lunedì 26 marzo 2018

LO SBARCO SULLA LUNA E L'UTILE IDIOTA








Oggi vorrei parlare di un ruolo storico importante, quello dell’utile idiota.
Qualcuno forse si starà domandando che cavolo c’entra l’utile idiota  con lo sbarco sulla Luna per cui  prima di proseguire vorrei fare un piccolo passo indietro.
L’espressione politica di “utile idiota” fu coniata da Stalin dopo la seconda guerra mondiale e si riferiva alla specifica figura dell’intellettuale occidentale che, del tutto ingenuamente e in buona fede, sosteneva e giustificava gli interessi del partito comunista sovietico pur non militandovi. Era il periodo della cosiddetta guerra fredda e fortunatamente quei tempi lontani sembrano ormai superati.
Oggi invece con tale espressione si definisce piuttosto chiunque agisca a vantaggio di altri pur senza guadagnarci nulla. L’utile idiota è inconsapevole di esserlo e quando la sua attività non risulta più conveniente viene di fatto abbandonato alla sua sorte.
C’è di buono che quando l’utile idiota apre gli occhi e si accorge di essere stato cinicamente sfruttato si trasforma in un acerrimo nemico di quelle stesse teorie che per anni aveva invece tenacemente sostenuto.
Torniamo dunque ai nostri giorni.
Tutto ciò che un tempo valeva in campo politico vale tutt’ora anche in campo economico-scientifico e l’utile idiota continua a rappresentare una figura strategica fondamentale.
La Nasa ormai già da anni non pretende nemmeno che gli scienziati più in vista, premi Nobel e famose autorità, si espongano al ridicolo difendendo l’assurdità degli sbarchi sulla Luna e dunque ha preferito lasciare questo compito proprio alla classica figura dell’utile idiota”, cioè la persona che più o meno inconsapevolmente si prodiga  con tutte le sue forze per difendere l’indifendibile. 


 Se si prova a digitare alcune parole chiave sul web, (ad esempio complotto lunare, Moonhoax  oppure falso sbarco sulla luna) si avrà accesso ad un’infinità di siti, blog, post, articoli e discussioni varie che sono condotte e fanno riferimento quasi sempre alle stesse persone che rispondono ai commenti e li “filtrano” sapientemente, nel senso che  vengono pubblicati solamente quelli che sono reputati interessanti (cioè quelli che assecondano la tesi dell’autenticità dello sbarco).
Qualsiasi commento uno faccia, ecco che l’utile idiota interviene prontamente pochi secondi dopo e si affanna a demolire (spesso denigrando) ogni tipo di dubbio e di sospetto perché lui dubbi e sospetti non ne ha, nel senso che per lui l’uomo è sceso sulla Luna punto e basta.
Per l’utile idiota  diventa una specie di missione quella di doversi erigere a dispensare la sua infallibile fede neanche fosse un sacerdote della scienza. In realtà non è mai uno scienziato né un ricercatore scientifico, non è un astronauta né un fisico, non ha alcuna laurea in astronomia eppure appare sempre sicuro di sé, e si diverte a sciorinare calcoli astrusi dicendo che per lui naturalmente sono di una semplicità disarmante. Se qualcuno prova a contraddirlo sollevando qualche obiezione lui ti sfida a  duello chiedendoti (anzi intimandoti)  di fornirgli immediatamente l’indicazione della fonte, magari in inglese, con tanto di data, luogo ed ora della suddetta intervista e/o articolo e se per puro caso riesci anche a fornigliela ribatte subito che si tratta solo di una colossale fakenews (“cavoli lo sanno anche i sassi”). Se poi una fotografia sulla Luna mostra segni evidenti di taroccamenti e manipolazioni varie lui non ha alcun dubbio perché sui fotogrammi  originali quelle stranezze non ci sono (tralasciando però di dire che nessuno può avere accesso agli originali). Insomma l’utile idiota vuole sempre apparire come un profondo conoscitore degli spazi infiniti del cosmo ed ha una risposta per qualunque questione. Ci sarebbe comunque da chiedergli come mai nemmeno gli artefici dei presunti sbarchi si siano mai dati tanto da fare per tranquillizzare l’opinione pubblica circa l’autenticità degli allunaggi ed anzi, proprio all’opposto, sia Neil Armstrong che Buzz Aldrin che Michael Collins  si siano sempre rifiutati di giurare con la mano sulla bibbia che sulla Luna c’erano stati per davvero.


