giovedì 15 settembre 2016

UN PREMIO IMBARAZZANTE


Nel 2007 la Google ha istituito il concorso scientifico internazionale denominato Lunar x prize con un premio di 30 milioni di dollari da assegnare alla prima organizzazione privata che fosse riuscita a mandare un robot sulla Luna in uno qualunque dei sei luoghi storici delle missioni Apollo entro il 31/12/2012. Tale termine è stato poi prorogato al 31/12/2015 e successivamente ancora al 31/12/2017 e a mio modesto avviso  si dovrebbe considerare molto strano  che a distanza di quasi 50 anni dal primo presunto sbarco sulla Luna con astronauti ci volessero ben 10 anni per tentare di mandare una sonda sulla Luna senza astronauti  Comunque sia, una volta allunato il robot avrebbe dovuto percorrere almeno 500 metri sul suolo lunare trasmettendo a Terra in diretta delle immagini ad alta risoluzione. La società tedesca Part Time Scientist aveva aderito all’iniziativa dichiarando che avrebbe inviato il suo robot Asimov sui luoghi dell’ultimo allunaggio, quello di Apollo 17 e sembrava che finalmente questo evento avrebbe fatto chiarezza una volta per tutte sui dubbi degli sbarchi sulla Luna. Invece la NASA ha inviato alla Google una “raccomandazione” affinché nel bando di partecipazione venisse inserito il divieto di attraversamento e di sorvolo su tutte le sei zone degli allunaggi per un raggio di almeno 2 chilometri. Questa raccomandazione deve essere stata molto convincente visto che la Google l’ha immediatamente recepita modificando il bando.
Se guardiamo però l’informazione presente sul web (https://it.wikipedia.org/wiki/Google_Lunar_X_Prize) si scopre che nel frattempo hanno cancellato ogni riferimento alla raccomandazione/proibizione della Nasa, come se ognuno dei partecipanti potesse liberamente scegliere il luogo lunare da esplorare con il robottino e da cui inviare le immagini in diretta. A questo punto non si può non pensare male visto che la Nasa avrebbe dovuto avere tutto l’interesse di poter dimostrare al mondo l’autenticità dei sei presunti sbarchi  lunari e la sua giustificazione fa acqua da tutte le parti. La Nasa infatti ha affermato che tale divieto servirebbe a salvaguardare i 6 siti storici dalle possibili contaminazioni esterne che comprometterebbero irrimediabilmente i reperti tutt’ora presenti sul suolo lunare. Vorrebbero insomma  farci credere che una sonda automatica senza equipaggio a bordo che orbita nello spazio infinito senza l’ausilio di motori inquinanti, che non scende a terra e che si limita ad eseguire filmati o fotografie  del suolo lunare da meno di 2 km di altezza  può provocare un  inquinamento ambientale simile a quello provocato da una coda di automobili con il motore acceso in centro città. Con il denaro hanno comprato il silenzio degli astronauti e con lo stesso denaro adesso cercano di allontanare il giorno della verità. La cosa più triste è che in realtà la NASA si comporta come se la Luna fosse una sua esclusiva proprietà. Sta di fatto che sono passati quasi 10 anni da quando è stato istituito il premio nel 2007 e ancora oggi nessuna sonda è riuscita nell’impresa di allunare e di inviare immagini dalla Luna. Eppure  tra il 1969 ed il 1972 ci sarebbero state ben 6 missioni americane a far scendere sulla Luna non solo le sonde ma persino 12 astronauti che  avrebbero realizzato le storiche imprese  senza nemmeno l’ausilio di satelliti  GPS, personal computer, disegni in 3D , autocad, macchine fotografiche digitali ecc.
Io penso che entro la data del 31/12/2017 non ci sarà alcuna sonda sulla superficie lunare ma allo stesso tempo non posso  neppure escludere che la Nasa riesca, con la complicità delle fonti di informazione, ad utilizzare la tecnologia avanzatissima dei programmi digitali di  computer grafica per realizzare delle immagini talmente realistiche che potrebbero facilmente essere ritenute autentiche. Così forse potremo finalmente vedere perfino la famosa bandiera americana a stelle e strisce . A quel punto si aspetteranno perfino le scuse degli ingenui complottisti per aver messo in dubbio l’autenticità dello sbarco sulla Luna.

“Si dice che la verità trionfa sempre, ma questa non è la verità”(Anton Cechov)







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