Il
presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato una nuova direttiva per la
NASA per riportare l’uomo sulla Luna e successivamente, su Marte. A darne
notizia è la stessa Casa Bianca, a 45 anni dall’ultima missione Apollo sulla
Luna del 1972. La nuova Space Policy Directive ordina alla NASA di porsi alla
guida di un “programma innovativo di
esplorazione spaziale” che porti di nuovo astronauti sulla Luna e crei le
condizioni per arrivare anche su Marte. Insomma l’intento è quello di creare le
condizioni per una missione marziana per cui la Luna diventa un passo
intermedio necessario a perfezionare le tecnologie in vista del successivo passo
verso il Pianeta Rosso. Trump ha affermato che “questa volta non pianteremo solo la nostra bandiera e non lasceremo
solo la nostra impronta, stabiliremo delle fondazioni per una successiva
missione su Marte e forse, un giorno, per molti altri mondi al di là di
quest’ultimo”. Nello stabilire la nuova iniziativa, Trump ha però
cancellato quella avviata dal suo predecessore: Obama aveva infatti finanziato
una missione verso un asteroide per studiarne meglio le caratteristiche, ma
questa missione verrà abbandonata in favore delle missioni verso i corpi
celesti più grandi. La NASA ha affermato che includerà questo programma nelle
richieste di finanziamento “già” a partire dal 2019 e dunque sembra che
l’intento sia di avviare le missioni in tempi relativamente brevi.
In
vista del cinquantesimo anniversario del primo volo lunare con uomini a bordo
(Apollo 8, nel dicembre 1968), il governo americano si mobilita per far credere
all’opinione pubblica che sia possibile andare nello spazio profondo e su altri
pianeti. Trump, come Barak Obama e anche George Bush prima di lui, annuncia
proclami di imminenti e trionfali meravigliose avventure americane nello spazio
più profondo con la creazione di avamposti e basi lunari di appoggio per la
conquista di satelliti e pianeti lontani e perfino di comete e asteroidi.
Facile
da annunciare e da promettere…
Peccato
che ancora oggi l’uomo non sia in grado di allontanarsi dalla Terra per oltre
673 chilometri (record registrato durante le missioni shuttle).
Peccato
che la modernissima stazione internazionale ISS stazioni in orbita bassa a soli
380 chilometri dalla Terra.
Peccato
che la missione Orion che già nel 2005 doveva portare in orbita media 4
astronauti ad una distanza di 5.000 chilometri dalla Terra sia stata invece rinviata
al 2009, poi al 2014, poi al 2017 e infine al 2021 (ora si parla addirittura al
2023) per la necessità di studiare adeguati
scudi termici a protezione delle micidiali radiazioni della fasce di van Allen.
Peccato
che la Luna è distante dalla Terra circa 400.000 chilometri dalla Terra e quindi
forse una piccola domanda dovrebbe sorgere spontanea.
Non
è un po’ strano che nel 1969 gli americani fossero riusciti a schermare
perfettamente la navicella dell’Apollo 11 in modo che gli astronauti potessero
superare indenni le fasce di van Allen e poi riuscire a sbarcare felicemente sulla
Luna mentre ora, dopo quasi 50 anni, non siano più in grado di risolvere lo
stesso identico problema della schermatura?
Hanno forse perso i progetti e non sono più in grado di rifarli?
Come
sempre la storia si ripete anche se cambiano i protagonisti: una volta le bugie le raccontava Bush e poi Obama,
oggi le racconta Trump. Ci pensano poi le televisioni a trasformare le bugie in
verità. Su questo punto gli americani sono davvero imbattibili.
Sono
così bravi da essere riusciti perfino a
far credere al mondo di aver camminato sulla Luna! Insomma, cosa volete di più?
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