Dal
20 luglio 1969 sono ormai trascorsi oltre 48 anni eppure stranamente ancora oggi nessuno
può affermare, oltre ogni ragionevole dubbio, che l’uomo sia davvero sceso
sulla Luna.
Nei
vari siti sul web chi è convinto che lo sbarco sia avvenuto davvero cerca
sempre di poter screditare le ragioni dei complottisti con affermazioni
generiche e rassicuranti che in genere sono le seguenti:
1) Se
i russi avessero scoperto l’inganno non
sarebbero certo stati zitti
2)
Ci sono ore ed ore di immagini trasmesse
in diretta televisiva
3)
Ci sono centinaia di fotografie in bianco
e nero e a colori
4)
Hanno lasciato gli specchi solari sul
suolo lunare
5) Hanno
portato 22 kg di rocce lunari
In realtà nessuna di
queste argomentazioni è sufficiente per eliminare i dubbi e le perplessità sulle
missioni Apollo e nessuna di queste può quindi rappresentare una prova
inoppugnabile.
1)
Per quanto riguarda i russi è evidente che
nel momento della massima esaltazione
della potenza americana da parte della stampa e delle televisioni di
tutto il mondo, si erano trovati nella scomoda posizione dei perdenti e pur sospettando
il gigantesco inganno non avevano in mano le prove necessarie per poter smentire la
missione Apollo di fronte ad un’opinione pubblica entusiasta ed orgogliosa.
2)
Le immagini televisive non possono certo
essere considerate una prova dello sbarco, anzi al contrario, potrebbero
rappresentare esattamente l’opposto. Basta osservare il
modo in cui gli astronauti saltellano, le scintille che lasciano ipotizzare
l’utilizzo di sottili cavi metallici, la sabbia che ricade sul suolo senza sviluppare
una traiettoria più ampia nonostante la gravità sia 1/6 di quella terrestre. Che poi i nastri del primo sbarco lunare siano stati persi diventa un’ulteriore
mancata prova.
3)
Per le centinaia di fotografie vale lo
stesso discorso dei filmati. Gli astronauti avrebbero avuto il modo di certificare
la loro esatta posizione scattando delle fotografie alle stelle, ai pianeti
ed alle costellazioni mediante un semplice treppiede che consentisse alla
macchina fotografica di utilizzare tempi di esposizione più lunghi. Invece
hanno fotografato solo paesaggi banali e sempre uguali, bandiere, rover e scarponi per
poi completare l’opera con la sagoma dell’impronta lunare con i solchi talmente
scolpiti che sarebbe possibile realizzare solo utilizzando la sabbia umida e non certo
sulla Luna. Inoltre l’esposizione e la
luminosità delle immagini scattate dall’Apollo 11 sono completamente diverse da
quelle scattate nelle missioni successive. Anche in questo caso le fotografie
sembrano rappresentare più una prova dell’inganno piuttosto che confermare gli
sbarchi.
4)
Sul suolo lunare ci sono degli specchi che
ancora oggi vengono utilizzati per misurare la distanza della Luna grazie al
tempo di percorrenza di un raggio laser inviato
dalla Terra. Questo è un fatto certo, ma poiché anche il altre
precedenti missioni spaziali senza equipaggi umani (sia americane che russe),
furono posizionati dei riflettori laser questo significa che non può essere considerata
una prova inoppugnabile che l’uomo sia
sceso sulla Luna.
5)
Nella missione Apollo 11 sarebbero stati
raccolti circa 22 kg di rocce lunari. Per anni la Nasa ha raccontato che sulla
Terra non esistono rocce con tali caratteristiche ma recentemente invece i ricercatori dell’Eidgenössische Technische Hochschule Zürich
hanno dimostrato senza ombra di dubbio che in alcuni campioni prelevati in Antartide la composizione isotopica
dell’ossigeno terrestre e di quello lunare sono esattamente identiche. Quindi
nemmeno le rocce lunari costituiscono una prova dell’avvenuto sbarco sulla
Luna.
In
sostanza questo significa che a distanza di 48 anni nessuno può dire di avere
in mano delle prove incontestabili.
E
allora la domanda è la seguente:
A
chi è dovuto l’onere della prova, a
chi afferma di essere andato sulla Luna o a chi invece nega che gli sbarchi
siano avvenuti?
Se ci trovassimo di fronte ad un esperimento scientifico, di fronte a eventuali dubbi e perplessità, la prova spetterebbe certamente a chi afferma di avere eseguito con successo l’esperimento scientifico e verrebbe comunque richiesto di ripeterlo.
Invece
da quando nel 1975 Bill Kaysing ha accusato la Nasa di avere realizzato un
gigantesco inganno (con il suo celebre
libro “We never went to the Moon”
-“Non siamo mai andati sulla Luna”)
nessuno ha mai fatto ritorno. Anzi nessun astronauta si è mai allontanato più di 643 chilometri (missioni shuttle) mentre la missione Orion non è ancora in grado di portare gli astronauti nemmeno oltre
l’orbita bassa a 5.000 chilometri di distanza. La missione, iniziata nel 2005,
è stata infatti spostata nel 2015, poi nel 2017, poi nel 2021 ed ora nel 2023
per impossibilità di poter schermare la navicella in modo che possa garantire la sicurezza degli astronauti dalle radiazioni
delle fasce di van Allen.
A proposito, visto e considerato che la Luna è distante
400.000 chilometri, qualcuno mi sa spiegare come sia stato possibile che tra il 1969 ed il 1972 ben 6 missioni Apollo siano riuscite ad
attraversare le fasce di van Allen senza problemi ed arrivare fino sulla Luna
mentre invece oggi, con la tecnologia immensamente più avanzata, la missione Orion
non sia in grado di farlo?
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