In alcuni casi la Nasa, messa di fronte all'evidenza dei fatti, ha dovuto ammettere che alcune immagini sono state manipolate. In sostanza si tratta di veri e propri fotomontaggi come nell'immagine qui sopra, classificata AS11-40-5863-69, costruita assemblando e componendo altre immagini. Se lo hanno fatto solo per questioni estetiche e rendere l'insieme più scenografico perché non ammetterlo subito?
Nonostante
siano ormai passati quarantasei anni dal primo storico sbarco lunare del 20
luglio 1969 tutte le perplessità su quell’indimenticabile missione spaziale non
sono affatto scomparse e ancora oggi nessuno può dimostrare
con assoluta certezza che l’uomo
sia davvero sceso sulla Luna.
La tesi
del complotto lunare ha iniziato a diffondersi con un certo clamore già nel
lontano 1975 dopo la pubblicazione del libro di Bill Kaysing “We
never went to the moon” (Non siamo
mai andati sulla luna, pubblicato in Italia solo nel 1997). La suggestiva
ipotesi non appariva assurda né infondata ma era stata presa seriamente in
considerazione solo nel corso degli ultimi anni quando il perfezionamento delle
conoscenze tecnologiche aveva alimentato ulteriori dubbi su molti aspetti di
quelle missioni causando imbarazzanti silenzi tra i vertici dell’ente spaziale
americano. I complottisti sono sempre più convinti che sia stata solo una straordinaria messa in
scena per riaffermare la supremazia tecnologica ed il prestigio degli Stati
Uniti ma pur disponendo di numerosi indizi fino ad oggi non sono mai riusciti a
fornire le prove inconfutabili a sostegno della loro teoria. La NASA, per
contro, ha assunto la posizione dominante di chi non deve dimostrare più nulla
a nessuno asserendo che le immagini mostrate in mondovisione a seicento milioni
di persone devono essere considerate come prove sufficienti. Se ci trovassimo
ad analizzare un qualsiasi esperimento scientifico la cosa più semplice e
risolutiva per sgomberare ogni possibile dubbio sarebbe quella di ripetere la
prova. Invece, inspiegabilmente, dopo l’ultima missione lunare avvenuta nel
lontano dicembre del 1972 non ci sono
stati altri sbarchi e questo fatto appare ancor più strano se si pensa che in soli tre anni, tra
il 1969 ed 1972, ben dodici astronauti
con sei diverse missioni Apollo sarebbero
ufficialmente sbarcati sulla Luna. Allora non esistevano i personal computer,
non c’erano le macchine fotografiche digitali, le mappe in 3D e nemmeno i GPS
satellitari eppure il comandante dell’Apollo11 era sceso sulla Luna
improvvisando l’atterraggio mediante l’utilizzo dei comandi manuali di
emergenza come se stesse guidando un go-kart. Si tenga inoltre presente che
il computer allora utilizzato dalla NASA aveva una potenza pari a 2Mhz,
cioè inferiore a quella che adesso è a disposizione su un qualsiasi telefono
cellulare.
A tutto
questo si deve poi aggiungere che le analisi computerizzate delle fotografie
hanno evidenziato una serie così lunga
di grossolani errori di
esposizione, di ombre divergenti e di
tali incongruenze da far ritenere obiettivamente molto improbabile che fossero state scattate sulla Luna, se non
altro per il fatto che nessun rullino di
celluloide poteva sopportare il terrificante sbalzo termico dai -100 gradi
delle zone in ombra fino ai +130° delle zone esposte al sole. Con il passare del tempo tutte le domande
rimaste senza risposte sono diventate
sempre più numerose e molti cominciano a chiedersi come sia possibile
che i numerosi satelliti messi in orbita
nello spazio riescano ad inviare meravigliose fotografie a colori con dettagli
nitidissimi persino da Marte ma non sono in grado di poter eseguire nemmeno una
fotografia sgranata della famosa bandiera americana piantata sul suolo lunare.
Eppure la luna è lontana solo 400.000 chilometri dalla Terra mentre la distanza tra la Terra e Marte è di
oltre 56 milioni di chilometri, cioè ben centoquaranta volte maggiore. Tutti
questi pesanti sospetti recentemente si sono ulteriormente rafforzati quando è
stata diffusa la clamorosa notizia che per
un banale errore sono stati irrimediabilmente cancellati i nastri originali del primo sbarco sulla Luna con la conseguenza che d’ora in poi potranno essere
visionate solo le copie del principale elemento di prova dell’autenticità della
missione lunare. Negli stessi giorni in cui veniva diffusa questa incredibile notizia il presidente Barak Obama, forse per
distogliere l’attenzione e per spegnere sul nascere le inevitabili polemiche,
era corso ai ripari annunciando con un
comunicato ufficiale che molto presto,
“forse già nel 2019”, gli americani torneranno sulla Luna.
La mia
personale sensazione è che in realtà gli Stati Uniti stiano solo cercando di
prendere tempo e che nonostante l’enorme progresso tecnologico ancora oggi
nessun uomo sia in grado di superare indenne le radiazioni letali delle fasce
di Van Allen e quindi di poter sbarcare sulla Luna.
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SI IL VIAGGIO SULLA LUNA NON E' MAI AVVENUTO E NON E' POSSIBILE NEMMENO OGGI
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