venerdì 27 luglio 2018

LA NASA E LE BUGIE SULLE FASCE DI VAN ALLEN




E' ormai certo che nel corso dei decenni la NASA , con la scusa del "restauro" dei negativi originali ha ritoccato e manipolato  tutte le fotografie ed i filmati degli sbarchi lunari. Lo ha fatto nel tentativo di eliminare, nel limite del possibile, tutte le incongruenze che erano emerse sempre più numerose e quindi per renderli più credibili. Essa ha anche cercato di “ritoccare” le affermazioni di James van Allen sulle cinture magnetiche che circondano la Terra, da lui scoperte e che si chiamano oggi comunemente Fasce di van Allen. Jarrah White ha messo in rete alcuni articoli, dello scienziato del Iowa in cui egli descriveva in maniera impietosa gli effetti deleteri delle radiazioni nello spazio. Ecco le sue parole testuali.


“Le nostre misurazioni mostrano che il massimo livello di radiazioni, nel 1958, equivale da circa 10 a 100 roentgen per ora, in dipendenza nella proporzione, non ancora determinata, fra protoni ed elettroni. Dato che l’esposizione continuativa di un essere umano per due giorni a soli 10 roentgen fornirebbe solo una possibilità imprevedibile di sopravvivenza, le cinture radioattive rappresentano un ostacolo evidente al volo spaziale. A meno che non sia trovato un qualche modo praticabile di schermare i viaggiatori spaziali contro gli effetti della radiazione, i razzi spaziali con equipaggio possono al meglio decollare attraverso la zona libera da radiazioni sopra i poli.” (James A. van Allen–Scientific American– marzo 1959). Dopo la sua morte però la Nasa si è affrettata a divulgare precisazioni e rettifiche delle sue dichiarazioni affermando che queste radiazioni non sarebbero state letali ma quasi innocue per gli astronauti a bordo di astronavi. Peccato però che James van Allen non lo abbia mai detto (dai suoi studi risulta che le fasce di van Allen diventano letali per gli esseri viventi tra i 14.000 ed i 17.000 chilometri) e che ormai non potrà nemmeno obiettare qualcosa. Rimane tuttavia il fatto  che la Nasa non può manipolare né ritoccare e cioè che dall'ultimo presunto sbarco lunare del dicembre 1972 con l'Apollo 17 nessun essere vivente al mondo è mai riuscito ad allontanarsi dalla Terra oltre l'orbita terrestre bassa dove c'è la stazione spaziale internazionale. L'orbita terrestre bassa è posizionata però  a soli  380 chilometri dalla Terra mentre la Luna è invece a 384.000 chilometri. La Nasa afferma che le radiazioni delle fasce di van Allen nel 1969 non erano un problema però non spiega come mai le stesse radiazioni oggi invece costituiscono un ostacolo insormontabile per poter mandare in orbita la missione Orion a soli 5.000 km di distanza  dalla Terra.






Se poi si analizzano i dati ufficiali diffusi dalla NASA riguardo le radiazioni assorbite dagli astronauti durante tutte le missioni spaziali Apollo si evidenziano due fatti curiosi e paradossali.  
Il primo è che nelle altre missioni 12-14-15-16-17 l’astronauta  dell'equipaggio che ha assorbito più radiazioni rispetto agli altri due era proprio quello che rimaneva nel CSM (modulo di controllo e di comando) in orbita attorno alla Luna. Ma questo è davvero strano visto che la struttura della navicella spaziale doveva comunque costituire  una maggior schermatura rispetto agli altri due astronauti che camminavano sulla Luna protetti solo dalle loro tute. 
L'altra incongruenza è che l'equipaggio che avrebbe assorbito il maggior numero di radiazioni risulta quello dell'Apollo 13, cioè l'unico equipaggio a non aver mai  lasciato l'orbita terrestre a causa del guasto che l'ha costretto ad annullare avventurosamente la missione e rientrare a Terra.



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