martedì 25 luglio 2017

LA FIABA DI ANDARE SU MARTE


Che cos’è la missione Orion di cui si parla ormai da anni?


Orion è costituto da diverse parti e moduli, ma alla base il suo principio di funzionamento è simile a quello degli Apollo e delle Soyuz. Il modulo dell’equipaggio, cioè la capsula spaziale vera e propria, è a forma di tronco di cono ed è racchiusa in un involucro più grande per essere protetta durante il lancio: la sua base ha un diametro di 5 metri e l’altezza complessiva del modulo è di 3,3 metri per una massa totale intorno alle 8,5 tonnellate. Può ospitare fino a quattro astronauti, quindi uno in più rispetto al modulo utilizzato nelle missioni Apollo ed ha numerose strumentazioni per rendere più semplice e sicuro il suo controllo durante le fasi di volo.


La NASA sta verificando la possibilità di mettere degli astronauti a bordo della capsula Orion in maniera tale da poter andare oltre l’orbita bassa, a circa 5800 chilometri di distanza dalla Terra (cioè ad una distanza 15 volte maggiore di quella in cui c’è la stazione spaziale internazionale ISS  a soli 380 chilometri dalla Terra). Lo sviluppo della  missione Orion è iniziato nel 2004 e da allora sono già stati spesi oltre 10 miliardi di dollari a cui si dovranno aggiungere altri 7 nei prossimi cinque anni.
Apparentemente sembra una cosa straordinaria ed invece appare un misero traguardo se pensiamo che la Luna dista dalla Terra 400.000 chilometri e che tra il 1969 ed il 1972 ben sei missioni Apollo avrebbero consentito di mandare 12 astronauti a camminare sul nostro satellite.
E’ davvero divertente osservare gli artifizi dialettici con cui la Nasa presenta al pubblico questa missione.
Charles Bolden, amministratore della NASA, ha infatti affermato : “Sta proseguendo molto bene il nostro intento di portare gli astronauti a viaggiare nel Sistema Solare. Orion costituisce solo una piccola parte di un progetto che permetterà agli umani di approdare su Marte e noi abbiamo il dovere di fare tutto il possibile per far diventare questo sogno realtà. Potrebbe essere il secondo corpo celeste diverso dalla Terra su cui atterrerà un essere umano, dopo la Luna. Dal 2030 in poi l’attenzione si sposterà su Marte con l’obiettivo di portarvi il primo equipaggio entro il 2040."
Insomma la Nasa vuol farci credere che dopo aver conquistato la Luna nel 1969 l’America è ormai pronta per realizzare sogni ancora più grandi e straordinari.



Tutto molto bello e affascinante, vero?  
Bene e allora vediamo i formidabili risultati raggiunti fino ad ora.

L’unico successo raggiunto, a distanza di oltre 12 anni dall’avvio del progetto Orion, è stato l’invio nello spazio del razzo Delta IV (5/12/2014) senza alcun equipaggio a bordo fino a 5.800 chilometri di distanza dalla Terra. La missione è servita per testare le strumentazioni di Orion, verificare la loro affidabilità e la solidità del suo scudo termico per il rientro controllato sulla Terra, attraverso un rovente passaggio nell’atmosfera a oltre 2.200 °C.
Secondo i programmi attuali, il primo volo abitato di Orion e SLS dovrebbe essere la Exploration Mission-2 , che prevederebbe l’invio di quattro astronauti in una traiettoria di ritorno libero intorno alla Luna (ossia senza inserimento in orbita) La missione, di circa otto giorni, partirebbe non prima dell’agosto 2023 perché saranno necessarie alcune modifiche ed ulteriori test per renderlo adeguato agli standard di sicurezza previsti per un veicolo destinato a trasportare astronauti e sarà indispensabile dover aggiungere una protezione contro i micro-meteoriti.


Considerato che la Nasa ha iniziato a sviluppare il progetto Orion nel 2004 e afferma di non essere in grado  di mandare degli astronauti in orbita lunare prima del 2023 credo che certe domande dovrebbero sorgere spontanee.

1)  Non appare inverosimile pensare che in soli 3 anni (tra il 1969 ed il 1972)  ben sei missioni Apollo siano riuscite a far camminare 12 astronauti sulla Luna ed oggi nonostante l’enorme progresso tecnologico degli ultimi 50 anni siano necessari 17 anni di preparazione solo per poter ripercorrere la stessa traiettoria dell’Apollo 8 che era entrata nell'orbita lunare del dicembre 1968 senza però scendere sulla Luna?
2)    Come mai lo scudo spaziale necessario al rientro nell’atmosfera della navicella Orion non garantisce ancora oggi adeguati livelli di sicurezza per gli astronauti?
3)  Come mai la Nasa parla di missioni su Marte quando ancora oggi nessuna missione spaziale è in grado di mandare un equipaggio oltre la distanza di 400 chilometri da Terra?
4)   Come mai devono ancora essere studiate le fasce di van Allen per trovare le adeguate schermature per superare indenni l’orbita bassa, l’orbita media e quella alta?
5) Come mai nel 1969 queste radiazioni letali potevano essere superate senza alcuna difficoltà ed oggi rappresentano un problema insormontabile?
6)    Come mai oggi esiste un problema dei micro-meteoriti mentre nelle sei missioni lunari questo non era nemmeno un rischio da tenere in considerazione?
7)  Come mai la Nasa parla di Missioni su Marte senza prevedere prima una base di appoggio sulla Luna?
Sono tutte domande piuttosto imbarazzanti a cui la Nasa si guarda bene dal fornire risposte.
In compenso Charles Bolden, amministratore della NASA, ammette  che potrebbero esserci ritardi e complicazioni tali da rendere improbabile la possibilità di raggiungere Marte entro il 2040.
Bene, almeno su questo mi sento di poter concordare con la Nasa.

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