Se poi qualcuno interviene nelle discussioni con qualche perplessità l’utile idiota si limita a dire che c’è un libro (dal titolo eloquente: “Si ci siamo stati”, di Paolo Attivissimo) in cui è tutto spiegato molto dettagliatamente per cui tronca ogni possibile discussione ritenendo dissolta nel nulla ogni tipo di perplessità.
Se invece qualcuno si azzarda a domandare come mai gli americani non sono più tornati sulla Luna a distanza di quasi 50 anni  lui risponde  semplicemente che andare nello spazio costa.
Semplice no?
Non si pone nemmeno il dubbio che se gli americani possono anche non avere voglia di spendere soldi per ritornarci questo non spiega come mai i cinesi nel 2013 siano riusciti a mandare una sonda sulla Luna senza equipaggio ma ammettono  di non essere  ancora in grado di poter mandare un equipaggio umano e che sicuramente non saranno in grado di farlo  prima del 2030 (cioè 61 anni dopo gli americani!).  L’utile idiota  si prodiga ad affermare che riuscire ad attraversare incolumi le fasce di van Allen non ha mai costituito un problema però non spiega perché nessun equipaggio al mondo sia mai riuscito attraversarle dopo l’ultima (presunta) missione Apollo17 del dicembre 1972. Non spiega nemmeno come mai la missione americana Orion progettata nel 2004 per mandare quattro astronauti in orbita media a soli 5.000 km dalla Terra (la Luna è lontana ben 400.000 km, tanto per fare un paragone) sia stata rinviata almeno fino al 2021(ed ora si parla già di rinviare al 2023). Il comandante della missione, l’ingegnere americano Kelly Smith, ci spiega infatti che sarà necessario realizzare una schermatura adeguata per garantire l’incolumità degli astronauti per proteggerli dalla radioattività dei raggi cosmici che aumenta di intensità dopo i 700 km di altezza e raggiunge il picco di intensità tra i  14.000 ed i 17.500 km. Dunque è forse ipotizzabile  che nel 1969 queste radiazioni cosmiche letali fossero state in sciopero consentendo così alla navicella Apollo 11 di transitare tranquillamente?  Come mai tra il 1969 ed il 1972 in soli tre anni vennero mandate con successo 6 missioni Apollo sulla Luna mentre ora, tra il 2004 ed il 2018, la missione Orion non è ancora in grado di raggiungere l’orbita media a soli 5.000 km di altezza? E come mai l’utile idiota di turno non cita mai l’intervista video in cui l’astronauta dell’Apollo 12 Alan Bean (https://www.youtube.com/watch?time_continue=47&v=YCF5BWm9bak) dichiara di non sapere se avevano attraversato le fasce di van Allen e di non sapere nemmeno a che altezza queste si trovino? (si tenga presente che prima di essere un pilota dell’aeronautica militare Alan Bean era anche un ingegnere aerospaziale ed era alla Nasa da molti anni prima di essere nominato comandante della missione Apollo12).
L’importante per l’utile idiota è poter sostenere sempre la verità ufficiale cercando di rassicurare e di minimizzare ogni dubbio, perplessità o insinuazione perché per lui questi sono solo sospetti assurdi di complottisti ignoranti, persone infide e in malafede che osano mettere in dubbio la più grande impresa mai realizzata nella storia dell’umanità.


