lunedì 9 novembre 2015

UN ROVER IMBARAZZANTE

Tratto dal libro di 
IL GIORNO DELLA VERITA’
http://www.lulu.com/shop/guido-travan/il-giorno-della-verit%C3%A0/paperback/product-22235357.html 
      «Pensa che mio padre ha passato la sua vita a studiare le fasce di Van Allen e per quello che ne so io era giunto alla conclusione che non fosse possibile superarle indenni a meno che l’astronave non avesse una corazza di due metri di spessore. Sai che spessore aveva invece l’interno della capsula dell’Apollo 11?»
«No, non ne ho proprio idea. »
 «In alcuni punti era separato dal vuoto circostante solo da tre millimetri! Ti rendi conto? E adesso questo Alen Bean ci racconta di non sapere nemmeno a che altezza sono situate le fasce di Van Allen!»
«Magari è solo un po’…volevo dire…insomma potrebbe avere l’alzheimer o qualcosa di simile…»
«No, non ha nessun sintomo di demenza senile né di altre malattie mentali. Si gode la vita, gioca a golf, fa lunghe camminate e conduce una vita tranquilla. Proprio per evitare situazioni imbarazzanti come queste la NASA ha “consigliato” gli astronauti di non rilasciare più interviste. Insomma il rischio  che potessero cadere in contraddizione era molto alto anche perché all’inizio era già accaduto.»
«Quando?»
«Durante la prima intervista rilasciata subito dopo la lunga quarantena, gli astronauti dell’Apollo 11 dichiararono di aver assistito al sorgere e al calare della Terra ed infatti su diverse immagini scattate sulla luna si può notare che il pianeta Terra si trova in una posizione diversa. Tale fatto però é del tutto impossibile visto e considerato che la Terra si trova al centro dell’orbita lunare. Appena si é accorta dell’errore la NASA aveva  diffuso un breve comunicato di rettifica in cui precisava che le osservazioni fatte degli astronauti non avvennero mentre erano sulla luna  bensì durante l’orbita intorno alla luna. Da quel giorno in poi la concessione delle rare interviste era stata subordinata al fatto di poter conoscere per iscritto e con largo anticipo tutte le domande che sarebbero state rivolte agli astronauti.»
«Non lo sapevo…»
«In questo modo avrebbero avuto il tempo necessario  per preparare meglio le risposte. Ritornando invece alle fasce di Van Allen devi sapere che fino ad oggi, dopo le sei missioni Apollo inviate tra il 1969 ed il 1972, sono state inviate sulla luna solo poche altre missioni e tutte senza equipaggi a bordo. La prima sonda è stata la sovietica Luna 9 nel 1966 a cui nel 1970 è seguita  Luna 16 che ha  riportato sulla Terra  alcuni piccolissimi frammenti di suolo lunare.  Solo molti anni dopo  è arrivata la sonda giapponese Hiten-Hagoromo che però si schiantò rovinosamente sul suolo lunare il 10 aprile 1993. Tredici anni dopo fu l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ad inviare  la sonda Smart-1 ma anche questa missione non ebbe un esito felice e precipitò sulla luna il 3 settembre 2006. Infine toccò all’India che il 14 novembre 2008 tentò senza fortuna di far scendere il modulo Aditya che però non resse  all’impatto con il suolo lunare. Il prossimo Paese a mandare una sonda sulla luna dovrebbe essere la Cina e sembra che la missione sia stata programmata per il dicembre del 20139. Come puoi constatare nessuna di queste sonde è riuscita a realizzare un atterraggio morbido e sai perché?»
Lei lo guardò sempre più incuriosita in attesa che continuasse.
«Perché ancora oggi nessuno dispone di un adeguato sistema di retrorazzi a spinta variabile indispensabili per riuscire ad evitare il contatto distruttivo con il suolo lunare.  Tieni presente  che parliamo della tecnologia avanzatissima dei giorni nostri e non di quella che c’era quarant’anni fa quando non erano ancora stati inventati i personal  computer, i  telefoni GPS, i navigatori satellitari, i tablet, le macchine fotografiche digitali e non esisteva  nemmeno la progettazione con disegno computerizzato in 3D, ecc. ecc.»
«In effetti è molto strano…»
«Già, rispetto ad allora il progresso ha fatto passi da gigante ma anche se oggi disponiamo di risorse tecnologiche avanzatissime che ci hanno permesso di realizzare il più sofisticato mezzo di trasporto che l’umanità abbia mai conosciuto, cioé lo Shuttle, riusciamo a fare solo qualche orbita attorno alla Terra. Insomma è davvero difficile poter credere di essere scesi sulla luna nel lontano 1969 con quella specie di giraffa metallica che appare nelle immagini più celebri dell’allunaggio. Tra l’altro risulta che tutte le prove di volo eseguite con il simulatore Lunar Landing Training Vehicle, non siano state proprio incoraggianti…»
«Perché?»
«Perché i numerosi test di collaudo eseguiti sui cinque  modelli di prova realizzati confermarono l’arretratezza delle conoscenze  tecniche e tre di questi precipitarono al suolo. Su uno di essi Neil Amstrong si salvò la vita espellendo il seggiolino automatico solo pochi istanti prima che fosse troppo tardi. Il prototipo del successivo modulo lunare non fu mai realmente collaudato e fu verificato solo con simulazioni al computer. Tieni presente che allora i computer non erano paragonabili a quelli attuali ed il disegno CAD era ancora rudimentale e quindi era impossibile realizzare le simulazioni realistiche di volo attraverso i programmi tridimensionali come invece avviene adesso nei corsi di addestramento dei piloti. In ogni caso qualsiasi simulazione non poteva essere realistica in quanto sulla Terra non è possibile riprodurre in alcun modo l’assenza di atmosfera e soprattutto nessuno poteva simulare realisticamente la gravità ridotta ad 1/6 che si trova sulla Luna. Come puoi immaginare appare piuttosto inverosimile accettare l’idea che tra il 1969 ed il 1972 ben dodici astronauti con sei diverse missioni spaziali siano riusciti ad andare sulla luna con quella tecnologia arcaica mentre nel 1986 e nel 2003, nonostante una tecnologia enormemente più sofisticata, si siano verificate le disastrose tragedie del Challenger e del Columbia in missioni spaziali peraltro molto più semplici.»
«Eppure la gente continua a crederci…»
«La gente preferisce credere in quello che più desidera. È sempre stato così e non c’è da meravigliarsi. In realtà nessuno ha un vero interesse a rivelare come siano andate veramente le cose ed a contestare la versione ufficiale della NASA. Una bugia raccontata e ripetuta più volte alla fine diventa una mezza verità.»
«Perché nessuno ha un vero interesse a raccontare la verità?»
«Perché direttamente o indirettamente l’America controlla ogni attività economica e scientifica e qualsiasi centro di ricerca che dovesse appoggiare la teoria del complotto lunare si troverebbe con i fondi di ricerca dimezzati senza una ragione apparente. In assenza di prove certe e incontestabili nessuno ha voglia di esporsi in prima persona e tutti continuano a far finta di credere che le missioni Apollo siano state reali.»




                                            Il romanzo è disponibile in formato digitale su:

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