lunedì 2 aprile 2018

ORA SPIEGATEMI QUESTO......




Il 23 aprile 1972 l’astronauta americano dell’Apollo 16, Charlie Duke, lasciò sul suolo lunare una fotografia della sua famiglia a ricordo della sua indimenticabile  passeggiata spaziale. A questo punto sicuramente voi direte: cosa c'è che non va in questo gesto così affettuoso? Beh, basterebbe ragionare un attimo. L’immagine lasciata da Duke (archivio NASA numero AS16-117-18840) appare come una semplice fotografia stampata su carta e inserita  in una busta di plastica trasparente simile a quella in cui sono avvolte le riviste che il postino ci porta a casa. Poiché sulla superficie lunare la temperatura di ogni oggetto esposto al Sole supera di gran lunga i 100 gradi centigradi ci sarebbe da chiedersi come sia possibile che una fotografia su carta dentro il cellophane possa rimanere intatta anche solo il tempo necessario a scattare una foto.  A prescindere dal calore del suolo (+130°) che si trasmette alla fotografia per contatto diretto c’è da considerare che la superficie della comune pellicola trasparente viene esposta ai raggi diretti del sole che avrebbero quindi dovuto bruciare la fotografia in una frazione di secondo  poiché non c’erano i miracolosi “filtri magici” che la Nasa avrebbe studiato per le visiere dei caschi degli astronauti. Attendo fiducioso di conoscere il miracoloso brevetto  di quella bustina di plastica trasparente o di altre fantasiose giustificazioni in merito.

PS.

Ma davvero c’è ancora qualcuno che si ostina a credere allo sbarco sulla Luna?





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