mercoledì 2 gennaio 2019

ANNO NUOVO E VECCHIE BUGIE




C’è sempre un limite a tutto e credo che ora sia giunto il momento di dire basta. Il prossimo 20 luglio 2019 sarà il 50° anniversario del più gigantesco inganno mai realizzato nella storia dell’umanità e non è più possibile continuare a far finta di credere a questa vergognosa messinscena organizzata dalla Nasa con la complicità di tutti gli organi di informazione.
Ogni giorno vengono fatti annunci assurdi dando ormai per scontato il primo sbarco dell’uomo su Marte entro i prossimi 5 anni e la cosa più incredibile è che tutti fingono di crederci senza sollevare alcuna obiezione. L’intento della Nasa è quello di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica su Marte accantonando così ogni imbarazzante discorso sulla Luna. La verità è che l’uomo non è mai stato sulla Luna e soltanto chi è in malafede può continuare a credere alla versione ufficiale  perché fa acqua da tutte le parti. La stampa come sempre obbedisce supinamente al potere americano e naturalmente nessun giornalista si azzarda a fare la domanda tanto ovvia quanto scomoda, l’unica vera domanda  che ognuno dovrebbe porsi, cioè questa :
Come si può pensare di andare su Marte a 56 milioni di km di distanza quando dopo 50 anni ancora nessuna missione spaziale al mondo non solo non è più ritornata sulla Luna  ma non si è mai avventurata oltre  l’orbita terrestre bassa a soli 380 chilometri dalla Terra?
Ed è comunque alquanto paradossale che a distanza di quasi 50 anni la Nasa si rifiuti di dare spiegazioni sensate o accetti un confronto scientifico su tutti gli innumerevoli aspetti e incongruenze delle varie missioni Apollo. In fondo sarebbe una cosa semplice e basterebbe chiamare un team di scienziati della Nasa affinché possano rispondere in maniera scientifica su alcuni quesiti scritti forniti dai cosiddetti complottisti  e riguardanti le missioni lunari. Oppure, ancora più semplicemente, basterebbe commissionare uno studio scientifico ad un gruppo di ricercatori internazionali di comprovata fama e competenza in ambito aerospaziale affinché possano analizzare i principali fatti controversi e fornire delle spiegazioni scientifiche.
In effetti già nel 2002, quando  la teoria del complotto lunare si stava diffondendo sempre più rapidamente, la Nasa era stata sollecitata proprio dall’opinione pubblica americana (patriottica e filogovernativa) affinché potesse spazzare  via le  infamanti accuse e rispondesse per iscritto alle clamorose accuse di Bill Kaysing formulate nel suo libro “Non siamo mai stati sulla Luna”. Così venne interpellato l’ingegnere e giornalista americano James Oberg, considerato dalla comunità scientifica uno dei maggiori  esperti delle missioni spaziali, affinché producesse una pubblicazione scientificamente autorevole che fosse in grado di smantellare definitivamente tutti i dubbi ed i sospetti che cominciavano a diffondersi soprattutto sul web. Per quella pubblicazione erano già stati stanziati quindicimila dollari e James Oberg aveva dato la sua disponibilità e aveva accettato l’incarico. Però poi stranamente la Nasa annullò tutto con la ridicola motivazione che era una cosa vergognosa dover  sprecare in questo modo 15.000 dollari dei contribuenti americani. Per comprendere l'assurdità di questa decisione basterebbe ricordare che per le missioni Apollo la Nasa aveva investito e speso qualcosa come 230 miliardi di dollari.
Insomma è evidente  che la pubblicazione scientifica  non l’hanno mai voluto fare in passato, non la vogliono fare adesso e non lo faranno mai per il semplice motivo che la verità verrebbe a galla. Molto meglio per la Nasa trincerarsi dietro un ostinato  silenzio limitandosi a confermare  che le prove dello sbarco ci sono e sono quelle delle immagini che 600 milioni di persone hanno visto in diretta la notte del 20 luglio 1969. Molto meglio pubblicare l’autobiografia autorizzata di un eroe nazionale come Neil Armstrong, molto meglio osannarlo celebrandone le gesta in un film commemorativo come “First Man” dato che quelle immagini cinematografiche riescono a rendere meravigliosamente reale ciò che è sempre stata una finzione.
Allo stesso tempo, considerato che nessuno scienziato autorevole o di chiara fama vuole esporsi in prima persona difendendo apertamente l’autenticità degli sbarchi sulla Luna, questo compito  viene delegato ad un personaggio modesto come il blogger Paolo Attivissimo di cui tutto si può dire tranne che possa  essere annoverato come una fonte autorevole del mondo scientifico.
Già questo fatto dovrebbe far riflettere seriamente.


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