Oggi vorrei parlare di un ruolo storico importante, quello
dell’utile idiota.
Qualcuno forse si starà domandando che cavolo c’entra
l’utile idiota con lo sbarco sulla Luna per
cui prima di proseguire vorrei fare un
piccolo passo indietro.
L’espressione politica di “utile idiota” fu coniata da Stalin
dopo la seconda guerra mondiale e si riferiva alla specifica figura dell’intellettuale
occidentale che, del tutto ingenuamente e in buona fede, sosteneva e giustificava
gli interessi del partito comunista sovietico pur non militandovi. Era il
periodo della cosiddetta guerra fredda e fortunatamente quei tempi lontani sembrano
ormai superati.
Oggi
invece con tale espressione si definisce piuttosto chiunque agisca a vantaggio
di altri pur senza guadagnarci nulla. L’utile idiota è inconsapevole di esserlo
e quando la sua attività non risulta più conveniente viene di fatto abbandonato
alla sua sorte.C’è di buono che quando l’utile idiota apre gli occhi e si accorge di essere stato cinicamente sfruttato si trasforma in un acerrimo nemico di quelle stesse teorie che per anni aveva invece tenacemente sostenuto.
Torniamo
dunque ai nostri giorni.
Tutto
ciò che un tempo valeva in campo politico vale tutt’ora anche in campo
economico-scientifico e l’utile idiota continua a rappresentare una figura strategica
fondamentale.
La
Nasa ormai già da anni non pretende nemmeno che gli scienziati più in vista,
premi Nobel e famose autorità, si espongano al ridicolo difendendo l’assurdità
degli sbarchi sulla Luna e dunque ha preferito lasciare questo compito proprio
alla classica figura dell’utile idiota”, cioè la persona che più o meno inconsapevolmente
si prodiga con tutte le sue forze per
difendere l’indifendibile.
Se si prova a digitare alcune parole chiave sul web, (ad esempio complotto lunare, Moonhoax oppure falso sbarco sulla luna) si avrà accesso ad un’infinità di siti, blog, post, articoli e discussioni varie che sono condotte e fanno riferimento quasi sempre alle stesse persone che rispondono ai commenti e li “filtrano” sapientemente, nel senso che vengono pubblicati solamente quelli che sono reputati interessanti (cioè quelli che assecondano la tesi dell’autenticità dello sbarco).
Qualsiasi
commento uno faccia, ecco che l’utile idiota interviene prontamente pochi
secondi dopo e si affanna a demolire (spesso denigrando) ogni tipo di dubbio e
di sospetto perché lui dubbi e sospetti non ne ha, nel senso che per lui l’uomo
è sceso sulla Luna punto e basta.
Per
l’utile idiota diventa una specie di
missione quella di doversi erigere a dispensare la sua infallibile fede neanche
fosse un sacerdote della scienza. In realtà non è mai uno scienziato né un
ricercatore scientifico, non è un astronauta né un fisico, non ha alcuna laurea
in astronomia eppure appare sempre sicuro di sé, e si diverte a sciorinare
calcoli astrusi dicendo che per lui naturalmente sono di una semplicità
disarmante. Se qualcuno prova a contraddirlo sollevando qualche obiezione lui
ti sfida a duello chiedendoti (anzi
intimandoti) di fornirgli immediatamente
l’indicazione della fonte, magari in inglese, con tanto di data, luogo ed ora
della suddetta intervista e/o articolo e se per puro caso riesci anche a fornigliela
ribatte subito che si tratta solo di una colossale fakenews (“cavoli lo sanno
anche i sassi”). Se poi una fotografia sulla Luna mostra segni evidenti di
taroccamenti e manipolazioni varie lui non ha alcun dubbio perché sui
fotogrammi originali quelle stranezze
non ci sono (tralasciando però di dire che nessuno può avere accesso agli
originali). Insomma l’utile idiota vuole sempre apparire come un profondo
conoscitore degli spazi infiniti del cosmo ed ha una risposta per qualunque
questione. Ci sarebbe comunque da chiedergli come mai nemmeno gli artefici dei
presunti sbarchi si siano mai dati tanto da fare per tranquillizzare l’opinione
pubblica circa l’autenticità degli allunaggi ed anzi, proprio all’opposto, sia
Neil Armstrong che Buzz Aldrin che Michael Collins si siano sempre rifiutati di giurare con la
mano sulla bibbia che sulla Luna c’erano stati per davvero.
