A
causa delle radiazioni cosmiche durante le missioni spaziali i pannelli
fotovoltaici, i circuiti integrati ed i sensori possono rimanere danneggiati da
intensi livelli di radioattività. Nel 1962 un'esplosione nucleare ad alta quota
(la cosiddetta prova Starfish Prime) provocò un temporaneo aumento di energia
nella regione, causando malfunzionamenti in numerosi satelliti. Per tale motivo
il posizionamento dell'orbita di un satellite artificiale tenta il più
possibile di evitare la presenza delle fasce di Van Allen. Può anche accadere
che le componenti elettroniche delle sonde risultino danneggiate da forti
tempeste magnetiche. La miniaturizzazione e la digitalizzazione dei circuiti
logici ed elettronici hanno reso i satelliti più vulnerabili all'influsso delle
radiazioni, giacché la carica degli ioni impattanti può essere addirittura
maggiore di quella contenuta nel circuito. Oggigiorno i sistemi elettronici dei
satelliti vengono resi più resistenti alle radiazioni per durare più a lungo. I
sensori del telescopio spaziale Hubble, ad esempio, vengono sovente spenti
quando l'apparecchio attraversa regioni di radiazione intensa come l'Anomalia
del Sud Atlantico. Le fasce di radiazione della Terra, in effetti, pongono
vincoli importanti alla sicurezza dei voli spaziali con equipaggio. I protoni
ad alta energia (da decine a centinaia di mega-elettronvolt) della fascia
interna sono i più pericolosi e i più difficili da schermare. Specificamente,
voli prolungati di umani o altri animali in orbita terrestre devono essere
condotti a quote inferiori a 400 km per evitare esposizioni significative alle
radiazioni. Una persona nella cabina di uno space shuttle in orbita
circolare equatoriale nella regione più intensa della fascia interna, ad
un'altitudine di circa 1600 km, sarebbe soggetto a una dose letale in meno
di una settimana. Si tenga sempre presente che le radiazioni iniziano ad essere
dannose per l’organismo dopo i 700 km dalla Terra e diventano letali ad una
distanza tra i 14.500 e i 19.000 km dalla Terra. La stazione spaziale
internazionale orbita a soli 380 km dalla Terra mentre la Luna è distante
384.000 km. Appare evidente che per arrivare sulla Luna è necessario
attraversare le fasce di van Allen e nessuna astronauta al mondo, di nessuna
nazione, si è mai allontanato dalla terra di oltre 683 km, la massima distanza
raggiunta dall’uomo grazie allo Shuttle. Anche se ancora oggi per molti è molto
difficile da accettare, questo significa che nessun uomo è mai sceso sulla
Luna.
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