venerdì 19 agosto 2016

LE ASSURDE BANDIERE AMERICANE SULLA LUNA




Una targa dorata era stata fissata proprio alla base della scaletta del LEM. C’erano incise queste solenni parole:
Qui uomini dal pianeta Terra fecero il primo passo sulla Luna nel Luglio 1969 d.C. Siamo venuti in pace per tutta l’umanità.
A rileggere oggi quelle nobili  fanno una strana impressione. Quella scritta che parla di pace a nome di tutta l’umanità sarebbe stata posata sulla Luna proprio da quella nazione che negli stessi giorni bombardava i villaggi  del Vietnam con il Napalm.  La foto della bandiera americana è divenuta il simbolo ostentato della potenza americana e nelle sei missioni avvenute in soli tre anni è diventata una specie di spot pubblicitario: è stata immortalata  da tutte le parti, dal basso, dall’alto, con l’astronauta accanto, con il saluto militare, con il LEM sullo sfondo ecc. ecc. Strano modo di arrivare su un corpo celeste a nome di tutta l’umanità per poi affrettarsi a conficcare la bandiera  come un  sigillo che certifichi la garanzia del possesso, come se la Luna non fosse una conquista per il genere umano ma una colonia americana. Così è stato per gli Americani quando, in piena guerra fredda, la conquista della Luna ha convogliato lo spirito di frontiera e la competizione con i sovietici dimenticandosi però che nessuna nazione ha il diritto di rivendicare il possesso di un corpo celeste. C’è da sottolineare come nelle sei missioni Apollo che avrebbero consentito a dodici astronauti di scendere sulla Luna nessuno ha mai perso tempo ad eseguire delle fotografie delle stelle o della Terra utilizzando un treppiede per consentire degli scatti con tempi di esposizione più lunghi necessari per ottenere quel tipo di immagini. Eppure quella sarebbe stata la prova più certa di tutte per dimostrare l’autenticità degli sbarchi  visto che le immagini delle stelle viste dalla Luna non sarebbero state nemmeno paragonabili a quelle scattate dalla Terra. Evidentemente  erano troppo impegnati a conficcare le immancabili bandiere a stelle e strisce  per rendere orgoglioso l’ingenuo popolo americano. Paradossalmente proprio  questo infantile desiderio di manifestare simbolicamente la supremazia tecnologica e scientifica attraverso la bandiera diventa oggi una delle prove dirette che dimostrano il gigantesco inganno ai danni dell’intera umanità. Secondo gli scienziati della Nasa infatti, tutte e sei le bandiere piantate sul suolo lunare sono ancora in piedi, nonostante nel corso di quasi 50 anni abbiano dovuto sopportare l’esposizione al vuoto, a tutti gli enormi sbalzi di temperatura che vanno da oltre 100° durante il giorno a -140° durante la notte, alle micro-meteoriti, alle radiazioni e ai raggi ultravioletti. James Fincannon e gli altri scienziati del NASA Glenn Research Center di Cleveland vogliono farci credere questa assurdità dopo avere esaminato le immagini inviate  dal Lunar Reconnaissance Orbiter  (LRO) dai siti di atterraggio delle missioni Apollo, e osservato le ombre proiettate dalle bandiere nel corso della giornata. E’ perfino superfluo sottolineare come quelle immagini non possano essere considerate una prova in quanto appaiono  di bassa risoluzione  e comunque sarebbero facilmente manipolabili dalla Nasa stessa. La cosa più sconcertante però è che  alcune recenti ricerche condotte dallo scienziato Phil Metzger hanno dimostrato come i granelli di ghiaia sollevati dagli scarichi dei moduli lunari dovevano viaggiare veloci come i gas di scarico, cioè a circa 1,2 chilometri al secondo. Le particelle di polvere accelerate dai razzi di atterraggio a quella velocità potrebbero teoricamente fare il giro della Luna e ogni elemento metallico del LEM che poteva ostacolare il getto di sabbia avrebbe dovuto lasciare segni evidenti nelle zone sottostanti. Inoltre, poiché la sabbia fine riesce a percorrere enormi distanze ad altissima velocità investendo tutto ciò che incontra lungo la sua traiettoria, la bandiera americana che era stata piantata solo a poche decine di metri dal LEM doveva essere violentemente investita e spazzata via dalle micro particelle di regolite che formano la sabbia lunare. Invece questa era rimasta tranquillamente al suo posto come risulta dai filmati e dalle foto scattate dagli astronauti attraverso gli oblò durante la fase di risalita. Il fatto che gli scienziati americani insistano nel dire che le bandiere siano ancora presenti sul suolo lunare è pertanto un’assurdità come l’intera storia delle missioni Apollo.






















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