Se
poi qualcuno interviene nelle discussioni con qualche perplessità l’utile
idiota si limita a dire che c’è un libro (dal titolo eloquente: “Si ci siamo
stati”, di Paolo Attivissimo) in cui è tutto spiegato molto dettagliatamente per
cui tronca ogni possibile discussione ritenendo dissolta nel nulla ogni tipo di
perplessità.
Se
invece qualcuno si azzarda a domandare come mai gli americani non sono più
tornati sulla Luna a distanza di quasi 50 anni lui risponde
semplicemente che andare nello spazio costa.
Semplice
no?
Non
si pone nemmeno il dubbio che se gli americani possono anche non avere voglia
di spendere soldi per ritornarci questo non spiega come mai i cinesi nel 2013 siano
riusciti a mandare una sonda sulla Luna senza equipaggio ma ammettono di non essere ancora in grado di poter mandare un equipaggio
umano e che sicuramente non saranno in grado di farlo prima del 2030 (cioè 61 anni dopo gli
americani!). L’utile idiota si prodiga ad affermare che riuscire ad attraversare
incolumi le fasce di van Allen non ha mai costituito un problema però non
spiega perché nessun equipaggio al mondo sia mai riuscito attraversarle dopo
l’ultima (presunta) missione Apollo17 del dicembre 1972. Non spiega nemmeno
come mai la missione americana Orion progettata nel 2004 per mandare quattro
astronauti in orbita media a soli 5.000 km dalla Terra (la Luna è lontana ben
400.000 km, tanto per fare un paragone) sia stata rinviata almeno fino al 2021(ed
ora si parla già di rinviare al 2023). Il comandante della missione,
l’ingegnere americano Kelly Smith, ci spiega infatti che sarà necessario
realizzare una schermatura adeguata per garantire l’incolumità degli astronauti
per proteggerli dalla radioattività dei raggi cosmici che aumenta di intensità
dopo i 700 km di altezza e raggiunge il picco di intensità tra i 14.000 ed i 17.500 km. Dunque è forse
ipotizzabile che nel 1969 queste
radiazioni cosmiche letali fossero state in sciopero consentendo così alla
navicella Apollo 11 di transitare tranquillamente? Come mai tra il 1969 ed il 1972 in soli tre
anni vennero mandate con successo 6 missioni Apollo sulla Luna mentre ora, tra
il 2004 ed il 2018, la missione Orion non è ancora in grado di raggiungere
l’orbita media a soli 5.000 km di altezza? E come mai l’utile idiota di turno
non cita mai l’intervista video in cui l’astronauta dell’Apollo 12 Alan Bean (https://www.youtube.com/watch?time_continue=47&v=YCF5BWm9bak) dichiara di non
sapere se avevano attraversato le fasce di van Allen e di non sapere nemmeno a
che altezza queste si trovino? (si tenga presente che prima di essere un pilota
dell’aeronautica militare Alan Bean era anche un ingegnere aerospaziale ed era
alla Nasa da molti anni prima di essere nominato comandante della missione
Apollo12).
L’importante
per l’utile idiota è poter sostenere sempre la verità ufficiale cercando di rassicurare
e di minimizzare ogni dubbio, perplessità o insinuazione perché per lui questi
sono solo sospetti assurdi di complottisti ignoranti, persone infide e in
malafede che osano mettere in dubbio la più grande impresa mai realizzata nella
storia dell’umanità.
