venerdì 3 marzo 2017

PERCHÉ NESSUNO È MAI TORNATO SULLA LUNA?


PERCHÉ NESSUNO È MAI TORNATO SULLA LUNA?

Questa è la posizione della Nasa.

Secondo la Nasa l’America non è più tornata sulla Luna solo perché costa troppo in rapporto ai benefici che se ne deriverebbero. Le storiche missioni Apollo, oltre a rappresentare un traguardo simbolico di enorme portata, hanno apportato anche  straordinari risultati  scientifici, grazie ai quali la nostra conoscenza della Luna è enormemente aumentata. Mandare nuovamente degli uomini sul nostro satellite sarebbe però molto costoso, e ciò che potremmo scoprire oltre a ciò che già sappiamo non giustificherebbe un simile impegno economico. L'intero progetto Apollo costò agli Stati Uniti qualcosa come 20 miliardi di dollari, che adeguati all'inflazione corrispondono a 100 miliardi di dollari odierni. Si tratta di una cifra enorme, e sembra ancor più consistente se paragonata agli "appena" 18,5 miliardi richiesti dalla NASA  al Governo USA per il 2016. Il fiume di denaro investito sulle missioni lunari per poter battere l'URSS consentì di imprimere all’esplorazione spaziale un’accelerazione enorme, garantendo alla tecnologia aerospaziale di progredire molto più velocemente di quanto non sarebbe stato possibile nel suo corso "naturale". Investimenti di questo tipo oggi non sarebbero però giustificabili.

Questa invece è la triste verità

Per prima cosa bisogna considerare che i 100 miliardi di dollari (attualizzati al valore corrente) spesi per finanziare il sogno americano di arrivare sulla Luna prima dei russi riguardano l’intero progetto spaziale e pertanto nella spesa vanno inserite tutte le 6 missioni (presunte) con sbarco sul suolo lunare (Apollo 11-12-14-15-16-17), oltre a quella fallita dell’Apollo 13 e tutte le fasi dei lanci preparatori (Apollo 4-5-6-7-8-9 e 10). Quindi se dovessimo dividere il costo totale per il numero delle missioni eseguite, cioè 14, avremmo un importo di 7,14 miliardi a missione, una cifra ben inferiore a quanto concesso alla Nasa come finanziamento per il 2016, cioè 18,5 miliardi.

In secondo luogo si deve tener presente che negli anni ‘60 lo studio dello spazio era ancora agli albori e quindi su ogni cosa si doveva partire da zero o poco più. Oggi invece è disponibile una tecnologia costruttiva robotizzata che utilizza i potentissimi computer di ultima generazione mentre grazie alla nanotecnologia digitale e alle stampanti laser in 3d si è in grado di realizzare qualsiasi pezzo si rendesse necessario in tempi strettissimi. Avendo già a disposizione tutti i calcoli delle traiettorie spaziali sperimentate  in passato dovrebbe apparire uno scherzo poter mandare nuovamente una missione con equipaggio sulla Luna. Invece dal lontano 1972 non solo l’America, ma nessun’altra  missione al mondo con equipaggio a bordo, di nessuna nazionalità, si è mai allontanata dalla Terra oltre l’orbita terrestre bassa (a soli 380 chilometri dalla Terra!). Addirittura la Missione ORION, in programma nel 2015, poi spostata al 2017, poi spostata ancora al 2021, non è stata ancora in grado di risolvere i problemi di schermatura per poter superare indenni le fasce di van Allen, le micidiali radiazioni che circondano la terra a partire dai 700 chilometri. Si tenga presente che la missione Orion porterebbe l’equipaggio a soli 5.000 chilometri di distanza dalla Terra mentre la Luna dista ben 400.000 chilometri. Allora c’è una sola domanda che sorge spontanea: come avrebbero fatto gli americani nel 1969 a superare indenni le radiazioni di van Allen ed arrivare fino sulla Luna se oggi, con la tecnologia infinitamente più avanzata, non sono ancora in grado di allontanarsi dalla Terra nemmeno di 5.000 chilometri?




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Tra il 1969 ed il 1972 ben dodici astronauti con sei diverse missioni Apollo erano sbarcati sulla Luna. Dopo l’entusiasmo iniziale qualcuno però aveva cominciato a sollevare delle perplessità e con l’avvento di internet erano comparsi studi dettagliati che mettevano seriamente in dubbio la più grande missione spaziale di tutti i tempi. L’analisi delle fotografie aveva infatti evidenziato una serie di incongruenze molto difficili da giustificare costringendo la NASA ad imbarazzanti silenzi. Quando poi si era diffusa la clamorosa notizia che erano stati persi i nastri originali del primo sbarco lunare il presidente Obama era corso ai ripari annunciando alla nazione che l’uomo sarebbe ritornato sulla Luna nel 2019, a cinquant’anni esatti dal primo storico sbarco. Era stata un’abile mossa mediatica ma il presidente non poteva sapere che nel frattempo una brillante giornalista italiana, Sara De Blasi, aveva ricevuto una lettera di un ingegnere aerospaziale americano scomparso solo pochi mesi prima che lei nascesse. Quell’uomo era suo padre e nella lettera c’era la prova definitiva che l’uomo non era mai sceso sulla Luna.  Improvvisamente la vita di Sara si trasformerà in una corsa contro il tempo perché la CIA aveva compreso il pericolo e non si sarebbe fermata di fronte a nulla. Tra New York e Miami, Roma e Venezia i protagonisti ripercorrono le tappe di un emozionante viaggio che inizia con la promessa di John Kennedy di arrivare sulla Luna e si conclude ai giorni nostri rivelando ciò che la Nasa ha sempre cercato di occultare. 

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