sabato 12 marzo 2016

LA NASA E HOLLYWOOD















Ciò che colpisce maggiormente delle missioni Apollo sulla Luna è la sensazione  di assistere alla sceneggiatura di un film Hollywoodiano. In ogni dettaglio emerge l’esasperato desiderio di spettacolarizzazione  che rappresenta una costante in tutti i film di avventura americani. Spesso vengono inserite scene e personaggi che fanno leva sull’indomito desiderio di gettare il cuore oltre l’ostacolo esaltando  il coraggio e l’eroismo dei protagonisti ma anche sulla capacità di improvvisare e di mostrare la sicurezza e  la determinazione nei momenti chiave. Questo ovviamente li ha portati sempre ad esagerare e a spingersi oltre il limite del credibile. Così, giusto per fare qualche esempio, agli sceneggiatori non bastava raccontare che il LEM con tecnologia antidiluviana riuscisse a scendere sul nostro satellite ma hanno voluto inserire una complicazione, l’elemento adrenalinico dell’errore del sistema di allarme che segnalava un guasto. Così Neil Armstrong, l’impavido e coraggioso capitano dell’Apollo 11, prendeva in mano la situazione e disinseriva il computer centrale  per poter pilotare manualmente il Lem ed evitare che si schiantasse rovinosamente al suolo. Naturalmente questo avveniva in pochissimi secondi, digitando le correzioni necessarie con i guanti addosso, resettando i dati su un computer di bordo che aveva una memoria mille volte inferiore a quella che adesso c’è sul più scadente dei cellulari, osservando dal minuscolo oblò il cratere da evitare e mentre rimanevano solo altri trenta secondi prima che si esaurisse il carburante necessario per la ripartenza. Era anche la prima volta che Armstrong manovrava il Lem in assenza di atmosfera ma naturalmente c’è stato l’immancabile il lieto fine e tutti noi abbiamo potuto ascoltare le sue storiche parole : «Houston, qui base della Tranquillità… l’Aquila è atterrata.» Ma parlare vicino ad un motore a razzo in azione è impossibile per le vibrazioni e per il volume sonoro che oscilla da 140 a 150 decibel. È vero che nel vuoto il rumore non si propaga ma nell’atmosfera pressurizzata della capsula sì, soprattutto se consideriamo le violentissime vibrazioni che si trasmettono a tutta la struttura metallica. Ma non si sono certo accontentati solo di questo e infatti hanno arricchito il racconto della missione aggiungendo  altre scene importanti per aggiungere suspence. Al momento di dover ripartire infatti Buzz Aldrin  aveva urtato con la sua tuta l’angusto abitacolo del modulo di risalita ed un pulsante con la levetta sporgetnte si era spezzato impedendo così di poter riattivare il contatto. La situazione si era fatta improvvisamente drammatica perché quella maledetta levetta era fondamentale per poter riaccendere i motori di risalita ed inoltre a bordo non c’erano gli attrezzi necessari per poterla riparare. Naturalmente il comandante non si è fatto prendere dal panico ed ha avuto l’intuizione geniale. Così  ha inserito una penna dentro il foro lasciato libero dalla levetta e magicamente il contatto è stato ripristinato consentendo ai due astronauti di decollare  dalla Luna e di raggiungere con una manovra perfetta il terzo astronauto nello spazio. Il colpo di  scena più bello è però quello della telefonata del presidente americano Richard Nixon in persona. Ve la ripropongo parola per parola :
«Neil e Buzz, vi parlo dalla stanza ovale  della Casa Bianca e questa è certamente la telefonata più storica che sia mai stata fatta. Noi siamo molto orgogliosi per quello che avete fatto. Per ogni americano questo sarà il giorno più glorioso della sua vita e lo sarà per tutti i popoli di tutto il mondo. Grazie alla vostra impresa d’oggi in vanati i cieli sono diventati una parte del nostro mondo. E poiché voi ci parlate dal Mare della Tranquillità noi ci sentiamo spronati a intensificare i nostri sforzi per portare pace e tranquillità sulla terra.In questo momento particolare nell’intera storia dell’uomo tutti i popoli della Terra sono veramente uniti: uniti nel loro orgoglio per quello che avete fatto e uniti nella preghiera che possiate tornare sani e salvi tra noi.»
AMSTRONG : «Grazie , signor Presidente, è per noi un onore ed un privilegio rappresentare qui non soltanto gli Stati Uniti ma tutti gli uomini di buona volontà. E’ un onore per noi avere avuto la possibilità di essere qui oggi. »
NIXON : «Grazie ancora e arrivederci  a presto. Vi aspettiamo con ansia. »
E’ vero che in quegli anni la televisione era un mezzo di informazione letale nel senso che nessuno osava metterne in discussione la veridicità delle notizie e delle informazioni trasmesse in mondovisione ma sicuramente la Nasa ha abusato della creduloneria popolare. L’escursione sul suolo lunare è durata ufficialmente due ore e 18 minuti e durante questo periodo i due astronauti hanno scattato fotografie, sistemato attrezzature scientifiche per il vento solare, un sismografo, piantato la bandiera americana, deposto una medaglia con l’immagine della Nasa  e persino  una bibbia in miniatura e hanno poi saltellato cantando a squarciagola come due bambini eccitati e un po' scemi. Infine hanno fatto il saluto militare alla bandiera a stelle e strisce e ricevuto la storica telefonata del presidente americano. Peccato solo che si siano dimenticati di fare la sola cosa che avrebbe costituito per sempre la prova certa della veridicità di quel primo sbarco sulla Luna, cioè  in sostanza si sono dimenticati di fotografare la Terra. Capita no? Certo… è un po’ difficile da credere ma potrebbe anche essere. Peccato che poi questa strana dimenticanza si sia ripetuta anche nella Missione Apollo 12, Apollo 14, Apollo 15, Apollo 16 e Apollo 17.  Fantastico vero?
Alla Nasa e a Hollywood  però hanno voluto sempre fare le cose in grande e allora non si sono fatti mai mancare nulla, nemmeno il piacere della sottile autoironia che si può cogliere  nei dialoghi tra i due astronauti. Ad un certo punto della passeggiata lunare Aldrin disse: «A giudicare da qui, sembrano belli anche i sassi. Neil»
«Questo posto ha una sua bellezza, Buzz. Assomiglia molto al deserto degli Stati Uniti.»
Forse Neil Armstrong si riferiva al  deserto nei pressi del Norton Air Force Base di San Bernardino, nello stato della California, proprio il luogo dove ,secondo Bill Kaysing, sarebbero state girate le scene in esterni delle missioni Apollo.  


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