PERCHÉ NESSUNO È MAI
TORNATO SULLA LUNA?
Questa è la posizione
della Nasa.
Secondo la Nasa
l’America non è più tornata sulla Luna solo perché costa troppo in rapporto
ai benefici che se ne deriverebbero. Le storiche missioni Apollo, oltre
a rappresentare un traguardo simbolico di enorme portata, hanno apportato
anche straordinari risultati scientifici, grazie ai quali la nostra
conoscenza della Luna è enormemente aumentata. Mandare nuovamente degli uomini
sul nostro satellite sarebbe però molto costoso, e ciò che potremmo scoprire
oltre a ciò che già sappiamo non giustificherebbe un simile impegno economico. L'intero
progetto Apollo costò agli Stati Uniti qualcosa come 20 miliardi di dollari,
che adeguati all'inflazione corrispondono a 100 miliardi di dollari odierni. Si tratta di una cifra enorme, e
sembra ancor più consistente se paragonata agli "appena"
18,5 miliardi richiesti dalla NASA al Governo USA per il 2016. Il
fiume di denaro investito sulle missioni lunari per poter battere l'URSS
consentì di imprimere all’esplorazione spaziale un’accelerazione enorme,
garantendo alla tecnologia aerospaziale di progredire molto più velocemente di
quanto non sarebbe stato possibile nel suo corso "naturale".
Investimenti di questo tipo oggi non sarebbero però giustificabili.
Questa invece è la
triste verità
Per prima cosa bisogna
considerare che i 100 miliardi di dollari (attualizzati al valore corrente) spesi per finanziare il sogno
americano di arrivare sulla Luna prima dei russi riguardano l’intero progetto
spaziale e pertanto nella spesa vanno inserite tutte le 6 missioni (presunte)
con sbarco sul suolo lunare (Apollo 11-12-14-15-16-17), oltre a quella fallita
dell’Apollo 13 e tutte le fasi dei lanci preparatori (Apollo 4-5-6-7-8-9 e 10).
Quindi se dovessimo dividere il costo totale per il numero delle missioni
eseguite, cioè 14, avremmo un importo di 7,14 miliardi a missione, una cifra
ben inferiore a quanto concesso alla Nasa come finanziamento per il 2016, cioè
18,5 miliardi.
In secondo luogo si
deve tener presente che negli anni ‘60 lo studio dello spazio era ancora agli
albori e quindi su ogni cosa si doveva partire da zero o poco più. Oggi invece
è disponibile una tecnologia costruttiva robotizzata che utilizza i
potentissimi computer di ultima generazione mentre grazie alla nanotecnologia
digitale e alle stampanti laser in 3d si è in grado di realizzare qualsiasi
pezzo si rendesse necessario in tempi strettissimi. Avendo già a disposizione
tutti i calcoli delle traiettorie spaziali sperimentate in passato
dovrebbe apparire uno scherzo poter mandare nuovamente una missione con equipaggio
sulla Luna. Invece dal lontano 1972 non solo l’America, ma nessun’altra
missione al mondo con equipaggio a bordo, di nessuna nazionalità, si è
mai allontanata dalla Terra oltre l’orbita terrestre bassa (a soli 380
chilometri dalla Terra!). Addirittura la Missione ORION, in programma nel 2015,
poi spostata al 2017, poi spostata ancora al 2021, non è stata ancora in grado
di risolvere i problemi di schermatura per poter superare indenni le fasce di
van Allen, le micidiali radiazioni che circondano la terra a partire dai 700
chilometri. Si tenga presente che la missione Orion porterebbe l’equipaggio a
soli 5.000 chilometri di distanza dalla Terra mentre la Luna dista ben 400.000
chilometri. Allora c’è una sola domanda che sorge spontanea: come avrebbero fatto
gli americani nel 1969 a superare indenni le radiazioni di van Allen ed
arrivare fino sulla Luna se oggi, con la tecnologia infinitamente più avanzata,
non sono ancora in grado di allontanarsi dalla Terra nemmeno di 5.000
chilometri?
Il romanzo è disponibile in formato digitale su:
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Tra il 1969 ed il 1972 ben
dodici astronauti con sei diverse missioni Apollo erano sbarcati sulla Luna.
Dopo l’entusiasmo iniziale qualcuno però aveva cominciato a sollevare delle
perplessità e con l’avvento di internet erano comparsi studi dettagliati che
mettevano seriamente in dubbio la più grande missione spaziale di tutti i
tempi. L’analisi delle fotografie aveva infatti evidenziato una serie di
incongruenze molto difficili da giustificare costringendo la NASA ad
imbarazzanti silenzi. Quando poi si era diffusa la clamorosa notizia che erano
stati persi i nastri originali del primo sbarco lunare il presidente Obama era
corso ai ripari annunciando alla nazione che l’uomo sarebbe ritornato sulla
Luna nel 2019, a cinquant’anni esatti dal primo storico sbarco. Era stata
un’abile mossa mediatica ma il presidente non poteva sapere che nel frattempo
una brillante giornalista italiana, Sara De Blasi, aveva ricevuto una lettera
di un ingegnere aerospaziale americano scomparso solo pochi mesi prima che lei
nascesse. Quell’uomo era suo padre e nella lettera c’era la prova definitiva che
l’uomo non era mai sceso sulla Luna.
Improvvisamente la vita di Sara si trasformerà in una corsa contro il
tempo perché la CIA aveva compreso il pericolo e non si sarebbe fermata di
fronte a nulla. Tra New York e Miami, Roma e Venezia i protagonisti
ripercorrono le tappe di un emozionante viaggio che inizia con la promessa di
John Kennedy di arrivare sulla Luna e si conclude ai giorni nostri rivelando
ciò che la Nasa ha sempre cercato di occultare.
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