“Secondo le analisi costruttive e fotogrammetriche
effettuate in una ricerca didattica promossa dall’ingegnere Bruno Capozzo,
autorevole programmatore e docente di servomeccanismi ed elettrotecnica, nonché
dall’architetto Jotis Spasiano, esperto di progettazione di particolari
costruttivi e docente di Tecnologia e di arte ed immagine, dalle foto ufficiali
della NASA risulta che il modulo lunare preparato, provato e supervisionato
definitivamente da Neil Armstrong e da Buzz Aldrin fino all’11 luglio `69, non
è lo stesso di quello delle foto ufficiali che ritraggono lo stesso modulo
posato sul suolo lunare. L’evidenza si trova nell’osservazione degli elementi
strutturali. La scaletta a pioli infatti è saldata irreversibilmente su uno dei
piedi del modulo lunare ed è costituzionalmente differente da quella del modulo
ritratto sulla Luna che mostra gli stessi pioli non più saldati ma avvitati ai
cosciali e con estremità troncoconiche anziché cilindriche. Si può notare che
la stessa scaletta supervisionata da Armstrong e Aldrin si ritrova nelle foto
delle operazioni preliminari dell’Apollo 17 nel 1972. Nelle foto è possibile
ritrovare la scaletta con i terminali troncoconici tra le riprese ad alta
definizione dell’allunaggio del 1972 ed in un modulo lunare sospeso ad un
gancio a diversi metri di altezza utilizzato per l’allestimento, che però non
risulta essere quello schermato e supervisionato il 24 agosto del 1972. Anche
la presunta schermatura dai raggi solari eseguita con scotch e carta dorata
risulta simile ma non identica tra quella del modulo preparato e allestito nei
padiglioni NASA nel ’69 e nel ’72 ed il modulo allunato nelle stesse missioni.
Si osserva poi che il modulo allunato nel 1972 è stranamente lo stesso di
quello allunato nel 1969, ma diverso da qualunque altro presente nei padiglioni
NASA durante tutto il periodo di preparazione dell’Apollo 11. Il modulo del
1972, oltre ad apparire lo stesso del 1969, è però vistosamente più
danneggiato. Infatti le rivettature delle lamiere che foderano il modulo sono
saltate, presentano evidenti deformazioni e non risultano aderenti al telaio
strutturale di supporto. Proprio le rivettature costituiscono un’altra evidenza
perché quelle presenti nei padiglioni NASA sono correttamente eseguite in
maniera sfalsata, come normalmente si usa fare nella pratica ingegneristica per
consentire alle reazioni vincolari dei rivetti di non interferire tra di loro,
mentre le rivettature del modulo allunato nel ’69 e nel ’72 sono invece
allineate e del tutto inefficienti, tanto da consentire deformazioni enormi
alle lamiere che hanno ceduto sotto il riassetto del telaio principale dopo che
la macchina scenica è stata spostata per le riprese del presunto scostamento
del modulo dalla navetta in orbita lunare (constatabile con l’osservazione
delle foto ufficiali NASA). Si noti che per le fusoliere e per tutte le
strutture della rampa di lancio le rivettature sono chiaramente seguite da
saldature a filo continuo per garantire omogeneità e continuità dei telai e
delle lamiere calandrate. Invece nei moduli lunari, ad eccezione della suddetta
scaletta saldata ad uno dei quattro piedi pneumatici, non si osserva né un filo
né un punto di saldatura, nonostante queste strutture fossero state destinate a
lavorare nel vuoto.”
Il romanzo è disponibile in formato digitale su:
Il romanzo è disponibile in formato cartaceo su
Scusate, mi viene un dubbio: non è che avete confuso il _simulacro_ di addestramento con il veicolo effettivo? Se indicate esattamente i riferimenti fotografici si potrebbe chiarire il possibile equivoco.
RispondiElimina