo (Il mare della tranquillità) e la fissa su un treppiede a 12 metri dal modulo lunare, il punto da dove sono eseguite altre foto e riprese. Al rientro nel modulo il materiale lunare raccolto è sistemato con cura al suo interno e quindi , per  alleggerire il modulo lunare  prima del decollo, gettano via gli oggetti ritenuti ormai inutili come  le due fotocamere Hasselblad. Quelle immagini filmate, ricevute via etere sia al Goldstone (Goldstone Deep Space Communications Complex) in California, al Parkes Observatory in Australia e all'Honeysuckle Creek, sempre in Australia, vengono in breve trasmesse attraverso i circuiti televisivi internazionali dal radiotelescopio Parkes Observatory australiano e viste, praticamente quasi in diretta, da non meno di seicento milioni di umani. I dati sono registrati sui nastri magnetici e simultaneamente sono convertiti attraverso una serie di passaggi, in modo da essere funzionali alla radiodiffusione. L'apparecchiatura utilizzata per convertire il segnale purtroppo causa, ad ogni passaggio, una netta perdita in termini di qualità di immagine. Uno di questi passaggi prevede che quelle immagini, per poter trasmettere il più rapidamente possibile il segnale alle tv, vengano filmate e registrate da una videocamera con  nastri da 16mm direttamente dal monitor dove scorre il video. Quindi emerge che  solo un ristretto gruppo di tecnici della Nasa avrebbe avuto il privilegio di vedere, attraverso il segnale raccolto dall’osservatorio di Honeysuckle Creek e trasferito su nastri magnetici, quelle immagini così magnifiche e spettacolari inviate dall’Apollo 11. I nastri originali di alta qualità registrati su bobine della durata di soli 15 minuti, sarebbero stati quindi immagazzinati e presto dimenticati nei magazzini di Houston finché un gruppo di ex tecnici e di ricercatori indipendenti non ha presentato la richiesta di poterli visionare. Così la  Nasa, dopo le lunghe e inutili ricerche, il 15 agosto 2009 ha dovuto infine ammettere che quei filmati non esistono più. E' stato già un bel passo in avanti rispetto alle precedenti dichiarazioni evasive. Adesso non rimane che attendere l'annuncio più importante e cioé che quelle missioni non sono mai state fatte e che l'uomo non è mai sceso sulla Luna.



                                            Il romanzo è disponibile in formato digitale su:

Il romanzo è disponibile in formato cartaceo su
http://www.youcanprint.it/fiction/fiction-thriller-storica/il-giorno-della-verit-9788892647862.html 





Nessun commento:

Posta un commento