Una targa dorata era stata fissata proprio
alla base della scaletta del LEM. C’erano
incise queste solenni parole:
Qui uomini dal pianeta Terra fecero il primo passo sulla
Luna nel Luglio 1969 d.C. Siamo venuti in pace per tutta l’umanità.
A rileggere oggi quelle
nobili fanno una strana impressione. Quella
scritta che parla di pace a nome di tutta l’umanità sarebbe stata posata sulla
Luna proprio da quella nazione che negli stessi giorni bombardava i villaggi del Vietnam con il Napalm. La foto della bandiera americana è divenuta
il simbolo ostentato della potenza americana e nelle sei missioni avvenute in soli tre anni
è diventata una specie di spot pubblicitario: è stata immortalata da tutte le parti, dal basso, dall’alto, con l’astronauta
accanto, con il saluto militare, con il LEM sullo sfondo ecc. ecc. Strano modo
di arrivare su un corpo celeste a nome di tutta l’umanità per poi affrettarsi a
conficcare la bandiera come un sigillo che certifichi la garanzia del possesso, come se la Luna non fosse una conquista per il
genere umano ma una colonia americana. Così è stato per gli Americani quando,
in piena guerra fredda, la conquista della Luna ha convogliato lo spirito di
frontiera e la competizione con i sovietici dimenticandosi però che nessuna
nazione ha il diritto di rivendicare il possesso di un corpo celeste. C’è da
sottolineare come nelle sei missioni Apollo che avrebbero consentito a dodici astronauti
di scendere sulla Luna nessuno ha mai perso tempo ad eseguire delle fotografie delle
stelle o della Terra utilizzando un treppiede per consentire degli scatti con tempi di
esposizione più lunghi necessari per ottenere quel tipo di immagini. Eppure
quella sarebbe stata la prova più certa di tutte per dimostrare l’autenticità
degli sbarchi visto che le immagini
delle stelle viste dalla Luna non sarebbero state nemmeno paragonabili a quelle
scattate dalla Terra. Evidentemente erano troppo impegnati a conficcare le
immancabili bandiere a stelle e strisce per rendere orgoglioso l’ingenuo popolo
americano. Paradossalmente proprio questo infantile desiderio di manifestare simbolicamente
la supremazia tecnologica e scientifica attraverso la bandiera diventa oggi una
delle prove dirette che dimostrano il gigantesco inganno ai danni dell’intera umanità. Secondo gli scienziati della Nasa infatti, tutte e
sei le bandiere piantate sul suolo lunare sono ancora in piedi, nonostante nel
corso di quasi 50 anni abbiano dovuto sopportare l’esposizione al vuoto, a tutti gli enormi sbalzi di temperatura che
vanno da oltre 100° durante il giorno a -140° durante la notte, alle
micro-meteoriti, alle radiazioni e ai raggi ultravioletti. James Fincannon e gli altri scienziati del
NASA Glenn Research Center di Cleveland vogliono
farci credere questa assurdità dopo avere esaminato le immagini inviate dal Lunar
Reconnaissance Orbiter (LRO) dai siti di atterraggio delle
missioni Apollo, e osservato le ombre proiettate dalle bandiere nel corso della
giornata. E’ perfino superfluo sottolineare come quelle immagini non possano
essere considerate una prova in quanto appaiono di
bassa risoluzione e comunque sarebbero facilmente
manipolabili dalla Nasa stessa. La cosa più sconcertante però è che alcune
recenti ricerche condotte dallo scienziato Phil Metzger hanno dimostrato come i
granelli di ghiaia sollevati dagli scarichi dei moduli lunari dovevano
viaggiare veloci come i gas di scarico, cioè a circa 1,2 chilometri al secondo. Le particelle di polvere accelerate dai
razzi di atterraggio a quella velocità potrebbero teoricamente fare il giro
della Luna e ogni elemento metallico del LEM
che poteva ostacolare il getto di sabbia avrebbe dovuto lasciare segni evidenti
nelle zone sottostanti. Inoltre, poiché la sabbia fine riesce a percorrere
enormi distanze ad altissima velocità investendo tutto ciò che incontra lungo
la sua traiettoria, la bandiera americana che era stata piantata solo a poche
decine di metri dal LEM doveva essere
violentemente investita e spazzata via dalle micro particelle di regolite che
formano la sabbia lunare. Invece questa era rimasta tranquillamente al suo
posto come risulta dai filmati e dalle foto scattate dagli astronauti
attraverso gli oblò durante la fase di risalita. Il fatto che gli scienziati
americani insistano nel dire che le bandiere siano ancora presenti sul suolo
lunare è pertanto un’assurdità come l’intera storia delle missioni Apollo.
Il romanzo è disponibile in formato digitale su:
Il romanzo è disponibile in formato cartaceo su
Nessun commento:
Posta un commento