Tra
poco più di un mese verrà presentato il film americano “Il primo uomo” e con
tempismo perfetto segnerà l’inizio di una martellante campagna pubblicitaria in
vista del grande appuntamento del 50° anniversario del primo (falso) sbarco
sulla Luna del 20 luglio 1969.
Non
è certo una novità che una bugia ripetuta mille volte possa diventare
nell’immaginario collettivo una mezza
verità e quindi non c’è da meravigliarsi che a distanza di tanto tempo
l’America abbia deciso di celebrare tale anniversario con un film per esaltare
le gesta eroiche della conquista dello spazio. Il trailer è già disponibile in
rete e quindi seguirà il copione già
visto per Apollo 13 perché funziona a meraviglia.
Bisognerebbe
riflettere sul paradosso che venga realizzato un film, cioè una finzione, per raccontare un’altra
finzione, cioè la presunta e mai dimostrata missione Apollo 11.
E’
inutile stare a girarci troppo attorno perché ormai è risaputo che a quasi
mezzo secolo di distanza ancora nessuno
è in grado di dimostrare con assoluta certezza che tale missione sia realmente
accaduta. Fino ad ora tuttavia la difesa principale della versione ufficiale della Nasa
era che nessuno potesse dimostrare l’incontrario nonostante gli indizi di
colpevolezza siano talmente numerosi da insinuare nell’opinione pubblica un dubbio più che legittimo. Questa fase di stallo sembrava destinata a durare ancora per
molto tempo visto che dall’ultima (anch’essa
presunta) missione Apollo 17 del
dicembre 1972 nessun equipaggio al mondo era più ritornato sulla Luna. Non solo, ma nessun equipaggio al
mondo si era più allontanato dalla Terra oltre i 643 km raggiunti con le
missioni Shuttle mentre la stazione spaziale internazionale ISS rimane in orbita bassa
a soli 380 km dalla Terra, cioè una vera inezia considerato che la Luna è distante ben 400.000
km. Si deve poi tener presente che fin dal 2004 la Nasa ha avviato il progetto
della missione spaziale Orion che
avrebbe dovuto portare quattro astronauti in orbita media a 5.000 km dalla
Terra entro il 2010 ma tale missione è stata più volte rinviata (ora si parla del 2021) perché ancora nessuno è in grado di trovare
una schermatura idonea a garantire l’incolumità degli astronauti contro le
micidiali radiazioni cosmiche presenti nelle fasce di Van Allen. Basterebbe solo
questo per sentire odore di imbroglio, visto e considerato che chiunque decide
di andare sulla Luna deve per forza di cose attraversare le fasce di van Allen.
La domanda quindi appare del tutto lecita: come hanno fatto nel 1969 gli astronauti americani ad attraversare incolumi quelle stesse identiche fasce visto che ancora oggi nessuno è in grado di farlo nonostante una tecnologia straordinariamente più avanzata?
La domanda quindi appare del tutto lecita: come hanno fatto nel 1969 gli astronauti americani ad attraversare incolumi quelle stesse identiche fasce visto che ancora oggi nessuno è in grado di farlo nonostante una tecnologia straordinariamente più avanzata?
Tutti noi sappiamo quanto sia estremamente difficile riuscire a sradicare delle convinzioni ormai sedimentate nella nostra memoria personale soprattutto quando fanno parte della memoria collettiva basata su filmati televisivi visti in diretta. Sono ancora troppo pochi quelli che hanno il tempo, la curiosità, l’intelligenza e la pazienza di approfondire e di documentarsi, di porsi delle domande, di mettere in dubbio la verità ufficiale e trovare delle risposte alternative. Per ognuno di noi appare decisamente molto più comodo continuare a credere in tutto ciò a cui si è sempre creduto come fosse una specie di dogma religioso. E’ perfino troppo facile trovare rassicurazioni nelle solite frasi che si leggono sui giornali, frasi tipo : Se i russi avessero sospettato qualcosa lo avrebbero detto no? Oppure : Ci sono le immagini televisive in diretta, cosa vuoi di più?E le rocce lunari? E i riflettori per la misurazione laser?
Insomma
chi mette in dubbio la versione ufficiale della storia in genere viene deriso e
denigrato, viene definito complottista o con altri termini molto più
dispregiativi come se fosse un ingenuo credulone disposto ad assimilare ad ogni
tipo di possibile cospirazione.
Riguardo il gigantesco inganno dello sbarco sulla Luna qualcosa di importante è accaduto grazie a Massimo Mazzucco, un giornalista e ricercatore che da anni analizza meticolosamente tutte le immagini ed i filmati originali della Nasa per poter dimostrare una volta per tutte la falsità delle missioni spaziali Apollo. La sua ultima fatica rappresenta la sintesi di tutte le sue appassionate ricerche ed è un documentario di tre ore e mezzo in cui spiega tutte le incongruenze e le assurdità dei filmati.
Il
filmato che ho postato è una parte molto importante di questo documentario perché dimostra, senza
possibilità di errori, che la bandiera americana ha continuato a muoversi anche
dopo che i due astronauti erano risaliti a bordo dell’Apollo 14.
In
gergo processuale americano questa potrebbe definirsi come la regina di tutte le
prove di colpevolezza, ossia la cosiddetta “pistola fumante”. La Nasa come sempre rimane in silenzio mentre Paolo Attivissimo, noto debunker filo-governativo, non è riuscito a
fornire una spiegazione plausibile e ancora una volta si è limitato ad
arrampicarsi sugli specchi con risultati patetici. D’altra parte che altro poteva fare di fronte a
tali evidenze?
Il romanzo è disponibile in formato digitale su:
Il romanzo è disponibile in formato cartaceo su
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