Il simulatore della luna
chiamato LOLA ( Lunar Orbiter Landing) è stato realizzato della NASA a Langley Research Center di Hampton, in Virginia, per
poter rappresentare ciò che gli
astronauti avrebbero concretamente visto nel momento in cui fossero entrati
nell’orbita lunare. La macchina, costata oltre due milioni di
dollari, poteva contare su una cabina di guida, un sistema televisivo a
circuito chiuso e su quattro grandi murales o modelli in scala che rappresentavano
porzioni della superficie lunare. Una specie di rotaia circondava completamente
il globo e consentiva ad un carrello di muoversi lentamente attorno alla finta superficie lunare dando così
l’impressione di essere in orbita attorno alla Luna. Grazie a questo sistema l’astronauta
avrebbe visto i crateri della superficie lunare come se fosse in orbita
allenando quindi i suoi sensi a ciò che avrebbe affrontato nella missione reale. Secondo gli scienziati della
NASA l’utilità di questo simulatore consisteva nell’allenare gli astronauti
alla violenta luce del sole causata dalla mancanza di atmosfera e quindi per consentire agli
astronauti di sperimentare artificialmente queste condizioni. In pratica si
trattava di un plastico di grosse dimensioni costituito da un globo di alcuni
metri di diametro su cui erano stati disegnati minuziosamente i crateri che erano stati rilevati fotograficamente dai
satelliti delle prime missioni Apollo. Un ennesimo esempio di Luna park americano.
Ideato già nel 1962 è diventato utilissimo nel momento in cui la Nasa si è resa
conto dell’impossibilità di realizzare una vera missione lunare dando così il
via alla più grande messinscena della
storia umana. Non ci sono dubbi che il trucco abbia funzionato
straordinariamente bene ma non c’è da meravigliarsi troppo. Per capirlo basterebbe ricordare le
parole dell’imperatore romano Giulio Cesare : “La gente crede molto più facilmente a ciò che desidera credere”.
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