Se
per caso il discorso cade poi sulla stranezza della mancanza di stelle in tutte
le fotografie delle sei missioni lunari l’utile idiota inizia improvvisamente a gongolare perché
finalmente può sciorinare tutte le sue elementari nozioni di fotografia
riguardanti il diaframma ed i tempi di esposizione delle mitiche macchine
fotografiche Hasselblad 500 EL nonché delle pellicole Kodak Ektachrome 64/160.
Così può dimostrare a tutti di avere ragione e che pertanto una macchina
fotografica in quelle condizioni di luce intensa e/o di ombra assoluta non
potrebbe mai registrare la luce tenue e lontanissima delle stelle ed è proprio per
questo motivo che il cielo appare sempre di un nero assoluto.
Giustissimo!
Peccato però che questo non riesca a spiegare
come mai in tutte le sei missioni lunari (in cui ben 12 astronauti avrebbero
camminato complessivamente per molte ore sul suolo lunare) nessuno si sia mai preoccupato
di portarsi dietro un piccolo cavalletto dove poter posizionare una macchina
fotografica con un teleobiettivo adeguato, un tempo di esposizione più lungo ed
una pellicola più sensibile in modo da poter
immortalare le stelle, i pianeti e le costellazioni più lontane che dovevano
apparire infinitamente più nitide e spettacolari in assenza di aria e quindi
di pulviscolo. Invece nulla di nulla.
Nessun ingegnere della Nasa ha mai previsto di fare l’unica cosa che avrebbe
dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio l’autenticità degli sbarchi sulla
Luna.
Strano
vero?
Già,
così come è strano che l’astronauta Alan Shepard dell’Apollo 14 si sia portato dietro perfino una mazza da golf e si sia messo a colpire una pallina per
dimostrare al mondo intero che sulla Luna la pallina colpita va lontanissima.
Caspita,
questo sì che è un esperimento scientifico!
Notevole
vero?
Così
come altrettanto notevole è l’esperimento della piuma e del martello che durante
la missione Apollo 15 cadono assieme per dimostrare l’assenza di atmosfera
(trucchetto da illusionisti da quattro soldi utilizzando una piuma ed un
martello di metallo). Poi naturalmente l’utile idiota ci spiega che è del tutto normale e
plausibile, dopo tanti anni, perdere il contenuto delle bobine in cui c’era il
filmato del primo sbarco sulla Luna perché inavvertitamente qualcuno deve aver
sovrascritto i nastri. Un errore che può capitare nelle migliori famiglie,
giusto? E poi comunque ci sono delle
copie, vero?
Lui
ha una giustificazione per tutto e quando deve ammettere che alcune fotografie
sono state ritoccate dalla Nasa (ad esempio i fotogrammi AS 11-40-5863-69) lui non
si scompone e si affretta a precisare che lo hanno fatto mica per trarre in
inganno le persone (no di certo…), lo hanno fatto solo per rendere più
scenografiche quelle immagini così scarne. Se poi scopriamo che in nessuna
fotografia delle missioni Apollo viene ripresa la Terra (altra stranezza no? Accidenti
se io andassi sulla Luna sarebbe la prima cosa che vorrei immortalare, altro
che fotografare la bandiera americana!) lui si agita un po’ perché in effetti
deve ammettere che è proprio vero e l’unica
fotografia in cui viene inquadrata la Terra risulta taroccata (cioè è
stata inserita successivamente). Ma anche in questo caso lui trova
giustificazioni complicatissime, problemi di controluce e di inclinazione
dell’asse terrestre, e poi cavoli avevano da fare esperimenti molto più
importanti e non c’era tempo da perdere. E che dire ancora della commovente scenetta in
cui l’astronauta Charles
Duke dell’Apollo 16 lascia sul suolo
lunare la fotografia della sua famigliola al completo (lui la moglie ed i suoi
due pargoletti) dentro una bustina di plastica trasparente che poi ha
immortalato orgogliosamente dimenticandosi il dettaglio non proprio trascurabile
che quella bustina di plastica sottilissima
a contatto con il suolo lunare si sarebbe dovuta sciogliere
all’istante visto che la temperatura della
sabbia lunare in pieno sole arrivava ad oltre 130°.
