Tratto dal libro di
IL GIORNO DELLA VERITA’
http://www.lulu.com/shop/guido-travan/il-giorno-della-verit%C3%A0/paperback/product-22235357.html
«Pensa che mio padre ha passato la sua vita a
studiare le fasce di Van Allen e per quello che ne so io era giunto alla
conclusione che non fosse possibile superarle indenni a meno che l’astronave
non avesse una corazza di due metri di spessore. Sai che spessore aveva invece
l’interno della capsula dell’Apollo 11?»
«No, non ne ho proprio idea. »
«In alcuni punti era separato dal vuoto
circostante solo da tre millimetri! Ti rendi conto? E adesso questo Alen Bean
ci racconta di non sapere nemmeno a che altezza sono situate le fasce di Van
Allen!»
«Magari è solo un po’…volevo dire…insomma
potrebbe avere l’alzheimer o qualcosa di simile…»
«No, non ha
nessun sintomo di demenza senile né di altre malattie mentali. Si gode la vita,
gioca a golf, fa lunghe camminate e conduce una vita tranquilla. Proprio per
evitare situazioni imbarazzanti come queste la NASA ha “consigliato” gli
astronauti di non rilasciare più interviste. Insomma il rischio che potessero cadere in contraddizione era
molto alto anche perché all’inizio era già accaduto.»
«Quando?»
«Durante la
prima intervista rilasciata subito dopo la lunga quarantena, gli astronauti
dell’Apollo 11 dichiararono di aver assistito al sorgere e al
calare della Terra ed infatti su diverse immagini scattate sulla luna si può
notare che il pianeta Terra si trova in una posizione diversa. Tale fatto però
é del tutto impossibile visto e considerato che la Terra si trova al centro
dell’orbita lunare. Appena si é accorta dell’errore
la NASA aveva diffuso un breve
comunicato di rettifica in cui precisava che le osservazioni fatte degli
astronauti non avvennero mentre erano sulla luna bensì durante l’orbita intorno alla luna. Da
quel giorno in poi la concessione delle rare interviste era stata subordinata
al fatto di poter conoscere per iscritto e con largo anticipo tutte le domande
che sarebbero state rivolte agli astronauti.»
«Non lo sapevo…»
«In questo
modo avrebbero avuto il tempo
necessario per preparare meglio le
risposte. Ritornando invece alle fasce di Van Allen
devi sapere che fino ad oggi, dopo le sei missioni Apollo inviate tra il 1969 ed il 1972, sono state inviate sulla
luna solo poche altre missioni e tutte senza equipaggi a bordo. La prima sonda
è stata la sovietica Luna 9 nel 1966
a cui nel 1970 è seguita Luna 16 che ha riportato sulla Terra alcuni piccolissimi frammenti di suolo
lunare. Solo molti anni dopo è arrivata la sonda giapponese Hiten-Hagoromo che però si schiantò
rovinosamente sul suolo lunare il 10 aprile 1993. Tredici anni dopo fu l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ad
inviare la sonda Smart-1 ma anche questa missione non ebbe un esito felice e
precipitò sulla luna il 3 settembre 2006. Infine toccò all’India che il 14
novembre 2008 tentò senza fortuna di far scendere il modulo Aditya che però non resse all’impatto con il suolo lunare. Il prossimo
Paese a mandare una sonda sulla luna dovrebbe essere la Cina e sembra che la
missione sia stata programmata per il dicembre del 20139. Come puoi
constatare nessuna di queste sonde è riuscita a realizzare un atterraggio morbido
e sai perché?»
Lei lo guardò
sempre più incuriosita in attesa che continuasse.
«Perché ancora
oggi nessuno dispone di un adeguato sistema di retrorazzi a spinta variabile
indispensabili per riuscire ad evitare il contatto distruttivo con il suolo lunare. Tieni presente che parliamo della tecnologia avanzatissima
dei giorni nostri e non di quella che c’era quarant’anni fa quando non erano
ancora stati inventati i personal
computer, i telefoni GPS, i
navigatori satellitari, i tablet, le macchine fotografiche digitali e non
esisteva nemmeno la progettazione con
disegno computerizzato in 3D, ecc. ecc.»
«In effetti è molto strano…»
«Già, rispetto ad allora il progresso ha fatto
passi da gigante ma anche se oggi disponiamo di risorse tecnologiche avanzatissime
che ci hanno permesso di realizzare il più sofisticato mezzo di trasporto che
l’umanità abbia mai conosciuto, cioé lo Shuttle,
riusciamo a fare solo qualche orbita attorno alla Terra. Insomma è davvero
difficile poter credere di essere scesi sulla luna nel lontano 1969 con quella
specie di giraffa metallica che appare nelle immagini più celebri
dell’allunaggio. Tra l’altro risulta che tutte le prove di volo
eseguite con il simulatore Lunar
Landing Training Vehicle, non siano state proprio incoraggianti…»
«Perché?»
«Perché i numerosi test di collaudo
eseguiti sui cinque modelli di prova
realizzati confermarono l’arretratezza delle conoscenze tecniche e tre di questi precipitarono al
suolo. Su uno di essi Neil Amstrong si salvò la vita espellendo il seggiolino
automatico solo pochi istanti prima che fosse troppo tardi. Il prototipo del
successivo modulo lunare non fu mai realmente collaudato e fu verificato solo
con simulazioni al computer. Tieni presente che allora i computer non erano
paragonabili a quelli attuali ed il disegno CAD era ancora rudimentale
e quindi era impossibile realizzare le simulazioni realistiche di volo
attraverso i programmi tridimensionali come invece avviene adesso nei corsi di
addestramento dei piloti. In ogni caso qualsiasi simulazione non poteva essere
realistica in quanto sulla Terra non è possibile riprodurre in alcun modo
l’assenza di atmosfera e soprattutto nessuno poteva simulare realisticamente la
gravità ridotta ad 1/6 che si trova sulla Luna. Come puoi immaginare appare
piuttosto inverosimile accettare l’idea che tra il 1969 ed il 1972 ben dodici
astronauti con sei diverse missioni spaziali siano riusciti ad andare sulla
luna con quella tecnologia arcaica mentre nel 1986 e nel 2003, nonostante una
tecnologia enormemente più sofisticata, si siano verificate le disastrose
tragedie del Challenger e del Columbia in missioni spaziali peraltro
molto più semplici.»
«Eppure la gente continua a crederci…»
«La gente preferisce credere in
quello che più desidera. È sempre stato così e non c’è da meravigliarsi. In realtà nessuno ha
un vero interesse a rivelare come siano andate veramente le cose ed a
contestare la versione ufficiale della NASA. Una bugia raccontata e ripetuta
più volte alla fine diventa una mezza verità.»
«Perché nessuno ha un vero interesse
a raccontare la verità?»
«Perché direttamente o indirettamente l’America controlla
ogni attività economica e scientifica e qualsiasi centro di ricerca che dovesse
appoggiare la teoria del complotto lunare si troverebbe con i fondi di ricerca
dimezzati senza una ragione apparente. In assenza di prove certe e
incontestabili nessuno ha voglia di esporsi in prima persona e tutti continuano
a far finta di credere che le missioni Apollo
siano state reali.»
Il romanzo è disponibile in formato digitale su:
Il romanzo è disponibile in formato cartaceo su
Nessun commento:
Posta un commento