La prima sonda cinese è atterrata sulla Luna segnando un nuovo, importante passo in avanti del programma spaziale di Pechino. Comunicando la notizia del «dolce atterraggio», l’agenzia ufficiale Nuova Cina ha sottolineato con orgoglio che la Cina è il terzo Paese, dopo gli Usa e la Russia (allora Unione Sovietica), a far allunare con successo una sonda sofisticata, in grado di dare un contributo di rilievo agli studi sulla Luna, preparando il terreno per un secondo sbarco umano, obiettivo centrale del programma spaziale cinese rincorrendo l’epopea della passeggiata lunare di Neil Armstrong del 1969. Si tratta del primo «allunaggio morbido» dal 1976, quando un’impresa analoga fu realizzata da una missione congiunta russo-americana. La navicella spaziale «Chang’e 3»- dal nome di una popolare principessa della mitologia cinese - che ha portato la sonda, chiamata «Coniglio di giada» (Yutu in cinese), è stata lanciata il primo dicembre dal poligono di Xichang, nel sud della Cina. Nuova Cina precisa che la manovra di atterraggio è iniziata quando «Chang’e 3» ha raggiunto una distanza di 15 chilometri dalla Luna. Dopo 11 minuti, il «Coniglio di giada» atterrava sulla superficie lunare in un luogo chiamato «Sinus Iridiun» (la baia degli arcobaleni), che è considerato adatto per mantenere le comunicazioni con la base terrestre della missione. Wu Weiren, uno dei principali responsabili del programma spaziale cinese, ha sottolineato che si è trattato della «parte più difficile» della missione di «Chang’e 3». La prima sonda cinese è atterrata sulla Luna segnando un nuovo, importante passo in avanti del programma spaziale di Pechino. La sonda ha a bordo degli strumenti estremamente sofisticati, come i radar che possono vedere sotto la superficie, e si ritiene che porterà dati importanti agli scienziati cinesi.
Lanciato
negli anni Cinquanta dall’allora presidente Mao Zedong, il programma spaziale
cinese ha conosciuto un’accelerazione nell’ultimo decennio. Secondo Dean Cheng,
un esperto cino-americano che lavora per la conservatrice Heritage Foundation
di Washington, il programma spaziale riflette la volontà della Cina di essere
riconosciuta come una superpotenza dal resto del mondo. La conquista dello spazio,
ha affermato in un’intervista alla Bbc, è «un riflesso del potere economico» di
un Paese. «Chiaramente, ha delle implicazioni militari perché gran parte della
tecnologia spaziale è a doppio uso (civile e militare)», ha aggiunto.
Una missione
analoga è prevista per il 2017. I responsabili cinesi non si sono sbilanciati,
ma si ritiene che una missione di astronauti cinesi sulla Luna potrebbe
avvenire non prima del 2030.
Quindi i
cinesi nel 2013, con la tecnologia avanzatissima rispetto a quella archeologica
del 1969 ed una capacita economica pressoché illimitata,
riconoscono di aver bisogno di altri 17 anni prima di poter tentare un
allunaggio con equipaggio a bordo. Invece dal luglio 1969 al dicembre 1972, in
soli tre anni, gli americani sono andati sulla Luna con sei diverse missioni
Apollo e dodici astronauti.
A pensarci
bene , qualche perplessità dovrebbe pur sorgere…
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