Se per caso il discorso cade poi sulla stranezza della mancanza di stelle in tutte le fotografie delle sei missioni lunari l’utile idiota  inizia improvvisamente a gongolare perché finalmente può sciorinare tutte le sue elementari nozioni di fotografia riguardanti il diaframma ed i tempi di esposizione delle mitiche macchine fotografiche Hasselblad 500 EL nonché delle pellicole Kodak Ektachrome 64/160. Così può dimostrare a tutti di avere ragione e che pertanto una macchina fotografica in quelle condizioni di luce intensa e/o di ombra assoluta non potrebbe mai registrare la luce tenue e lontanissima delle stelle ed è proprio per questo motivo che il cielo appare sempre di un nero assoluto.
Giustissimo!  Peccato però che questo non riesca a spiegare come mai in tutte le sei missioni lunari (in cui ben 12 astronauti avrebbero camminato complessivamente per molte ore sul suolo lunare) nessuno si sia mai preoccupato di portarsi dietro un piccolo cavalletto dove poter posizionare una macchina fotografica con un teleobiettivo adeguato, un tempo di esposizione più lungo ed una  pellicola più sensibile in modo da poter immortalare le stelle, i pianeti e le costellazioni più lontane che dovevano apparire infinitamente più nitide e spettacolari in assenza di aria e quindi di  pulviscolo. Invece nulla di nulla. Nessun ingegnere della Nasa ha mai previsto di fare l’unica cosa che avrebbe dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio l’autenticità degli sbarchi sulla Luna.
Strano vero?
Già, così come è strano che  l’astronauta Alan Shepard  dell’Apollo 14 si sia portato dietro perfino una mazza da golf  e si sia messo a colpire una pallina per dimostrare al mondo intero che sulla Luna la pallina colpita va lontanissima.
Caspita, questo sì che è un esperimento scientifico!  
Notevole vero?
Così come altrettanto notevole è l’esperimento della piuma e del martello che durante la missione Apollo 15 cadono assieme per dimostrare l’assenza di atmosfera (trucchetto da illusionisti da quattro soldi utilizzando una piuma ed un martello di metallo). Poi naturalmente l’utile idiota  ci spiega che è del tutto normale e plausibile, dopo tanti anni, perdere il contenuto delle bobine in cui c’era il filmato del primo sbarco sulla Luna perché inavvertitamente qualcuno deve aver sovrascritto i nastri. Un errore che può capitare nelle migliori famiglie, giusto?  E poi comunque ci sono delle copie, vero?
Lui ha una giustificazione per tutto e quando deve ammettere che alcune fotografie sono state ritoccate dalla Nasa (ad esempio i fotogrammi AS 11-40-5863-69) lui non si scompone e si affretta a precisare che lo hanno fatto mica per trarre in inganno le persone (no di certo…), lo hanno fatto solo per rendere più scenografiche quelle immagini così scarne. Se poi scopriamo che in nessuna fotografia delle missioni Apollo viene ripresa la Terra (altra stranezza no? Accidenti se io andassi sulla Luna sarebbe la prima cosa che vorrei immortalare, altro che fotografare la bandiera americana!) lui si agita un po’ perché in effetti deve ammettere che è proprio vero e l’unica  fotografia in cui viene inquadrata la Terra risulta taroccata (cioè è stata inserita successivamente). Ma anche in questo caso lui trova giustificazioni complicatissime, problemi di controluce e di inclinazione dell’asse terrestre, e poi cavoli avevano da fare esperimenti molto più importanti e non c’era tempo da perdere.  E che dire ancora della commovente scenetta in cui l’astronauta Charles Duke dell’Apollo 16 lascia sul suolo lunare la fotografia della sua famigliola al completo (lui la moglie ed i suoi due pargoletti) dentro una bustina di plastica trasparente che poi ha immortalato orgogliosamente dimenticandosi il dettaglio non proprio trascurabile che quella bustina di plastica sottilissima  a contatto con il suolo lunare si sarebbe dovuta sciogliere all’istante  visto che la temperatura della sabbia lunare in pieno sole arrivava ad oltre 130°. 



