sabato 8 luglio 2017

L'INGANNO CONTINUA



Nel 2009 il presidente americano Barack Obama aveva annunciato e promesso  in un discorso ufficiale che gli americani presto sarebbero ritornati sulla Luna, forse già nel 2009. 
Ci sarebbe subito da obiettare che se davvero gli americani c'erano già stati  sei volte tra il 1969 ed il 1972 non ci sarebbe bisogno di attendere 10 anni per progettare e realizzare un ritorno sulla Luna, visto e considerato che nessun problema tecnico sarebbe stato insuperabile con la tecnologia progredita enormemente dopo 50 anni.
Ma di quella promessa ora sembra che nessuno si ricordi più. In effetti oggi le parole dell'ex presidente americano appaiono più che mai la promessa di un politico che allora aveva la necessità di mettere a tacere le polemiche relative alla notizia clamorosa della scomparsa dei nastri originali del primo presunto sbarco sulla Luna dell'Apollo 11.
Ma Barack Obama era un politico e sa a cosa servono le promesse a lunga scadenza. Lui sapeva esattamente cosa sarebbe successo:  il tempo passa e la gente dimentica. Questa è la regola aurea che in politica funziona sempre ed in America funziona ancor meglio. Basta leggere oggi le ultime dichiarazioni ufficiali sui programmi spaziali della Nasa per rendersene conto.

"No, ci dispiace, non torneremo più sulla Luna". Così Charles Bolden , ex astronauta e attuale amministratore della NASA, ha spento gli entusiasmi di chi, a gran voce, chiede da tempo un'altra missione lunare da parte dell’uomo, a 40 anni dall'ultimo astronauta che ha camminato sul satellite della Terra, quell'Eugene Cernan comandante dell'Apollo 17. "O meglio - ha precisato Bolden nel corso di un recente meeting a Washington - non accadrà mai sotto la mia amministrazione". E anzi avvisa i suoi successori: "Se qualcuno cambiasse idea e organizzasse una nuova missione lunare nessuno, probabilmente, vedrà mai un americano né sulla Luna, né su Marte, né su un asteroide. Non si può cambiare il corso dell'esplorazione umana". Come a dire: i soldi sono quelli che sono e la Luna è un libro ormai letto e messo da parte, meglio concentrarsi su nuovi obbiettivi.Le parole di Bolden, insomma, ricalcano quelle pronunciate esattamente tre anni fa dal presidente Barack Obama, che annunciò il programma per le "esplorazioni spaziali" nel 21° secolo con un discorso tenuto al John F. Kennedy Space Center: "Siamo già stati sulla Luna e c'è ancora tanto da esplorare e da conoscere. In quell'occasione Obama disse che il governo USA avrebbe stanziato, per i successivi cinque anni, 6 miliardi di dollari per permettere alla NASA di lavorare alle nuove missioni, tra cui quella, affascinante, di portare un uomo su un asteroide entro il 2025. Proprio in queste ore il giornalista americano Alan Boyle ha dichiarato di aver appreso - da un membro dell'amministrazione Obama - che 100 milioni di dollari sarebbero già pronti per il budget NASA del prossimo anno fiscale per lavorare a una nave spaziale-robot in grado di catturare un piccolo asteroide e trasportarlo nelle vicinanze della Luna entro il 2019, rendendolo facilmente esplorabile da parte di una squadra di esseri umani qualche anno dopo, probabilmente già nel 2021. Questa missione, sostiene la fonte di Boyle, sarebbe propedeutica a una futura esplorazione di Marte da parte dell'uomo. "Tutto ciò non esclude la partecipazione della NASA ad altre missione, organizzate da terzi, che intendano riportare l'uomo sulla Luna" ha spiegato Bolden. E qualcuno, come l'azienda privata Golden Spike, ci sta già lavorando su, con l'intento di offrire un viaggio spaziale verso il nostro satellite a prezzi non proprio modici : 580 milioni di euro a persona. Il "no" alla Luna di Charles Bolden, inoltre, ha scatenato i cospirazionisti che, da tempo, cercano di dimostrare - attraverso un'attenta analisi dei filmati e delle fotografie di 40 anni fa - che lo sbarco dell'uomo sulla superficie lunare sia un colossale falso realizzato a regola d'arte dalla NASA. "Non possiamo tornarci perché in realtà non ci siamo mai stati e non siamo in grado di arrivarci": questo, in sintesi, il commento di chi non ha mai creduto all'allunaggio dell'Apollo 11 (luglio 1969) e delle successive missioni. Per i sostenitori del complotto lunare il grande passo per l'umanità di Neil Armstrong, primo astronauta sulla Luna, non sarebbe stato mosso nello spazio bensì in uno studio cinematografico. Un’ipotesi, questa, cavalcata da un film del 1978 di Peter Hyams, Capricorn One, che racconta di una falsa missione su Marte organizzata dalla Nasa per non vedersi cancellati i finanziamenti del governo.
L'inganno continua...



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