A
proposito di temperature al sole (130°) ed all’ombra (-100°): secondo l’utile
idiota di turno non costituiva nessun problema perché gli astronauti avevano
delle tute meravigliosamente isolanti mentre le macchine fotografiche erano
perfettamente schermate. Mi sarebbe tanto piaciuto poter osservare queste
magiche Hasselblad che riuscivano a custodire e schermare la sottilissima
pellicola Kodak senza il minimo problema ma questo purtroppo è un privilegio
negato all’umanità intera perché tutte le macchine fotografiche (guarda caso…) sono
state abbandonate sul suolo lunare assieme alle cineprese per non doversi portare dietro un peso
inutile. Certo, anche qui l’utile idiota non spiega in che modo il peso di circa 2 kg delle
due Hasselblad e della cinepresa potesse interferire pericolosamente con
l’orbita di rientro di un’astronave che sulla Luna pesava oltre 16.000 kg. Guai
poi a dire che la bandiera sventola in assenza di aria o che le ombre nelle
fotografie risultano divergenti perché lui comincia ad arrampicarsi sugli
specchi in maniera spericolata pur di dimostrare che sono solo sciocchezze e
che tutto ha una sua logica perché sulla Luna l’ambiente è diverso e quindi
pazienza se in alcune fotografie ci sono
parti che non vengono illuminate dal sole in maniera uniforme perché quelle
sono copie di foto e che negli originali tutto è perfetto. Insomma i più grandi
fotografi al mondo sono solo in cattiva fede quando affermano che quelle foto
oltre ad essere false sono pure scadenti.
Conclusione:
Oramai alla storia che l’uomo sia davvero andato sulla Luna non ci crede più nessuno
ma per l’utile idiota questo non importa perché in fondo è così bello fare finta di credere alle
favole…
Il romanzo è disponibile in formato digitale su:
Il romanzo è disponibile in formato cartaceo su
Buongiorno. Sono molto in sintonia con quanti afferma. Vorrei solo metterla in guardia sul fatto che l'esperimento piuma-martello serviva a dimostrare la teoria dei gravi di Galileo (tutti i corpi cadono simultaneamente alla stessa velocità) di cui l'assenza di atmosfera lo rende piú palese.
RispondiEliminaVorrei inoltre farla partecipe di un'altra favola: si sostiene che gli zaini-bombole di ossigeno siano state abbandonate sulla luna al momento del rientro dell'Apollo 11 per alleggerire il carico. Mi chiedo se al momento dell'abbandono gli astronauti abbiano trattenuto il respiro fino a chiudere il portellone del modulo lunare... Un episodio sul quale non ho mai trovato un'appunto... Cordiali saluti. Raffaele Fragapane
Veramente dura elencare e confutare la massa di inesattezze scritte in questo articolo, capisco che avere dei dubbi è salutare e stimola l’intelletto ma fermarsi a supposizioni che non hanno fondamento è palesemente ogni oltre logica.
RispondiEliminaRaffaele, gli astronauti collegavano le proprie tute alle apparecchiature di sopravvivenza del modulo lunare prima di depressurizzare l’abitacolo, aprire il portellone e sbarazzarsi degli zaini e di tutto quello che non sarebbe servito per il ritorno (escrementi compresi). Ogni kg buttato poteva essere un reperto in più da riportare sulla terra.
Una per tutte Guido. Il LEM pesava 16 tonnellate sulla terra e non sulla luna, quando è allunato aveva consumato almeno la metà del suo peso in propellente e con la gravità lunare si arriva ad un peso complessivo di 1,3 tonnellate.
RispondiEliminaIl modulo di rientro pesava 5 tonnellate, 830kg sulla luna di cui 400kg di propellente, è evidente che buttare via ogni kg superfluo era di vitale importanza e fondamentale per portarsi quanti più reperti possibili sulla terra. Vale più una macchina fotografica o 2 kg di suolo lunare?