A proposito di temperature al sole (130°) ed all’ombra (-100°): secondo l’utile idiota di turno non costituiva nessun problema perché gli astronauti avevano delle tute meravigliosamente isolanti mentre le macchine fotografiche erano perfettamente schermate. Mi sarebbe tanto piaciuto poter osservare queste magiche Hasselblad che riuscivano a custodire e schermare la sottilissima pellicola Kodak senza il minimo problema ma questo purtroppo è un privilegio negato all’umanità intera perché tutte le macchine fotografiche (guarda caso…) sono state abbandonate sul suolo lunare assieme alle cineprese  per non doversi portare dietro un peso inutile. Certo, anche qui l’utile idiota  non spiega in che modo il peso di circa 2 kg delle due Hasselblad e della cinepresa potesse interferire pericolosamente con l’orbita di rientro di un’astronave che sulla Luna pesava oltre 16.000 kg. Guai poi a dire che la bandiera sventola in assenza di aria o che le ombre nelle fotografie risultano divergenti perché lui comincia ad arrampicarsi sugli specchi in maniera spericolata pur di dimostrare che sono solo sciocchezze e che tutto ha una sua logica perché sulla Luna l’ambiente è diverso e quindi pazienza se in alcune fotografie  ci sono parti che non vengono illuminate dal sole in maniera uniforme perché quelle sono copie di foto e che negli originali tutto è perfetto. Insomma i più grandi fotografi al mondo sono solo in cattiva fede quando affermano che quelle foto oltre ad essere false sono pure scadenti.
Conclusione:
Oramai alla storia che l’uomo sia davvero andato sulla Luna non ci crede più nessuno ma per l’utile idiota questo non importa perché in fondo è così bello fare finta di credere alle favole…


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3 commenti:

  1. Buongiorno. Sono molto in sintonia con quanti afferma. Vorrei solo metterla in guardia sul fatto che l'esperimento piuma-martello serviva a dimostrare la teoria dei gravi di Galileo (tutti i corpi cadono simultaneamente alla stessa velocità) di cui l'assenza di atmosfera lo rende piú palese.
    Vorrei inoltre farla partecipe di un'altra favola: si sostiene che gli zaini-bombole di ossigeno siano state abbandonate sulla luna al momento del rientro dell'Apollo 11 per alleggerire il carico. Mi chiedo se al momento dell'abbandono gli astronauti abbiano trattenuto il respiro fino a chiudere il portellone del modulo lunare... Un episodio sul quale non ho mai trovato un'appunto... Cordiali saluti. Raffaele Fragapane

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  2. Veramente dura elencare e confutare la massa di inesattezze scritte in questo articolo, capisco che avere dei dubbi è salutare e stimola l’intelletto ma fermarsi a supposizioni che non hanno fondamento è palesemente ogni oltre logica.

    Raffaele, gli astronauti collegavano le proprie tute alle apparecchiature di sopravvivenza del modulo lunare prima di depressurizzare l’abitacolo, aprire il portellone e sbarazzarsi degli zaini e di tutto quello che non sarebbe servito per il ritorno (escrementi compresi). Ogni kg buttato poteva essere un reperto in più da riportare sulla terra.

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  3. Una per tutte Guido. Il LEM pesava 16 tonnellate sulla terra e non sulla luna, quando è allunato aveva consumato almeno la metà del suo peso in propellente e con la gravità lunare si arriva ad un peso complessivo di 1,3 tonnellate.
    Il modulo di rientro pesava 5 tonnellate, 830kg sulla luna di cui 400kg di propellente, è evidente che buttare via ogni kg superfluo era di vitale importanza e fondamentale per portarsi quanti più reperti possibili sulla terra. Vale più una macchina fotografica o 2 kg di suolo lunare?

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