L'ambiziosa missione Rosetta dell'ESA si è assicurata un posto nei libri di storia : non solo è la prima ad avvicinarsi e ad orbitare una cometa, ma adesso è anche la prima a rilasciare una sonda sulla superficie della cometa, ha fatto notare Jean-Jacques Dordain, il Direttore Generale dell'ESA. Rosetta è stata lanciata il 2 marzo 2004 ed ha viaggiato per oltre 6.4 miliardi di chilometri attraverso il Sistema Solare prima di arrivare alla cometa il 6 agosto 2014. Dopo un periodo in cui è rimasta a circa 10 km di distanza per permettere ulteriori studi ravvicinati della zona scelta per l'atterraggio, Rosetta si è spostata su una traiettoria più distante per preparare il rilascio di Philae. Il 12 Novembre 2014 Rosetta ha consentito alla sua sonda Philae di eseguire un atterraggio morbido sulla cometa ed è in assoluto la prima volta nella storia che viene realizzata un'impresa così straordinaria ad una distanza di circa 510 milioni di km dalla Terra. L'arrivo sulla cometa è avvenuto ad una velocità di circa 1m/s, con il carrello di atterraggio a tre gambe ad assorbire l'impatto per evitare il rimbalzo. Gli aspetti scientifici salienti della prima fase hanno incluso una vista panoramica totale della zona di atterraggio, compresa una sezione in 3D, immagini ad alta risoluzione della superficie subito al di sotto del modulo di atterraggio, analisi in loco della composizione dei materiali di superficie della cometa, e un foro per prelevare campioni ad una profondità di 23 cm e caricarli su un laboratorio di bordo per l'analisi. Mentre Philae cominciava il suo studio ravvicinato della cometa, Rosetta rimaneva nell'orbita intorno alla cometa, ritornando infine ad un'orbita a 20 km il 6 dicembre. Rosetta ha eseguito anche dei coraggiosi passaggi ravvicinati a soli 8 km dal centro della cometa. Le operazioni però in seguito si sono rivelate più difficili del previsto: dopo tre giorni d'ispezioni e alcune foto emozionanti la batteria primaria di Philae si era esaurita, e le attività del lander si erano interrotte. Da allora, piccoli segnali di Philae erano stati criptati da Roseatta solo tra il giugno ed il luglio del 2015 grazie all’avvicinamento della cometa al sole, la cui energia aveva riattivato temporaneamente il dispositivo. Fino ad oggi però, la precisa localizzazione di Philae non era nota. E proprio quando la speranza di un rinvenimento stava irreversibilmente scemando, Rosetta ha sorpreso tutti. Lo ha spiegato anche Patrick Martin, manager della missione dell’Esa: “Questa notevole scoperta arriva al termine di una lunga e scrupolosa ricerca. Cominciavamo a pensare che Philae sarebbe rimasto perso per sempre. È incredibile essere riusciti ad ottenere delle sue immagini proprio in queste ultime ore”. Rosetta compirà ora la sua definitiva discesa sulla cometa il 30 settembre 2016, per investigare da vicino il corpo celeste, nella speranza che le immagini dettagliate possano rivelare qualche segreto della sua struttura interna.Osserviamo ora con attenzione l’immagine seguente della sonda incastrata in un crepaccio della cometa
Penso che sia naturale
doversi porre la seguente semplice domanda: Ma se la tecnologia attuale
consente di ottenere delle immagini nitidissime della sonda Philae che ha dimensioni minime ( 100 cm
x 100 cm x 80 cm) in un luogo dello spazio distante qualcosa come 510 milioni
di chilometri è mai possibile che nessuno sia in grado di mandare un’immagine
altrettanto nitida della parte inferiore
del LEM che ha un diametro pari a circa 5 metri e che sarebbe stato abbandonato
sulla Luna a soli 384.000 chilometri? E come mai la sonda LRO che nel 2009 ha inviato delle immagini quasi
surreali dei luoghi del presunto allunaggio da un’orbita di 21 km di altezza
dalla Luna non può abbassarsi fino ad una quota di 8 km come ha fatto la sonda
Rosetta? Difficile dare una risposta sensata, vero? Oddio, a meno che non si prenda seriamente in considerazione l’unica
risposta possibile, cioè che sulla Luna il Lem si può visualizzare solo con l’ausilio
di Photoshop. Quindi per la Nasa è
meglio stendere un velo pietoso.
Il confronto delle immagini precedenti con questa è davvero impietosa. Per la Nasa quelle indicate sarebbero le impronte lasciate dagli astronauti e dal rover. Sfido chiunque a lasciare un'impronta da un centimetro di spessore sulla sabbia e a poterla visualizzare a 21 chilometri di distanza! Da quando hanno iniziato a usare photoshop si sono lasciati andare senza più ritegno. Un tempo almeno si limitavano a colorare di nero lo sfondo delle immagini girate nel deserto del Nevada e la cosa gli riusciva decisamente meglio...
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