sabato 13 ottobre 2018

SOGNI DI GLORIA


Tratto dal romanzo di Guido Travan
IL GIORNO DELLA VERITÀ
Youcanprint – febbraio 2017


«Credo che inizialmente la NASA abbia avuto davvero le migliori intenzioni di far arrivare il primo uomo sulla Luna e per farlo aveva dato il via ad una gigantesca macchina organizzativa. Questa macchina ha iniziato a sviluppare progetti e schemi tecnici, software per la verifica e lo studio delle orbite nonché a selezionare e collaudare tutte le singole componenti elettroniche ed i materiali da utilizzare. Per gli appalti era stato necessario ricorrere a centinaia di gare ufficiali e di tutto questo mare di scartoffie ovviamente è rimasto un riscontro oggettivo. Però subito dopo l’incidente dell’Apollo 1 e la morte dei tre astronauti devono aver compreso di avere ancora troppe lacune tecniche per sperare di poter raggiungere l’obiettivo. Sulla tragedia dell’Apollo 1 era stata aperta una commissione d’inchiesta e la relazione preliminare di Thomas Baron era stata così impietosa che aveva addirittura escluso la possibilità di sbarcare sulla Luna con le conoscenze di allora. Thomas Baron però rimase vittima di uno strano incidente stradale e dopo che la sua relazione ufficiale scomparve misteriosamente l’inchiesta si concluse in maniera indolore, cioè minimizzando tutte le gravi lacune evidenziate a carico della NASA. Nei primi mesi successivi all’incidente tutti i programmi spaziali furono comunque sospesi ed è stato allora che a qualcuno è venuta in mente l’idea di poter simulare i viaggi sulla Luna. I motivi non mancavano di certo e primo fra tutti c’era sicuramente l’avidità di denaro e di potere. Nessuno infatti voleva rinunciare a quella montagna di dollari già stanziati e le potenti lobby militari collegate con i centri di ricerca della NASA devono aver cominciato ad elaborare una specie di “piano B”, da utilizzare solo nel caso in cui non fossero stati in grado di mandare realmente un uomo sulla Luna. 


Quando fu evidente che la missione lunare era impossibile la NASA diede il via al programma operativo conosciuto con la sigla ASP, cioè Apollo Simulation Project, ideato per garantire i miliardi di dollari di finanziamenti e allo stesso tempo necessario per far rinascere l’orgoglio nazionale messo a dura prova dalla guerra nel Vietnam. Comunque fossero andate le cose di fronte al mondo intero l’America sarebbe risultata vincente e questo avrebbe rafforzato il prestigio e l’immagine politica e militare della nazione, soprattutto nei confronti dell’URSS, l’unico avversario che potesse contrastare il dominio americano nel mondo. Da questo punto di vista è stata una mossa un po’ azzardata ma geniale. A quell’epoca dovevano essere convinti che nel giro di pochi anni sarebbero stati in grado di realizzare davvero gli sbarchi lunari e quindi tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi perché così avrebbero eliminato ogni possibile dubbio sull’esito delle missioni precedenti. Tieni inoltre presente che durante quel periodo i vertici della NASA avevano il controllo totale su tutte le notizie che venivano divulgate dalle televisioni e dai giornali e che non c’era quindi nessuno che potesse mettere in dubbio la versione ufficiale. In realtà la corsa verso la Luna serviva a coprire i massicci finanziamenti per la sperimentazione dei nuovi armamenti e realizzare i costosissimi test dei sistemi missilistici. Purtroppo per loro non avevano previsto che a distanza di quarant’anni non avrebbero ancora acquisito le conoscenze necessarie per mandare davvero l’uomo sulla Luna. Il resto è storia recente. Con il progredire incessante delle conoscenze scientifiche e l’immediatezza della divulgazione su internet devono aver temuto che qualcuno potesse trovare le prove del gigantesco imbroglio e così non hanno esitato a far scomparire foto e filmati originali. Dal loro punto di vista questa è stata una mossa disperata ma comprensibile.»



                                            Il romanzo è disponibile in formato digitale su:

Il romanzo è disponibile in formato cartaceo su




1 commento:

  1. La sfido a scaricare le foto ad alta definizione dal sito della NASA e a rifare il lavoretto con GIMP.
    Poi posti sul suo blog il risultato, ci faremo 2 risate.

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