All’inizio degli
anni '60 la NASA ha avuto davvero le migliori intenzioni di far arrivare il primo uomo sulla Luna e per farlo ha
dato il via ad una gigantesca macchina organizzativa. Questa macchina ha
iniziato a sviluppare progetti e schemi tecnici, software per la verifica e lo
studio delle orbite nonché a selezionare e collaudare tutte le singole
componenti elettroniche ed i materiali da utilizzare. Però subito dopo
l’incidente dell’Apollo 1 e la morte
dei tre astronauti devono aver
compreso di avere ancora troppe lacune tecniche per sperare di poter
raggiungere l’obiettivo. Nei mesi successivi all’incidente tutti i programmi
spaziali furono sospesi ed è stato allora che hanno maturato l’idea di poter
simulare i viaggi sulla Luna. I motivi non mancavano di certo e prima ancora
della necessità di vincere la sfida con i russi c’era sicuramente l’avidità di
denaro e di potere. Nessuno infatti voleva rinunciare a quella montagna di
dollari già stanziati e le potenti lobby militari collegate con i centri di
ricerca della NASA devono aver cominciato ad elaborare una specie di “piano B”, da utilizzare solo nel caso
in cui non fossero stati in grado di mandare realmente un uomo sulla Luna.
Quando fu evidente che la missione lunare era impossibile la NASA diede il via
al programma operativo conosciuto con la sigla ASP, cioè Apollo Simulation Project, ideato per garantire i miliardi di
dollari di finanziamenti e allo stesso tempo necessario per far rinascere
l’orgoglio nazionale messo a dura prova dalla guerra nel Vietnam. Comunque
fossero andate le cose di fronte al mondo intero l’America sarebbe risultata
vincente e questo avrebbe rafforzato il prestigio e l’immagine
politica e militare della nazione, soprattutto nei confronti dell’URSS, l’unico
avversario che potesse contrastare il dominio americano nel mondo. Da questo
punto di vista è stata una mossa un po’ azzardata ma geniale. A quell’epoca
dovevano essere convinti che nel giro di pochi anni sarebbero stati in grado di
realizzare davvero gli sbarchi lunari e quindi tutto si sarebbe risolto nel
migliore dei modi perché così avrebbero eliminato ogni possibile dubbio
sull’esito delle missioni precedenti. Tieni inoltre presente che durante quel
periodo i vertici della NASA avevano il controllo totale su tutte le notizie
che venivano divulgate dalle televisioni e dai giornali e che non c’era quindi
nessuno che potesse mettere in dubbio la versione ufficiale. Pochissime persone del
progetto Apollo erano al corrente
dell’inganno visto che tutti ricevevano solo le informazioni limitate allo
stretto necessario e soprattutto ogni reparto funzionava a camera stagna e
riferiva solo ad un unico responsabile. Purtroppo
per loro non avevano previsto che a distanza di quarant’anni non avrebbero
ancora acquisito le conoscenze necessarie per mandare davvero l’uomo sulla
Luna. Con il progredire incessante delle conoscenze scientifiche e
l’immediatezza della divulgazione su internet devono aver temuto che qualcuno
potesse trovare le prove del gigantesco imbroglio e così non hanno esitato a
far scomparire foto e filmati originali. Dal loro punto di vista questa è stata
una mossa disperata ma comprensibile. E’ stato un inganno gigantesco ma questo
non deve meravigliare.
Ogni giorno molte notizie vengono
manipolate ad arte per farle apparire come vere e queste spesso finiscono in
una zona oscura del cervello dove la gente le percepisce e le assorbe come
verità assolute. I mass media hanno un impatto terribile su milioni di persone
comuni e possono facilmente influenzare e manipolare qualsiasi libera opinione.
Le notizie e le informazioni che assorbiamo dai giornali, dalle riviste, dalla
radio e dalla televisione sono sempre asservite al potere. Non ci stupiamo più
se molti anni dopo scopriamo che alcuni avvenimenti che hanno fatto la nostra
storia recente sono stati modificati o inventati di sana pianta dai mezzi di comunicazione
di massa. Questa è la sola ed unica verità e non tutti sono disposti ad
accettarla. I libri di storia sono scritti sempre da chi ha vinto la guerra e
in tutte le guerre la verità è sempre la prima vittima.
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